tag:blogger.com,1999:blog-114459952024-03-07T08:01:40.320+01:00La voce dal vicoloQuesto non è un blog trasgressivo. E' contro i trasgressivi a buon mercato. Questo non è un blog onesto o politicamente corretto. E' contro gli onesti e i politicamente corretti di professione. Questo non è un blog fuori dal coro, perché al suo autore piace la musica corale e l'unità tra le persone che essa crea.La voce dal vicolohttp://www.blogger.com/profile/04078305788912375439noreply@blogger.comBlogger510125tag:blogger.com,1999:blog-11445995.post-903302214316432842022-09-08T20:15:00.005+02:002022-09-18T20:12:57.839+02:00L'assurdo viaggio delle pere argentine<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjjRQ9ESh2D5HuGgVJJz_diFQ4urJKfhCxRJKXnwG2pa5rS5N7IEf3dSoC8Rk_hDIJMLulzUFsyAYrayadCma7Xti3uHG-rGn7pUvrqf19aFEcQVxxWb6Wu_t99Y5cPC7PDSPBgUtDaCAxR_qQVE7Xq1wP3zyz0in4F92ibqUEOOMkzS8c1ujU/s899/L_assurdo%20viaggio%20delle%20pere.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="899" data-original-width="720" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjjRQ9ESh2D5HuGgVJJz_diFQ4urJKfhCxRJKXnwG2pa5rS5N7IEf3dSoC8Rk_hDIJMLulzUFsyAYrayadCma7Xti3uHG-rGn7pUvrqf19aFEcQVxxWb6Wu_t99Y5cPC7PDSPBgUtDaCAxR_qQVE7Xq1wP3zyz0in4F92ibqUEOOMkzS8c1ujU/w320-h400/L_assurdo%20viaggio%20delle%20pere.jpg" width="320" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">La foto di cui sopra è stata scattata in un supermercato probabilmente di New York da un cliente più avveduto della media. Guardando con attenzione le indicazioni sulla confezione, risulta che le pere hanno fatto un viaggio che definire sconcertante è poco: prodotte in Argentina, imbarcate in Cile, spedite in Thailandia per essere trasformate in gelatina di frutta e confezionate, poi spedite negli Stati Uniti per essere vendute. Il che implica una doppia traversata dell'Oceano Pacifico oltre a un attraversamento delle Ande e un viaggio transcontinentale in ferrovia fino alla costa orientale degli Stati Uniti.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">A prima vista si resta sbalorditi, ci si chiede se un viaggio così lungo, presumibilmente di settimane o mesi, abbia qualcosa a che vedere con la razionalità. Di certo ha a che vedere con il profitto. Evidentemente costa meno noleggiare delle navi, pagare carburante ed equipaggi per una distanza complessiva di oltre 40.000 km (in pratica, la circonferenza terrestre), pagare i dazi nei porti e i noli ferroviari, anziché semplicemente lavorare e confezionare le pere sul posto e spedirle direttamente negli USA, come se in Argentina non esistessero stabilimenti in grado di farlo né manodopera disposta a lavorare. E probabilmente, data la concorrenza al ribasso imposta dalla globalizzazione, di stabilimenti del genere in quel paese non ne esistono davvero. C'è da chiedersi quanto siano bassi i salari dei thailandesi, se ci si prende il disturbo di appaltare loro il confezionamento di pere provenienti da 17.000 chilometri di distanza.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Non è solo un viaggio assurdo, ma anche un viaggio dannoso per l'ambiente, dato l'inquinamento prodotto dalle navi, e anche per la salute, perché è evidente che per dei viaggi così lunghi è necessario l'uso dei conservanti.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Anche in Italia abbiamo visto esempi aberranti di globalizzazione, come quando alcuni pastori sardi fermarono e vuotarono per strada il latte di una autocisterna proveniente <i><b>dalla Romania</b></i> che doveva essere lavorato a poca distanza dai loro pascoli, come se i loro allevamenti non esistessero nemmeno.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Ci si chiede anche quale impresa, o quali imprese, abbiano deciso degli itinerari del genere. C'è il fondato sospetto che i cervelli - chiamiamoli così - si trovino negli USA.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Poi ci si lamenta che la filiera produttiva è troppo lunga!</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><b><i>Giovanni Romano</i></b></div><p></p>La voce dal vicolohttp://www.blogger.com/profile/04078305788912375439noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-11445995.post-72499698561716080332022-09-02T16:23:00.007+02:002022-09-06T21:54:59.613+02:00Gli arzilli vecchietti, inconsapevoli (?) testimonial di una schiavitù prossima ventura<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiuBjULnnOWluLQNkmzOZfpx9pzFPKO2HHlxglvbKrHMfwuHclev3p7DcSQl5o4nJ8nGTQDXWKaFw_x58xGBN0MF3OnWA21cMGZXUzJ8liWbMNhhoMXO7xSP0-yuJZETqXrWe56gMRxb1Q9r2bY7hSVPNHljUmXrg0j9BDlyi0wJ9SNf607Yyk/s450/Arzilli%20vecchietti.webp" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="358" data-original-width="450" height="255" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiuBjULnnOWluLQNkmzOZfpx9pzFPKO2HHlxglvbKrHMfwuHclev3p7DcSQl5o4nJ8nGTQDXWKaFw_x58xGBN0MF3OnWA21cMGZXUzJ8liWbMNhhoMXO7xSP0-yuJZETqXrWe56gMRxb1Q9r2bY7hSVPNHljUmXrg0j9BDlyi0wJ9SNf607Yyk/s320/Arzilli%20vecchietti.webp" width="320" /></a></div><br /> <p></p><p style="text-align: justify;">Che questi siano tempi durissimi per i lavoratori dipendenti è risaputo. Un anno dopo l'altro, un governo "tecnico" dopo l'altro, hanno perso praticamente tutti i diritti acquistati negli anni '70-'80, e nessuno può onestamente sostenere che gli pseudo."diritti civili" di nuovo conio servano nemmeno lontanamente a migliorare la loro condizione.</p><p style="text-align: justify;">È fin troppo evidente, ad esempio, che l'introduzione dell'euro ne ha dimezzato il potere d'acquisto in un colpo solo. Ma questo è stato soltanto l'inizio. Bisognerebbe andare a rileggere il libro ormai dimenticato di Viviane Forrester <i>L'orrore economico</i> per capire fino a che punto la logica (?) del profitto abbia annichilito e schiacciato la persona umana (per fare solo un esempio, la Forrester cita il caso della Total che annunciò di aver licenziato 2.000 lavoratori lo stesso giorno in cui aveva conseguito utili record).<br /><br />Il libro però non si limita a un elenco di cinici soprusi. Uno dei punti più interessanti, a proposito della disoccupazione, è l'interiorizzazione del complesso di colpa da parte del disoccupato. In altre parole: caro disoccupato, caro licenziato, non sono le strategie sbagliate o le scelte folli del management ad aver provocato le tue disgrazie, ma la colpa <i style="font-weight: bold;">è tua</i>, perché sei <b><i>tu </i></b>sei un inetto, un pigro, uno incapace di adattarsi (oggi si direbbe: "manchi di flessibilità". Sì, proprio <b>Tu</b>, disoccupato, sei un essere inutile, un parassita, un peso per la società! E il disoccupato/licenziato accetta questa mistificazione, se ne fa una colpa, e perde di valore agli occhi di sé stesso. C'è poco da stupirsi che con questa mentalità, continuamente inculcata dai media, non pochi lavoratori dipendenti si siano uccisi, o perché licenziati o perché temevano di esserlo.</p><p style="text-align: justify;">Lo stesso, <i>mutatis mutandis</i>, sta avvenendo oggi a proposito delle pensioni. Come se non fosse bastata la "riforma" (?) fornero a prolungare ingiustamente l'età lavorativa, ora si parla di prolungare ancora l'età pensionabile fino ai 71 anni "come in Giappone" (paese anch'esso colpito da una gravissima crisi demografica).