martedì 27 marzo 2012

Perché sono grato ad Antonio Tabucchi

Forse ricorderete come fu ostracizzato Rocco Buttiglione dalla carica di commissario europeo nel 2004 per la sua posizione di cattolico sugli omosessuali e l'omosessualismo. A nulla gli servì difendersi -in modo un po' goffo in verità, e anche alquanto ambiguo- sostenendo che le sue erano solo opinioni personali che non avrebbero inciso in alcun modo sulla sua condotta di alto responsabile della UE. E a nulla gli servì invocare l'arcinota e abusatissima frase di Voltaire "Detesto ciò che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo".

Qui non m'interessa ricordare l'ignobile linciaggio morale al quale venne sottoposto, né m'interessa richiamare l'attenzione sul fatto ben più pericoloso che un cattolico, secondo la vulgata UE, non dovrebbe avere nemmeno diritto alle sue opinioni private.

Qui m'interessa richiamare quello che scrisse Antonio Tabucchi sull'Unità del 25 ottobre 2004, il giorno dopo la cacciata di Buttiglione. C'è un passo particolarmente significativo che vale la pena di citare, a pagina 1. L'autore discute le affermazioni di un  soi-disant "razzista" con cui gli è capitato di parlare in treno:

Probabilmente si attendeva che gli rispondessi che si trattava di una opinione personale sacrosanta, e che mi sarei fatto ammazzare piuttosto che impedirgli di esprimere la sua opinione, secondo quell’adagio devastante falsamente attribuito a Voltaire che in Italia è servito da sdoganamento alle dichiarazioni più nefande. Poiché al contrario del falso adagio illuminista... ecc. .

Anche qui non m'interessa discutere il merito dell'articolo ma questa affermazione assolutamente sorprendente. Delle due l'una: o ha mentito la secolare vulgata illuminista, sempre pronta a sbandierare la "tolleranza" (ma mai verso i cattolici e i credenti in generale) oppure ha mentito Tabucchi pur di dare addosso a Buttiglione. E temo purtroppo che sia stato Tabucchi a mentire, perché non ha portato la minima prova di affermazioni tanto apodittiche e di tale portata.

Dico "temo purtroppo" perché vorrei proprio che Tabucchi avesse ragione. Se fosse vero quello che lui ha affermato, se fosse vero che mai Voltaire avesse pronunciato o scritto quella frase, i cattolici si sentirebbero finalmente liberi dal benché minimo debito di gratitudine, dalla benché minima soggezione intellettuale verso la iena di Ferney.E di questo gli sarei perennemente grato.

Quasi certamente la frase di Tabucchi è solo una battuta polemica. Ma c'è un altro punto dell'articolo sul quale vale la pena che i cattolici riflettano anche oggi:

E poi: possibile che un uomo fornito di saldi principi quali quelli dell’onorevole Buttiglione si dica disposto a sacrificarli, direi a rinnegarli, promuovendo l’integrazione sociale e i diritti civili di categorie o di persone di cui ha un’opinione così negativa? Possibile, mi chiedo, che un uomo di pensiero sia disposto a rinunciare agli ideali su cui si basano la sua filosofia e la sua morale per un modesto impiego da parlamentare europeo?

Ferma restando la prova d'intolleranza laicista che ha dato la UE in quell'occasione. bisogna ammettere che Tabucchi non aveva tutti i torti. Troppi compromessi rischiano di rendere i cattolici "a Dio spiacenti ed a' nimici Sui". Quando lo scontro arriva a livelli di tale asprezza, forse un cattolico farebbe meglio ad andarsene da istituzioni così contaminate scuotendo con disprezzo la polvere dalle sue scarpe.

Giovanni Romano

venerdì 16 marzo 2012

Lettera aperta a Roberto Benigni sulla Divina Commedia

Stimatissimo Signor Benigni,

mi rivolgo a Lei con il rispetto dovuto a un regista che ha saputo affermarsi a livello internazionale e a un uomo di cultura che ha divulgato l'amore per la Divina Commedia a beneficio di un grandissimo pubblico.