</p><p style="text-align: justify;">A parte la differenza di mentalità tra i lavoratori italiani, un po' meno monomani rispetto al lavoro di quelli giapponesi (fissarsi troppo sul lavoro può significare privarsi di altri interessi vitali, e del resto persino in Giappone è nato un movimento contro il superlavoro), è degna di nota la campagna nemmeno troppo sottile che stanno conducendo due quotidiani filo-governativi come <i>La Stampa </i>e <i>Il corriere della Sera</i>, che hanno presentato i casi di due arzilli vecchietti ultraottantenni che ancora lavorano indefessamente. Portarli come esempio "virtuoso" ha un ovvio doppio scopo: indurre l'opinione pubblica ad accettare di lavorare più a lungo, e colpevolizzare - come nel caso dei disoccupati - chi invece sente di avere già dato abbastanza e desidera semplicemente passare in santa pace gli anni che gli restano da vivere.</p><p style="text-align: justify;">Due sono gli esempi portati alla ribalta. comparsi su questi giornali con sospetto sincronismo. Il primo risale al <a href="https://z-upload.facebook.com/corrieredellasera/posts/10160262280192530" target="_blank">29 agosto scorso sul <i>Corriere</i></a>, protagonista il pluristellato e pluripremiato pasticciere ottantenne Iginio Massari. Il titolo è già tutto un programma: "La pensione? L'inizio del declino. Non sono ancora abbastanza vecchio". Segue a ruota, il giorno dopo, su <i>La Stampa</i>, <a href="https://www.facebook.com/lastampa.it/posts/pfbid02hMbekYU6fgXaF8TsdmoEpneBWBA1E5PF1xRfADoAr8aeVMZWD7F3vRTJQgMv5gikl" target="_blank">un articolo sull'ottantaduenne barista Albino Baraldo</a> che è tornato a lavorare nel suo bar dopo averlo dato in gestione da quattro anni. Il messaggio, nemmeno tanto subliminale, è: "Vedete? Queste persone lavorano fino agli ottant'anni e oltre, e voi vi lamentate se vi chiediamo di lavorare fino ai settanta o settantuno? Pigri, inetti e parassiti che non siete altro!"</p><p style="text-align: justify;">Non sono mancati, ovviamente, i commenti critici e diffidenti - la gente non è poi così stupida come forse pensano i redattori dei due quotidiani - e qualcuno, pur nel dovuto apprezzamento a Iginio Massari, ha ribattuto: "E chi l'ha detto che la pensione è l'inizio del declino? Per tanti, al contrario, può essere un nuovo inizio, con la possibilità di dedicarsi a nuovi interessi o a una passione che hanno dovuto trascurare in tanni anni di lavoro". Concordo pienamente con questa risposta.</p><p style="text-align: justify;">Come mai questi esempi "virtuosi" fanno pensare in realtà a una manovra architettata a tavolino, a una campagna propagandistica per imbonire i lavoratori e indurli ad accettare un ulteriore aumento dell'età pensionabile, o a scordarsi del tutto di lasciare il proprio lavoro per potersi dedicare finalmente a sé stessi? Perché questi esempi, meritevoli in sé, non fanno presa in realtà sul pubblico dei lettori?</p><p style="text-align: justify;">Perché sia <i>Il Corriere della Sera</i> che <i>La Stampa</i> sommano furbescamente le mele con le pere, presentando esempi che sono in realtà improponibili per i lavoratori dipendenti. Sia Igino Massari che il sig. Baraldo hanno due caratteristiche in comune che la maggior parte dei lavoratori subordinati non può vantare:</p><p style="text-align: justify;"></p><ol><li>Sono titolari della propria attività, perché lavoratori autonomi che possono scegliere il momento di ritirarsi.</li><li style="text-align: justify;">Son persone che dal proprio lavoro hanno tratto e traggono non solo un consistente ritorno economico, ma anche grandi soddisfazioni morali, tra cui premi e riconoscimenti come nel caso di Iginio Massari.</li></ol><div style="text-align: justify;">Con tutto il rispetto che è dovuto alla laboriosità, alla capacità imprenditoriale e alla professionalità di queste persone, non ha senso proporli come modello a categorie di lavoratori che si trovano in situazioni ben diverse e molto più svantaggiate. Il solo fatto che siano comparsi articoli del genere alla vigilia di un ennesimo governo tecnocratico dovrebbe farci riflettere molto seriamente.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Prevedo che nel prossimo futuro i giornali e gli spot pubblicitari saranno pieni di arzilli vecchietti che smaniano per lavorare, lavorare, lavorare, lavorare, lavorare...</div><div><br /></div><div><b><i>Giovanni Romano</i></b></div><p></p>La voce dal vicolohttp://www.blogger.com/profile/04078305788912375439noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-11445995.post-20942967678801179492022-08-23T18:35:00.010+02:002022-08-23T18:58:10.730+02:00Come Yu Kung NON rimosse le montagne<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgvugMwoADuZyK3ABQA9eQcacKRYfWcZe8U0Xoq2ZlaAutvdFly7zsQ-gwpkG38bchaZ_PL8l8kGsX7Ae_Vw89HRVobs2bIokKsV7a6wW_1g75UELoILy-sXI1kjmPYfIngQk8KGnJAKlwQYvsaQf8x1eLY6UxeUZEJaOvJmy1eBlLlY0RVaM8/s275/Mount%20Gongga%20China.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="183" data-original-width="275" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgvugMwoADuZyK3ABQA9eQcacKRYfWcZe8U0Xoq2ZlaAutvdFly7zsQ-gwpkG38bchaZ_PL8l8kGsX7Ae_Vw89HRVobs2bIokKsV7a6wW_1g75UELoILy-sXI1kjmPYfIngQk8KGnJAKlwQYvsaQf8x1eLY6UxeUZEJaOvJmy1eBlLlY0RVaM8/w400-h266/Mount%20Gongga%20China.jpg" width="400" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Durante il congresso del Partito Comunista del giugno 1943, Mao Zedong citò un'antica favola cinese che grazie a lui divenne celebre come esempio di perseveranza e di tenacia nel perseguire uno scopo senza mai deflettere. Lasciamogli la parola:<br /><br /><i>Una antica favola cinese, intitolata Come Yu Kung rimosse le montagne, racconta di un vecchio che viveva tanto, tanto tempo fa nella Cina settentrionale ed era conosciuto come il "vecchio sciocco delle montagne del nord". La sua casa guardava a sud e davanti alla porta due grandi montagne, Taihang e Wangwu, gli sbarravano la strada. Yu Kung decise di spianare con l'aiuto dei figli, le due montagne a colpi di zappa. Un altro vecchio, conosciuto come il "vecchio savio", quando li vide all'opera scoppiò in una risata e disse: "Che sciocchezza state facendo! Non potrete mai, da soli, spianare due montagne così grandi". Yu Kung rispose: "Io morrò, ma resteranno i miei figli; morranno i miei figli, ma resteranno i nipoti, e così le generazioni si susseguiranno all'infinito. Le montagne sono alte, ma non possono diventare ancora più alte; ad ogni colpo di zappa, esse diverranno più basse. Perché non potremmo spianarle?" Dopo aver così ribattuto l'opinione sbagliata del vecchio savio, Yu Kung continuò il suo lavoro un giorno dopo l'altro, irremovibile nella sua convinzione. </i><span style="text-align: left;"><i>Ciò impietosì il Cielo, il quale inviò sulla terra due esseri immortali che portarono via le montagne sulle spalle.</i></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Una conclusione alquanto sorprendente per un materialista dichiarato, ma Mao si affrettò a precisare:</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><i>Dobbiamo essere perseveranti e lavorare senza tregua, e noi pure commuoveremo il Cielo, e questo cielo non è altro che il popolo di tutta la Cina. Se esso si solleverà per spianare con noi le montagne, perché non potremmo riuscirci?</i></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><i><br /></i></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Una bella metafora, non c'è che dire, ma forse ce n'è un'altra più adatta a esprimere il fallimento sanguinoso di tante rivoluzioni e utopie, non solo quella cinese. È una metafora che mi era venuta in mente da molto tempo, quando improvvisamente mi era balenata l'idea di un'altra conclusione possibile per la favola, che aveva trascurato un particolare importante ma decisivo:</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><b><i>E così Yu Kung continuò a lavorare, un giorno dopo l'altro, un anno dopo l'altro. E dopo di lui, ammirevolmente, i suoi discendenti per novemila generazioni. Fino a quando, trasparente e chiara, sorse l'alba dell'ultimo giorno, e l'ultimo discendente dette l'ultimo colpo di zappa a quello che ormai era un piccolo, insignificante pugno di terra. Tutto quello che restava delle immense montagne. La strada era libera, e davanti a lui si apriva finalmente un panorama di sconfinata bellezza. Troppo emozionato per parlare, incredulo di aver portato a termine un lavoro così immane cominciato trecento secoli prima, l'uomo si asciugò il sudore e contemplò a lungo in silenzio il paesaggio davanti a lui. Poi si voltò per tornare a casa. E fu allora che vide...</i></b></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><b><i><br /></i></b></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><b><i>O meglio, non vide quasi più nulla perché i detriti che lui, il suo avo Yu Kung e le novemila generazioni avevano accumulato erano alti, altissimi fino al cielo. Due montagne spaventose che chiudevano di nuovo l'orizzonte, stavolta dietro di lui. La strada di casa era scomparsa, e lui improvvisamente si sentì immensamente stanco e svuotato. Mai avrebbe avuto l'energia di riprendere quel lavoro inutile, né lui né i suoi discendenti. Si sedette sulla prima pietra che trovò, all'ombra di quelle nuove montagne, e non disse nemmeno una parola.</i></b></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><b><i><br /></i></b></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><b>Giovanni Romano</b></div><p></p>La voce dal vicolohttp://www.blogger.com/profile/04078305788912375439noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-11445995.post-19328830821215737862022-08-01T17:54:00.003+02:002022-08-01T17:54:53.417+02:00"Silence": un fim girato dalla parte dei persecutori<p style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; text-align: left;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjPefLaQZJRvBlh3qXBAqdRWeCzFgYtcVYbE9Yaa9vtRBy3ItpxRS63P8vXbMi52kY7gcDKMDGNFfPq1ADbzWHkxJ04TK4hHN0DwgIxyATy8knd4XR9Oip_OvFyQiRDYFthSVAdTStgwt2-0IeMGI6HEGthjpjhraFxShJLlpTQvIFduKy_38Y/s3527/Tokugawa_Ieyasu2_full.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="3527" data-original-width="1769" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjPefLaQZJRvBlh3qXBAqdRWeCzFgYtcVYbE9Yaa9vtRBy3ItpxRS63P8vXbMi52kY7gcDKMDGNFfPq1ADbzWHkxJ04TK4hHN0DwgIxyATy8knd4XR9Oip_OvFyQiRDYFthSVAdTStgwt2-0IeMGI6HEGthjpjhraFxShJLlpTQvIFduKy_38Y/w200-h400/Tokugawa_Ieyasu2_full.jpg" width="200" /></a></div><br />Non
ho visto il film di Scorsese e non penso che lo farò, perché le
scene di tortura mi fanno molta impressione, e in questa pellicola
certamente non mancano. Sono dunque costretto a scrivere, per così
dire, di seconda mano e per sentito dire, ma mi è parso di capire
che il film è stato salutato con grande entusiasmo dalla maggioranza
dei commentatori anche cattolici, e accolto con scetticismo da una
esigua minoranza. Per una più ampia presentazione del film e della
trama, suggerisco l'articolo di Brad Miner pubblicato l'11 gennaio
2017 sul sito La Nuova Bussola Quotidiana (www.lanuovabq.it) al link
http://tinyurl.com/hvdkzg4.<p></p>
<p style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; orphans: 0; widows: 0;"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;">Credo
sia necessario fare tre premesse.</span></p>
<p style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;">In
primo luogo, il film viene a colmare una secolare lacuna storica,
anzi una vera e propria congiura del silenzio sulle persecuzioni e i
massacri dei cattolici giapponesi nel secolo XVII, persecuzioni che
furono addirittura giustificate e applaudite nientemeno che
dall'Apostolo della Tolleranza, Voltaire (vedi alla voce «Giappone»
nel suo «Dizionario filosofico»). Proprio su questo punto, tra
parentesi, il titolo del film si rivela in tutta la sua pregnanza: le
persecuzioni furono così feroci da ridurre effettivamente al
silenzio la cristianità giapponese per oltre due secoli. Silenzio
poi, quando non aperta connivenza (come nel caso del sopracitato
Voltaire) degli intellettuali illuministi in Europa (e ne vedremo la
ragione più profonda che non fu certo motivata dalla paura).
Silenzio infine dalla stessa Chiesa Cattolica che forse volle
nascondere lo smacco più cocente della sua attività missionaria ed
esorcizzare la domanda posta dal film: è proprio vero che il
cristianesimo è positivo, è un bene per tutti gli uomini, per tutte
le nazioni, per tutte le culture, o è piuttosto un fattore di
divisione, di turbativa delle coscienze, di ribellione all'ordine
costituito e di infiacchimento dello stato? (Gibbon docet!).</span></p>
<p align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; orphans: 0; widows: 0;"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; text-align: left;">Seconda
premessa: siamo sicuri che il film prenda realmente le parti dei
perseguitati o piuttosto giustifica indirettamente i loro persecutori
attraverso il trionfo dell'apostasia? Per meglio dire: a giudicare
dalla trama, il film sembra propendere a favore di coloro che
abiurarono sotto la tortura o la minaccia della tortura, e tratta da
fanatici irresponsabili quelli che rimasero fermi nella fede perché
attirarono l'ira delle autorità sulla loro comunità ed esposero sé stessi, le loro famiglie e i loro amici a violenze di ogni genere in
nome della loro "ostinazione".</span></p>
<p align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; orphans: 0; widows: 0;"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; text-align: left;">Terza
premessa: la misericordia. In questo film, se ne ho capito bene la
trama, la misericordia e il perdono vanno non tanto ai persecutori quanto a coloro che hanno rinnegato la fede o peggio
ancora tradito i loro fratelli.</span></p>
<p align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; orphans: 0; widows: 0;"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; text-align: left;">Intendiamoci:
qui non si tratta di giudicare nessuno, meno che mai gli uomini e le
donne che dovettero affrontare quelle situazioni spaventose e i
drammi di coscienza che comportavano. Si può invece, anzi si deve,
prendere posizione nei confronti di chi ha girato il film, di come
abbia letto quella vicenda storica e soprattutto di quale messaggio
ha voluto far passare.</span></p>
<p align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; orphans: 0; widows: 0;"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; text-align: left;">Cominciamo
innanzitutto con il constatare che la persecuzione in Giappone fu
condotta con una determinazione assolutamente spietata e con criteri
quasi scientifici per l'epoca, e a differenza delle persecuzioni in
Occidente, ebbe un successo quasi completo. Questo per due ragioni: in
Occidente il cristianesimo riuscì a fare propria la filosofia greca
che già apparteneva al mondo classico, e si trovò a operare in una
struttura statuale ancora regolata dal diritto romano che temperava
l'assolutismo dell'imperatore (che ad esso anzi si richiamava
apertamente). Nessuno di questi due elementi esisteva in Giappone.