Lei certamente non ignora che in questi ultimi giorni un comitato di "esperti" stipendiati dall'ONU ha chiesto ufficialmente la messa al bando del capolavoro universale di Dante in nome di deliranti accuse di "antisemitismo", "razzismo", "islamofobia" e "omofobia". La meschinità paranoica di queste accuse non ha bisogno di essere dimostrata. Starebbe a quegli "esperti" dimostrare, se mai, quali pogrom, quali crociate, quali roghi di omosessuali siano stati istigati dai versi danteschi.

Da Lei però, mi dispiace dirlo, finora non ho letto un solo intervento né alcun pronunciamento in difesa di Dante. L'autorevolezza di regista che Lei si è conquistata a livello mondiale, la popolarità che Lei ha meritatamente acquisito con le Sue letture pubbliche dei canti più belli della Divina Commedia La metterebbero in grado di fare da buon contrappeso a delle tesi che definire faziose, inquisitorie e deliberatamente distorte è poco. Mi dispiace ancor di più aver dovuto riscontrare un analogo mutismo a livello del Ministero della Pubblica Istruzione, quasi che la cosa non riguardasse l'intera cultura italiana e la sua immagine nel mondo.

Se è stata superficialità da parte mia La prego vivamente di perdonarmi. non esiterò a cancellare questo intervento.

Codialmente,

Giovanni Romano

giovedì 8 marzo 2012

E poi dicono che le donne belle non sono intelligenti! (Omaggio per l'8 marzo)

Molto strana e interessante la storia di Hedi Lamarr, una diva del cinema tedesco poi trasferitasi a Hollywood e diventata cittadina americana durante la seconda guerra mondiale. Il suo hobby (in realtà era una professione mancata, data la serietà con cui ci si applicava) era nientemeno che... l'ingegneria elettronica. 

Come scrive il sito Cbsnews, aveva attrezzato una stanza della propria grande villa come studio con tanto di tecnigrafo, libri specializzati e tutto l'occorrente per i calcoli e la progettazione. E tra un film e l'altro riuscì a mettere a punto un apparato concettualmente modernissimo, un radiocomando a frequenza variabile per la guida dei siluri che fece regolarmente brevettare, cedendo poi gratuitamente i diritti di sfruttamento alla Marina degli Stati Uniti. 

Per capire quanto seria, importante e rivoluzionaria fosse la sua invenzione, bisogna tener conto che in quello stesso periodo gli scienziati nazisti stavano lavorando a Jagschloss, un radar a frequenza variabile per la guida caccia, non “accecabile” dalle contromisure elettroniche alleate. Fortunatamente ne entrarono in funzione solo pochi esemplari. Ma la marina USA ignorò completamente il contributo di Hedi Lamarr. Non sembrava concepibile che una diva del cinema fosse capace di studi tanto approfonditi e tanto seri.

La tecnologia della frequenza variabile è oggi alla base di tutti i moderni radar e apparecchi di radioguida militari, nonché dello stesso Wi-Fi. Solo dopo molti anni è emerso il talento dimenticato di Hedi Lamarr, che soffrì per tutta la vita di essere considerata solo un bel corpo, una bella immagine e nulla più, mentre aveva un formidabile potenziale di intelligenza e di carattere.

Giovanni Romano

mercoledì 7 marzo 2012

La bella, semplice preghiera di Lucio Dalla


L’ultima preghiera di Lucio Dalla per S. Antonio: ”Convinto e sedotto religiosamente dalla presenza di Gesù e di S. Antonio, affido loro la mia anima, la mia vita, il mio lavoro nell’umile speranza di essere perdonato dai miei peccati ed avvicinato alla loro luce” (Padova, archivio basilica del santo).
Tra tanti cantanti e cantautori, Lucio Dalla era uno dei pochissimi che si possono chiamare musicisti e poeti. C'è una distanza spirituale abissale tra la sua umiltà e Pavarotti che ebbe a dire testualmente, riguardo alla sua condotta molto disinvolta che l'aveva indotto ad abbandonare la propria famiglia: "Sono sicuro che Dio mi perdona".

Dimenticando che la presunzione di venire salvato indipendentemente dalle proprie azioni è uno dei peccati capitali contro lo Spirito Santo.

Giovanni Romano