Sotto questo aspetto Voltaire aveva ragione, a modo suo: il
cristianesimo possiede effettivamente una carica di destabilizzazione
sociale (sarebbe più corretto dire: di rifondazione dei rapporti
umani), una carica tanto più dirompente in una società come quella
giapponese in cui l'obbedienza cieca all'imperatore e alle autorità,
il conformarsi all'armonia sociale mascherava il più crudo
dispotismo e i rapporti sociali più iniqui. Non è un caso che al
cristianesimo aderirono non solo esponenti delle classi alte ma
numerosi contadini poveri e sfruttati, che per la prima volta in vita
loro vedevano riconosciuta la loro dignità di esseri umani e figli
di Dio.</span></p>
<p align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; orphans: 0; widows: 0;"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; text-align: left;">Il
cristianesimo, inoltre, desacralizzava la figura dell'imperatore (e
dunque tutta la piramide sociale che ne dipendeva) trasformandolo
agli occhi dei cristiani in un essere umano dotato certamente di
autorità ma sottoposto anch'egli alla legge e al giudizio di Dio.</span></p>
<p align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; orphans: 0; widows: 0;"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; text-align: left;">Non
so se il film colga questi punti, ma a giudicare dalla trama direi
che si metta piuttosto dalla parte dell'ordine costituito. Ad
esempio, uno dei protagonisti del film è un ex cristiano o sacerdote
che non solo ha apostatato, ma si è trasformato nel più accanito e
spietato persecutore dei cattolici (il contrario di San Paolo!). Le
pressioni che costui è capace di esercitare sui fedeli sono
incredibili. Oltre alle più barbare torture fisiche, usa metodi di
pressione più raffinati, come ad esempio la tortura psicologica
contro il sacerdote che non vuole abiurare e che viene costretto ad
assistere alle sevizie e all'uccisione dei suoi parrocchiani. L'inquisitore
non esita a rinfacciargli la sua fede: «Perché ti ostini tanto
stupidamente con il tuo orgoglio? Cosa ti costa sfiorare appena
appena col piede questa immagine di Cristo?</span><sup style="font-family: "Times New Roman", serif; text-align: left;"><a class="sdfootnoteanc" href="#sdfootnote1sym" name="sdfootnote1anc"><sup>1</sup></a></sup><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; text-align: left;">
Fallo, e noi cesseremo le torture e lasceremo andare i tuoi amici. Se
invece moriranno tra i tormenti sarà solo colpa tua!».</span></p>
<p align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; orphans: 0; widows: 0;"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; text-align: left;">Un sistema degno della Gestapo e dell'NKVD, che sarebbero venute ben tre secoli dopo! Non
credo che il regista, in nessun punto del film, faccia osservare che
tanta crudeltà dipende dalla libera volontà dei persecutori, non
certo dai perseguitati, e che non si può accettare un ricatto morale
tanto grossolano. Nessuno può scaricare sugli altri la
responsabilità della sofferenza che ha scientemente deciso di
infliggere ai suoi simili.</span></p>
<p align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; orphans: 0; widows: 0;"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; text-align: left;">Un
altro argomento che probabilmente compare di frequente nel film è
che il cristianesimo non sarebbe adatto alla civiltà giapponese,
sarebbe anzi un corpo estraneo, un'imposizione venuta dall'esterno e
teleguidata dal Vaticano. Questo naturalmente è un sofisma: se le
cose stessero veramente così non sarebbe stato necessario
perseguitarlo con tanta violenza, perché l'appello dei missionari
non avrebbe trovato proseliti e sarebbe caduto nel vuoto come quello
di San Paolo all'Aeropago. Ho già mostrato quale carica dirompente
avesse il cristianesimo nei confronti di una delle società più
chiuse, conformiste e repressive del mondo, una società in cui
l'individuo semplicemente non esiste come persona ed è sempre
spendibile nell'interesse della comunità (o meglio del potere). Qui
mi interessa affermare che la </span><i style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; text-align: left;">vulgata </i><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; text-align: left;">del film è una piena
giustificazione del relativismo e delle culture a compartimenti
stagni, senza possibilità di interazione reciproca. O meglio:
secondo questa vulgata sono sempre i cristiani che devono «aprirsi»
alle altre culture, ma il viceversa sarebbe sempre prevaricazione e
imposizione. Questo finisce per avere due conseguenze: ghettizzare il
cristianesimo entro la cultura occidentale (e sappiamo quanto questa
cultura sia capace di auto-denigrazione, come disse a Subiaco l'allora Card. Ratzinger nel settembre del 2005</span><sup style="font-family: "Times New Roman", serif; text-align: left;"><a class="sdfootnoteanc" href="#sdfootnote2sym" name="sdfootnote2anc"><sup>2</sup></a></sup><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; text-align: left;">),
e negare che esso sia capace di parlare all'uomo in quanto tale,
sotto qualsiasi latitudine, comprendendo e abbracciando le esigenze
più fondamentali del cuore umano che è il medesimo in tutti.</span></p>
<p align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; orphans: 0; widows: 0;"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; text-align: left;">In
ultimo la misericordia <i>dei cristiani</i>. Forse è questo il punto più toccante e umano
del film. Uno dei protagonisti è un traditore apostata che ha fatto
imprigionare e torturare un sacerdote suo amico fraterno. Continua a
tradire ma torna sempre da lui a chiedere l'assoluzione perché ogni
volta ammette la sua colpa, e ogni volta viene perdonato e assolto.
Questo è un punto importante. La misericordia opera quando c'è
almeno il riconoscimento di quello che si è e di quello che si è
fatto. La misericordia invece è vana verso chi compie il male
rivendicandolo come suo diritto o peggio ancora come suo merito. Se
poi il film volesse insinuare che l'idea che qualunque comportamento
sarà comunque perdonato, ne lascio l'eventuale responsabilità al
regista e soprattutto all'autore del libro da cui il film è tratto.</span></p>
<p align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; orphans: 0; widows: 0;"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; text-align: left;">Permettetemi
dunque, alla fin dei conti, di non unirmi al coro di tante voci,
anche cattoliche, che hanno subito gridato al capolavoro. Può
esserlo quanto alla superba recitazione degli attori, ma dal punto di
vista del contenuto ne sono molto meno sicuro.</span></p>
<p align="right" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; orphans: 0; widows: 0;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: 12pt;"><i><b>Giovanni
Romano</b></i></span></span></span></p>
<div id="sdfootnote1"><p style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; orphans: 0; widows: 0;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;"><a class="sdfootnotesym" href="#sdfootnote1anc" name="sdfootnote1sym">1</a><span style="color: black;"><span style="font-size: 10pt;">
. Si allude al calpestamento del Crocifisso o di una immagine sacra
per provare la propria rinuncia al cristianesimo.</span></span></span></span></span></p>
<p class="sdfootnote"><br />
</p>
</div>
<div id="sdfootnote2"><p style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; orphans: 0; widows: 0;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;"><a class="sdfootnotesym" href="#sdfootnote2anc" name="sdfootnote2sym">2</a><span style="color: black;"><span style="font-size: 10pt;">
. Vedi http://tinyurl.com/z4feu42</span></span></span></span></span></p>
<p class="sdfootnote"><br />
</p>
</div>La voce dal vicolohttp://www.blogger.com/profile/04078305788912375439noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-11445995.post-31456954630435698332022-07-29T14:42:00.007+02:002022-09-18T20:29:13.564+02:00Il caso Meade: quando il tempo NON è galantuomo<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh2ClfgZ59uMrAUWIpP3c0y0oelVPxWKozis5abdx6fZD8P_qyj0bKJG6G0RQ7dU467rr1rHI_nNo3hPkcSc6xZtNTDZttMo7ffPOTMzLkHbo7_wCpsKUDjVBYFSPxolwCwjcuc3buNEmmq9YO2JK-ky5lTIu2AYh9hS9yk447Bl-rl31O0ogY/s474/Gettysburg.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="278" data-original-width="474" height="188" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh2ClfgZ59uMrAUWIpP3c0y0oelVPxWKozis5abdx6fZD8P_qyj0bKJG6G0RQ7dU467rr1rHI_nNo3hPkcSc6xZtNTDZttMo7ffPOTMzLkHbo7_wCpsKUDjVBYFSPxolwCwjcuc3buNEmmq9YO2JK-ky5lTIu2AYh9hS9yk447Bl-rl31O0ogY/s320/Gettysburg.jpg" width="320" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">La battaglia di Gettysburg (1-3 luglio 1863) non fu soltanto la più sanguinosa in assoluto della Guerra di Secessione, fu anche la battaglia che decise il corso del conflitto a favore degli stati del Nord. Avesse vinto il generale Lee, probabilmente i sudisti sarebbero stati in grado di marciare fino a Washington e imporre quanto meno un trattato di pace che avrebbe costretto gli unionisti a riconoscere la Confederazione. Le cose, come sappiamo, andarono diversamente: i sudisti furono fermati con gravissime perdite da cui l'esercito di Lee non si riprese più. Da quel momento in poi l'iniziativa passò definitivamente nelle mani dei nordisti che due anni dopo costrinsero il Sud alla resa.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Le perdite, come si è detto, furono terribili da ambo le parti, e quasi uguali: 23.055 per il Nord, 23.231 per il Sud (tra morti, feriti e dispersi), ma il Nord era più popoloso, il suo esercito era meglio equipaggiato, con una struttura industriale più sviluppata così che poté rimpiazzare le perdite e passare all'offensiva, mentre il Sud da quel momento dovette ripiegare su una difensiva oramai senza più prospettive.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjnCNsEtSeFh60gm2DPzETC7bc_eH0EKoGTRYTzNe2-d22wVyx2w1TKz8i9mb1_b6TpjI4beMN_SqOQlVnvsVgmRQuI5X7IZobuwMj31liyr5GIgbBmqK5aPQaG9Ics_yQFr7mblLGbqHqkTBhCboz0E-cy2Wmk6F_pjytEZ_Aokwf8sdIRrCY/s1024/George_G._Meade_Standing-661x1024.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1024" data-original-width="661" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjnCNsEtSeFh60gm2DPzETC7bc_eH0EKoGTRYTzNe2-d22wVyx2w1TKz8i9mb1_b6TpjI4beMN_SqOQlVnvsVgmRQuI5X7IZobuwMj31liyr5GIgbBmqK5aPQaG9Ics_yQFr7mblLGbqHqkTBhCboz0E-cy2Wmk6F_pjytEZ_Aokwf8sdIRrCY/w129-h200/George_G._Meade_Standing-661x1024.jpg" width="129" /></a></div><br />La battaglia, però, fece un'altra vittima nel campo nordista: proprio il generale che l'aveva vinta, George G. Meade. Dapprima fu acclamato come un eroe, e quasi subito divenne bersaglio di una violenta campagna denigratoria che ne sminuì il ruolo e ne macchiò la reputazione ben oltre la morte. Solo in tempi molto recenti si sta finalmente rivalutando non solo la sua azione di comando a Gettysburg ma anche il suo valore come stratega.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Può sembrare strano che Meade non sia stato pubblicamente rivalutato oggi, in un'America completamente in preda alla <i>cancel culture</i>, in cui si stanno rimuovendo sistematicamente le statue dei generali sudisti e ogni documento di parte confederata. Come mai allora, ci si chiede, non celebrare proprio il generale che vinse gli schiavisti del Sud? (Ironia della sorte: tanto Lee quanto "Stonewall" Jackson erano personalmente contrari alla schiavitù).</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">La storia è raccontata in un lungo articolo di <a href="https://tinyurl.com/2p928d8y">Historynet.com</a>, che mi ha dato da pensare per via del terribile potere che può avere una stampa irresponsabile e faziosa nel falsare deliberatamente la verità e peggio ancora farla passare nei libri di storia.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiv8uNRM80T67CHkd-UWJnXfpyfHmnP0PUAKQ1TuXnAQmvAP8r05SrrrN1ckzPo6G3KShNbiY8GH7wYmt-piCc9bFpy4yVdCp_TurWaRYVSAwXN1dZ7jBOGeJ0pYBQMuNyJS2Nv4sJH9pYVBO1aCxf2jnO4aR9RqlV9Fo7jfaVaoI-BWP7wrvc/s546/DAN-SICKLES-MISSING-LEG-CIVIL-WAR-GENERAL-ONLINE-ACW.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="546" data-original-width="364" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiv8uNRM80T67CHkd-UWJnXfpyfHmnP0PUAKQ1TuXnAQmvAP8r05SrrrN1ckzPo6G3KShNbiY8GH7wYmt-piCc9bFpy4yVdCp_TurWaRYVSAwXN1dZ7jBOGeJ0pYBQMuNyJS2Nv4sJH9pYVBO1aCxf2jnO4aR9RqlV9Fo7jfaVaoI-BWP7wrvc/w133-h200/DAN-SICKLES-MISSING-LEG-CIVIL-WAR-GENERAL-ONLINE-ACW.jpg" width="133" /></a></div><br />Ma procediamo con ordine. Com'è noto, l'episodio culminante della battaglia di Gettysburg fu l'inutile carica dei virginiani del generale Pickett contro le linee nordiste, che si risolse in un massacro e costrinse i sudisti a ripiegare. Ma la battaglia era stata in bilico nei due giorni precedenti, con scontri estremamente sanguinosi che avevano visto vacillare i nordisti più di una volta. Un comandante nordista, in particolare, il generale Daniel Sickles, contravvenne agli ordini di Meade e fece avanzare isolatamente il suo corpo d'armata, creando un pericoloso vuoto nella linea del fronte ed esponendo le sue truppe agli attacchi dei sudisti da ogni direzione. L'intero esercito nordista si trovò in pericolo di accerchiamento, e fu solo la prontezza di Meade nell'afferrare la situazione e inviare immediatamente rinforzi nel punto critico a impedire lo sfondamento dei sudisti. In questo scontro particolarmente cruento Sickles perse una gamba per un colpo di cannone.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8T5XAIUxAIhEf4bTN7r8wll9VlfvlOxZ-ZvpdFJuMws0SmRJ8tOXRSlWbyQVdVg1IqwFEQ5QMGyhEJqMxl5w11sQ7KDKHVoVBZtQo-kfq5GxTz3rYSYO2E7ZqlBB4sx41CEbmuwOMN6eCBjzU5_wfQ_DqY99HK-BV68HiBb5cF-mdYMapkGo/s592/Grant.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="592" data-original-width="474" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8T5XAIUxAIhEf4bTN7r8wll9VlfvlOxZ-ZvpdFJuMws0SmRJ8tOXRSlWbyQVdVg1IqwFEQ5QMGyhEJqMxl5w11sQ7KDKHVoVBZtQo-kfq5GxTz3rYSYO2E7ZqlBB4sx41CEbmuwOMN6eCBjzU5_wfQ_DqY99HK-BV68HiBb5cF-mdYMapkGo/w160-h200/Grant.jpg" width="160" /></a></div>Ma la cosa era destinata ad avere uno strascico ben più amaro. Dopo la battaglia, passato l'entusiasmo iniziale, Meade venne criticato per non avere immediatamente incalzato i sudisti ormai quasi in rotta. In verità anche le sue truppe, per quanto vittoriose, erano decimate e sfibrate, non certo in grado di condurre un inseguimento. Fu forse per questo motivo che il presidente Lincoln, particolarmente severo coi suoi generali, nominò comandante supremo quello che sarebbe stato il vincitore della guerra, Ulysses S. Grant, che con la sua energica azione mise rapidamente in ombra Meade, il quale, tuttavia, anche da subordinato collaborò sempre lealmente con lui.<br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Ma la vera battaglia di Meade, da quel momento in poi, si svolse sui giornali e negli uffici del Ministero della Difesa. A guidare il fronte dei diffamatori fu proprio Sickles (ex membro del Congresso prima della guerra, con importanti appoggi politici), che una volta rimessosi dall'amputazione cominciò ad attaccare il suo ex-superiore con articoli e lettere, rivendicando meriti inesistenti. Grant fece ben poco per difendere Meade, ache se più di una volta lo assicurò - ma sempre in privato - della sua stima e della sua amicizia, e se non altro fece in modo che Lincoln lo promuovesse di grado, sia pure inconcepibilmente in ritardo rispetto ad altri comandanti meno meritevoli di lui.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Triste a dirsi, le voci di discredito seminate da Sickles trovarono ampia eco nella stampa, Meade divenne da un giorno all'altro un inetto, un vigliacco, un incapace che si era lasciato sfuggire la vittoria definitiva, e peggio ancora che aveva messo in pericolo <i style="font-weight: bold;">lui</i>, Sickles, lasciandolo solo a combattere eroicamente contro l'intero esercito sudista.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Meade, da persona riservata e seria qual era, non replicò mai a questi attacchi sulla stessa scala di Sickles, salvo sfogarsi privatamente con la moglie e protestare in via amministrativa con il Ministero della Guerra, e fu costretto addirittura a difendersi di fronte a una commissione d'inchiesta che se non altro appurò qualcuna delle menzogne di Sickles. Il generale concluse la guerra sempre al fianco di Grant, che non invitò né lui né il suo stato maggiore alla cerimonia della resa di Appomattox il 9 aprile 1865. Meade morì quasi dimenticato il 6 novembre 1872; Sickles, che fino all'ultimo lo coprì di fango, morì ultanovantenne nel 1914.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Il lato più deprimente di questa vicenda è che per molto tempo le calunnie di Sickles passarono dai giornali ai manuali di storia, tanto da aver sminuito il ruolo e la figura di Meade fino ai giorni nostri. Per questo l'articolo mi ha colpito: è fin troppo evidente come una stampa completamente asservita e irresponsabile può accodarsi a una versione distorta dei fatti, assassinare una personalità, falsificare la storia e far diventare verità le menzogne più grossolane. E non esistevano ancora i social!</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">I paralleli con la recente storia italiana sono fin troppo ovvi. Quante personalità, da Craxi ad Andreotti fino a Berlusconi, sono state ignobilmente mostrificate dai media? Quanti studiosi sono stati accusati di "putinismo" solo per aver portato alla luce fatti scomodi? Meade ha dovuto aspettare più di un secolo e mezzo perché almeno si iniziasse a riabilitare la sua memoria, ma una attesa così lunga smentisce l'idea che il tempo è galantuomo, perché intere generazioni di americani si sono succedute nella convinzione che egli fosse quasi il responsabile di una sconfitta anziché il generale della vittoria.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">E noi, quanto dovremo aspettare per un giudizio più sereno e obiettivo sulla <i style="font-weight: bold;">nostra</i> storia?</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><b><i>Giovanni Romano</i></b></div><p></p>La voce dal vicolohttp://www.blogger.com/profile/04078305788912375439noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-11445995.post-53292871391154102112022-07-20T18:24:00.004+02:002022-07-29T13:00:14.096+02:00La Chiesa e "l'effetto Mullah"<p><span style="font-size: 12pt;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjHoj7Ra8h8-TYvQAbf6Bov0E9cdJ6IlmG9n9elgn4v5NVUH_m1JhT17QZtxyz-PzARm8cXqwY2Bq06kiH3pz-NZwScbe7fHSzgDZI7U410wBkWR7V8EYSmrtIrQLVHDFuipcVcnR0HR053D_Q8CynozbfMmAvJn9JgsJ3rjbpcJ3bLQp6ny20/s250/47279050-mosque.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="199" data-original-width="250" height="159" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjHoj7Ra8h8-TYvQAbf6Bov0E9cdJ6IlmG9n9elgn4v5NVUH_m1JhT17QZtxyz-PzARm8cXqwY2Bq06kiH3pz-NZwScbe7fHSzgDZI7U410wBkWR7V8EYSmrtIrQLVHDFuipcVcnR0HR053D_Q8CynozbfMmAvJn9JgsJ3rjbpcJ3bLQp6ny20/w200-h159/47279050-mosque.jpg" width="200" /></a></div><br /><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: 12pt;">Un'antica
favola persiana, probabilmente di fonte sufi, narra che una volta su
un villaggio cadde una strana pioggia. Tutti gli uomini che bevvero
di quell'acqua impazzirono, si mettevano a ridere sguaiatamente e
senza motivo, facevano boccacce, urla e capriole, nessuno più badava
a lavorare. L'unico che non l'aveva bevuta era il mullah, che cercò
invano di riportare alla ragione i suoi compaesani, disperato di
vederli ridotti in quello stato. Alla fine, stanchi delle sue
prediche e dei suoi ammonimenti, gli uomini lo afferrarono e tra
lazzi e risa sgangherate lo buttarono dentro un vecchio pozzo
dicendogli che l'avrebbero tirato fuori di lì quando avesse
recuperato la ragione.</span></div><p></p>
<p align="justify" style="margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-size: 12pt;">Rimasto
solo in fondo al pozzo, il mullah rifletté: "Qui dentro finirò
per morire di fame e di sete. Chi me l'ha fatta fare a restare
diverso dagli altri? Tanto vale che anch'io mi comporti come loro,
forse mi tireranno fuori di qui". Vide che sul fondo del pozzo
era rimasta un po' di quell'acqua e ne bevve. Subito impazzì anche
lui e si mise a ridere, a fare capriole, smorfie e boccacce come
tutti gli altri.</span></p>
<p align="justify" style="margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-size: 12pt;">Quando
videro questo, i compaesani si dissero: "Meno male, è tornato
in sé", e tra lazzi e sghignazzate lo tirarono su e lo
riportarono in trionfo alla moschea, dove lui riprese il suo posto. E
tutti - non c'è bisogno di dirlo - vissero felici e contenti </span><span style="font-size: 12pt;"><i>perché
era venuto a mancare l'unico che potesse farli accorgere di quanto in
realtà fossero alterati</i></span><span style="font-size: 12pt;">.</span></p>
<p align="justify" style="margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-size: 12pt;">Questo
apologo, a ben guardare, va oltre la scontata affermazione secondo
cui in un paese di folli l'unica persona rimasta sana di mente passa
per un pazzo. La sua morale è che bisogna adeguarsi alla pazzia per
essere accettati dagli altri e conservare il proprio ruolo sociale. Più a fondo, il racconto sottintende che il mondo è una gabbia di
matti dove le prediche di un mullah sono considerate folli quando è
serio, serie quando è folle. La verità, ammesso che esista, se c'è
non ha importanza ed è completamente inefficace nelle vicende umane. Meglio adeguarsi dunque, meglio seguire la corrente
fino al punto di convincersi che quella sia la normalità.</span></p>
<p align="justify" style="margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-size: 12pt;">Dal
punto di vista cristiano, e anche da quello più generale del primato
della coscienza ereditato dalla filosofia greca (il paragone con il
mito della caverna di Platone è fin troppo ovvio) questa favoletta è
la più completa e coerente apologia del relativismo nella quale mi
sia stato dato di imbattermi. Richiamarsi alla verità non
solo è folle, non solo è controproducente ma è soprattutto
inutile, perché gli uomini non sono in grado né di vederla né di
capirla. Qui l'apologo mostra in modo nemmeno troppo velato il suo
disprezzo tanto verso la ragione quanto verso il cuore: la sua morale
è il contrario esatto del martirio perché il martire (non a caso,
etimologicamente, "il testimone") non solo affida
completamente e irrevocabilmente il suo destino a Uno al di fuori di
sé, indipendentemente dal consenso della comunità, ma con il suo
gesto fa appello alla coscienza e alla ragione di chi rimane, nella
speranza che qualcuno possa almeno rimanere colpito dal suo
sacrificio e interrogarsi. Grazie alla resa del mullah gli uomini del
villaggio restano invece prigionieri della loro "normalità",
e proprio il momento della sua accettazione e del suo trionfo
apparente è il momento in cui va definitivamente perso quel poco che
restava di evidenza e di ragione.</span></p>
<p align="justify" style="margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-size: 12pt;">Cosa
c'entra tutto questo con la Chiesa? Temo che c'entri anche troppo. La
Chiesa di Papa Francesco sembra trovarsi nella stessa condizione di
quel povero mullah. Due o tre secoli di continue lotte contro il
libertinismo, il laicismo illuminista, il marxismo e buon ultimo il
relativismo hanno forse finito per sfibrarla e demoralizzarla nella
misura in cui il suo sguardo è diventato più mondano. Vistasi del
tutto ignorata e vilipesa, una buona fetta dei suoi membri, e non dei
meno importanti, ha deciso di adeguarsi, di accontentarsi di un ruolo
di "ospedale da campo", di denunciare quel che già
denunciano tutti, di condannare quel che già condannano tutti, di
accettare quel che già accettano tutti. Proprio il contrario di
quanto aveva intuito il genio di T. S. Eliot: "La Chiesa è dura
dove gli uomini la vorrebbero tenera, e tenera dove gli uomini la
vorrebbero dura". </span>
</p>
<p align="justify" style="margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-size: 12pt;">Non
è un andazzo nato con questo pontificato, anche se proprio sotto
Papa Francesco è stato favorito, amplificato, esasperato fino a
diventare la norma. Un prete avido di denaro, un cardinale assetato
di potere sono pessimi esempi di mondanizzazione, siamo d'accordo. Ma
non lo sono forse altrettanto quei preti, quelle suore, quei laici
che benedicono le unioni gay e peggio ancora gli uteri in affitto?
Non è forse mondanizzazione pensare - in diretto contrasto col
Vangelo - che l'uomo si salva o si danna secondo quel che mangia e
beve, come pensano fin troppi cattolici vegani? Non è forse
mondanizzazione l'indifferenza o peggio ancora il fastidio di troppi
cattolici, ecclesiastici e laici, verso chi si richiama ai principi
non negoziabili: vita, famiglia, libertà di educazione?</span></p>
<p align="justify" style="margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-size: 12pt;">Il problema, a ben guardare, non riguarda coloro che sono fuori dalla
Chiesa e che per giunta non vengono affatto richiamati ad aderire ai
suoi insegnamenti ("per non turbare le coscienze", in nome
del "dialogo"). Il problema si è inasprito all'interno
stesso della Chiesa. Chi ha bevuto l'acqua intossicata del
relativismo pensa di essere più libero, più felice, più "aperto"
rispetto a chi è rimasto "rigido", "dogmatico",
"fariseo" (tutti epiteti distribuiti con grande prodigalità
da questa Chiesa tanto "misericordiosa"). Ma a differenza
del mullah e del suo apologo, non a caso nato in una cultura che ha
come valore assoluto la sottomissione, più d'uno nella Chiesa ha
rifiutato di bere quell'acqua e continuerà a farlo, consapevole che
la sua dignità e il suo destino non si basano sul successo o sul
consenso del villaggio, matto o ragionevole che sia.</span></p>
<p align="right" style="margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-size: 12pt;"><i><b>Giovanni
Romano</b></i></span></p>La voce dal vicolohttp://www.blogger.com/profile/04078305788912375439noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-11445995.post-62522252147829363412022-07-09T12:16:00.009+02:002022-09-18T20:16:17.069+02:00"NATURE" contro natura<div style="text-align: justify;">Poco tempo prima che la sentenza della Corte Suprema USA ripristinasse il diritto a vivere dei bambini non nati ribaltando la Roe vs. Wade, mi ero imbattuto in questo articolo, probabilmente della rivista <i>Nature:</i></div><div style="text-align: justify;"><i><br /></i></div><div style="text-align: justify;"><i><a href="https://www.nature.com/articles/d41586-021-02834-7">https://www.nature.com/articles/d41586-021-02834-7</a></i></div><div style="text-align: justify;"><i><br /></i></div><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgmcBwnlvWeKuDEB4q1rpT2ewD3dOosvgnEghIeZa0YXovV_5WpFnlIwmMPufDBXLjrtNkehGUR72c6-zq2AckIAt7kChVlT9ljjmSDvJg0z2hd-TzsjuzLuTBtZBUtcIZMcXA8YOm9rrA3q8TyxiCy9Kw3igOhChNCh228sCcat-TnyFcWC00/s791/Titolo%20rivista%20NATURE.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="588" data-original-width="791" height="297" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgmcBwnlvWeKuDEB4q1rpT2ewD3dOosvgnEghIeZa0YXovV_5WpFnlIwmMPufDBXLjrtNkehGUR72c6-zq2AckIAt7kChVlT9ljjmSDvJg0z2hd-TzsjuzLuTBtZBUtcIZMcXA8YOm9rrA3q8TyxiCy9Kw3igOhChNCh228sCcat-TnyFcWC00/w400-h297/Titolo%20rivista%20NATURE.jpg" width="400" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Com'è ovvio, ciascuna delle due parti ha mobilitato i propri esperti, e questo lungo articolo elenca tutta una serie di ragioni per cui l'aborto sarebbe medicalmente, moralmente e persino economicamente (!) benefico per la società.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Non starò a riassumere questi argomenti, ciascuno può andare a leggerseli sull'articolo che ho citato. Ma ciò che mi ha lasciato realmente esterrefatto è stata una nota finale del curatore, così politicamente corretta che più corretta non si può, un'affermazione scientificamente così infondata e ridicola da fare strame di tutte le argomentazioni addotte in precedenza. Eccola:</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirvR93ft-YesBdvPyac1_tlmrd926fWgGpz0SooFRyJaVM0r541J5k77zmaA2t_vxZqrk32r0zutRk29JlUJEGlF_Bg-FW5St75vqI1SQkjPwLw_BTr4XP8SbV9rDqxLMCncyKxmXwdFVxwnj_FzcRJBAYMEQFt-5lD5Pd48fd7xTUEZr4sDE/s810/Incredibile%20affermazione%20di%20NATURE.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="291" data-original-width="810" height="144" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirvR93ft-YesBdvPyac1_tlmrd926fWgGpz0SooFRyJaVM0r541J5k77zmaA2t_vxZqrk32r0zutRk29JlUJEGlF_Bg-FW5St75vqI1SQkjPwLw_BTr4XP8SbV9rDqxLMCncyKxmXwdFVxwnj_FzcRJBAYMEQFt-5lD5Pd48fd7xTUEZr4sDE/w400-h144/Incredibile%20affermazione%20di%20NATURE.jpg" width="400" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">A beneficio di chi non conosce l'inglese, traduco:</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><b><i>Nota del curatore: </i>Nature <i>riconosce che gli </i><i><u>uomini transgender</u> </i><i>e le persone non-binarie <span style="background-color: #fcff01;">possono diventare gravidi</span> e avere bisogno dell'assistenza medica con l'aborto. In questo articolo noi usiamo il termine "donna" per rispecchiare il modo in cui i partecipanti vengono menzionati negli studi che citiamo, e come ci si riferisce a queste persone negli atti del tribunale.</i></b></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><b><i><br /></i></b></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">La sottolineatura e l'evidenziazione sono mie.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Qui si va contro la più elementare evidenza scientifica perché si parla esplicitamente di <i>uomini</i> (lasciamo perdere la categoria nebulosa delle "persone-non-binarie") che "potrebbero diventare gravidi". Anche se si favoleggia di devastanti quanto improbabili interventi chirurgici, l'uomo <u style="font-style: italic; font-weight: bold;">non può</u> diventare gravido. In questo modo non solo si violenta la scienza, ma si opera una ulteriore violenza semantica: il termine "donna", in questo contesto, diventa una mera convenzione, con il risultato di cancellare la sua identità, il suo volto, la sua dignità.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Non so se questo mettere le mani avanti sia stato dettato ai redattori dalla convinzione ideologica (certamente non dall'esperienza) oppure, più probabilmente, dalla paura degli attacchi violentissimi della lobby lgbt. Una cosa è certa: se la scienza deve piegarsi all'ideologia e alla paura ha già abdicato al suo ruolo, e la sua ritirata segna l'inizio di nuovi Secoli Bui, ben peggiori di quelli che si attribuiscono falsamente al Medioevo.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: right;"><b><i>Giovanni Romano</i></b></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><br /><i><br /></i></div>La voce dal vicolohttp://www.blogger.com/profile/04078305788912375439noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-11445995.post-89540550416257124522022-04-22T20:53:00.004+02:002022-07-09T12:51:55.699+02:00La Montaigne del dio cannibale<p></p><p align="justify" style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-size: small;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiPtCctA6PHksdQyCIK56YLvjQk9PdGbWwgpe6w8SQShoONWVlExwQoiXLWETRs3nlVdMwMbf3unxAsvxYFKkxhPopOLArtrLlHxo8Giu1LsYep5vLVpNaBM--CWWBGeppyTR725aX33noZL_i87nxx3k4wKJ8JpcQStR0UAUAQR80-cUK6p40/s612/Montaigne.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="612" data-original-width="474" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiPtCctA6PHksdQyCIK56YLvjQk9PdGbWwgpe6w8SQShoONWVlExwQoiXLWETRs3nlVdMwMbf3unxAsvxYFKkxhPopOLArtrLlHxo8Giu1LsYep5vLVpNaBM--CWWBGeppyTR725aX33noZL_i87nxx3k4wKJ8JpcQStR0UAUAQR80-cUK6p40/w155-h200/Montaigne.jpg" width="155" /></a></span></div><span style="font-size: small;"><br />Avevo bisogno di rinfrescare
la memoria sulla distinzione tra <i>hostis</i><span style="font-style: normal;">
e </span><i>inimicus</i><span style="font-style: normal;"> operata da
Carl Schmitt, così ho letto un articolo su Internet – sarebbe
troppo chiamarlo saggio, in verità. Quel che è scritto a proposito
di Schimitt è di relativa importanza qui. Ciò che mi ha colpito è
stata la sorprendente citazione finale di Montaigne, che ho trovato
barbara, capziosa e menzognera. Ecco il testo:</span></span><p></p>
<p align="justify" style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;"><i style="font-size: 12pt; text-align: left;">Almeno il filosofo tedesco,
come del resto il suo maestro Machiavelli, non pretendeva di fare
della morale sulla pelle dell’avversario vinto e spogliato di tutti
i suoi beni, come fanno i neoconservatori dell’Amministrazione
repubblicana statunitense.</i></p>
<p align="justify" style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><i>Così come, del resto, il
“cannibale felice” di Montaigne (di cui abbiamo parlato in un
recente articolo) uccideva i suoi nemici </i><span style="font-style: normal;">solo</span><i>
per mangiarseli, e non perché non era riuscito a convertirli alla
sua religione o ai suoi costumi o alla sua visione della vita.”</i></span></p>
<p align="justify" style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: 12pt; text-align: left;">Anche
concedendo a Montaigne l’attenuante di avere scritto quella
bestialità in un periodo di feroci guerre di religione, c’è da
rimanere esterrefatti dalla superficialità e dal cinismo disumano di
cui è stato capace questo maestro di sofismi che ha esercitato una
influenza così nefasta sul pensiero occidentale dal XVI secolo in
poi.</span></p>
<p align="justify" style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: 12pt; text-align: left;">Prima
di tutto, Montaigne può essere parzialmente scusato per la sua
ignoranza, perché a quell’epoca non si conosceva l’antropologia
moderna: </span><i style="font-size: 12pt; text-align: left;">Tristi tropici</i><span style="font-size: 12pt; text-align: left;">
di Claude Lévi-</span><span style="font-size: 12pt; text-align: left;">Strauss era
ancora ben al di là da venire. Tuttavia non può essere scusato per aver proiettato una tesi filosofica – peraltro discutibile,
come vedremo – su un comportamento che definire aberrante è poco,
e tutt’altro che accettato tranquillamente persino all’interno
delle culture che lo praticavano.</span></p>
<p align="justify" style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: 12pt; text-align: left;">Il
sofisma è sostenere che il cannibale uccidesse </span><i style="font-size: 12pt; text-align: left;">solo</i><span style="font-size: 12pt; text-align: left;">
per mangiare. Che questo non sia vero lo ammette implicitamente lo
stesso Montaigne quando scrive che il cannibale mangia </span><i style="font-size: 12pt; text-align: left;">il
nemico</i><span style="font-size: 12pt; text-align: left;">. Dunque non mangia
semplicemente per sfamarsi, come fosse la cosa più naturale di
questo mondo. Soprattutto non mangia gli appartenenti alla sua tribù.
L’atto di mangiare un altro essere umano è limitato all’estraneo,
al nemico, in una situazione particolare come può essere la guerra.
Se un essere umano divorasse </span><i style="font-size: 12pt; text-align: left;">normalmente</i><span style="font-size: 12pt; text-align: left;">
i suoi simili per saziare la propria fame, non sarebbe considerato un
“cannibale felice” ma un mostro, uno spirito maligno, un <i>Wendigo</i>,
come le tribù indiane del Nordamerica definivano queste creature
che si trasformavano gradualmente in spaventosi demoni.</span></p>
<p align="justify" style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: 12pt; text-align: left;">Se
ne sono avuti esempi in casi estremi come l’assedio di Leningrado:
mangiare esseri umani semplicemente per fame non rende né felici né
migliori: fa solo diventare mostri.</span></p>
<p align="justify" style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: 12pt; text-align: left;">Va
detto inoltre che il cannibale che uccide il nemico non lo fa mai per
puro appetito materiale. Nessun nemico vinto viene mai mangiato
soltanto per fame (per saziarsi ci sono i suoi beni, il suo bestiame,
i suoi raccolti) bensì per annientarlo e assimilare le sue doti: il coraggio, la
forza, l’astuzia. È un atto culturale, di una cultura distorta
quanto si vuole, ma è un atto umano, </span><span style="font-size: 12pt; text-align: left;">che
va molto al di là della brutale rozzezza con cui lo ha liquidato
Montaigne.</span></p>
<p align="justify" style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: 12pt; text-align: left;">Vi
è poi un’altra obiezione, ancora più seria. Storicamente, sono
state le tribù che praticavano il cannibalismo ad aggredire le
società più pacifiche e più evolute. I Maori, ad esempio,
invasero, massacrarono e divorarono fin quasi alla completa estinzione la
pacifica tribù dei Moriori che, ironia della sorte, praticava la
non-violenza </span><i style="font-size: 12pt; text-align: left;">ante litteram </i><span style="font-size: 12pt; text-align: left;">(<a href="http://www.accademianuovaitalia.it/index.php/storia-e-identita/storia-dei-genocidi/3423-il-genocidio-dei-moriori" target="_blank">Fonte:</a> l’articolo su </span><i style="font-size: 12pt; text-align: left;">Nuova Italia – Accademia Adriatica di
Filosofia</i><span style="font-size: 12pt; text-align: left;">). Il cannibalismo è
sempre basato sul culto della forza e della sopraffazione: agli occhi
del cannibale l’altro è solo una facile preda, forse segretamente
invidiato perché, checché ne pensasse Montaigne, </span><span style="font-size: 12pt; text-align: left;">probabilmente
è più felice di lui.</span></p>
<p align="justify" style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: 12pt; text-align: left;">Alla
luce di queste considerazioni, risulta infine inaccettabile la tesi
ultima di Montaigne: perché mai cercare di convertire i cannibali
sarebbe più inumano che lasciarli indisturbati a praticare le loro
usanze atroci, </span><span style="font-size: 12pt; text-align: left;">tanto più che
</span><i style="font-size: 12pt; text-align: left;">implicano la soppressione di altri esseri umani</i><span style="font-size: 12pt; text-align: left;">?
È qui che il relativismo getta la maschera: non che essere umano e
tollerante, finisce sempre per schierarsi dalla parte della
prevaricazione, della violenza e dell’arbitrio. Peggio ancora,</span><span style="font-size: 12pt; text-align: left;"> li
giustifica come ha fatto Montaigne.</span></p>
<p align="justify" style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: 12pt; text-align: left;">In
realtà, non esistono cannibali felici, ma soltanto esseri abituati
all’omicidio e alla violenza che di umano hanno ben poco. Chi lo sa, forse lo
stesso Montaigne non sarebbe stato troppo tranquillo se avesse incontrato <i>di
persona</i> un gruppo di quegli uomini così “felici”...</span></p>
<p align="justify" style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: 12pt; text-align: left;">Di
fronte al suo pretestuoso paradosso, chi ha saputo cogliere il cuore
del problema e smascherare il sofisma che c’è dietro è stata la
saggezza popolare di un proverbio russo citato da </span><span style="font-family: Liberation Serif, serif; font-size: 12pt; text-align: left;">Aleksandr
</span><span style="font-size: 12pt; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; text-align: left;"><span style="color: #202122;"><span style="font-family: Liberation Serif, serif;">Solženicyn:</span></span></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;"><br />
</p>
<p align="center" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: small;"><b><span style="font-variant: normal;"><span style="color: #202122;"><span style="font-family: Liberation Serif, serif;"><span style="letter-spacing: normal;"><span style="font-style: normal;">IL
CANE LUPO HA RAGIONE,</span></span></span></span></span></b></span></p>
<p align="center" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: small;"><b><span style="font-variant: normal;"><span style="color: #202122;"><span style="font-family: Liberation Serif, serif;"><span style="letter-spacing: normal;"><span style="font-style: normal;">MA
IL CANNIBALE NO!</span></span></span></span></span></b></span></p>
<p align="center" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;"><br />
</p>
<p style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: right;"><span style="font-size: small;"><i><b><span style="font-variant: normal;"><span style="color: #202122;"><span style="font-family: Liberation Serif, serif;"><span style="letter-spacing: normal;">Giovanni
Romano</span></span></span></span></b></i></span></p><div style="text-align: right;"><br /></div><p></p>La voce dal vicolohttp://www.blogger.com/profile/04078305788912375439noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-11445995.post-34557556646184704052022-03-03T14:05:00.000+01:002022-03-03T14:05:20.764+01:00Studiare Dostoevskij. Nonostante Dostoevskij<p> </p><p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-layout-grid-align: none; text-align: justify; text-autospace: none;"><span style="font-size: 12.0pt;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhp4Bae1FRjEyCYvp07clX13mr05JKmJuIjpQYJrxQN_DDLBiqGTHqTCzu4HTG0llQgp02d-qOH1fUgRQOEv6BYamxBRWHIPDCqUvUs_W5pK02pfJWDZwva5hPHpHKzFdaPaI2UVBdgZbJ3kVR6XbZo5DD15xa7aPscPuSIgCyzwPsF8RUOMss=s300" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="168" data-original-width="300" height="224" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhp4Bae1FRjEyCYvp07clX13mr05JKmJuIjpQYJrxQN_DDLBiqGTHqTCzu4HTG0llQgp02d-qOH1fUgRQOEv6BYamxBRWHIPDCqUvUs_W5pK02pfJWDZwva5hPHpHKzFdaPaI2UVBdgZbJ3kVR6XbZo5DD15xa7aPscPuSIgCyzwPsF8RUOMss=w400-h224" width="400" /></a></div><br /><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: 12pt;">Ha fatto scalpore ieri la decisione dell’Università di
Milano-Bicocca di cancellare un corso di lezioni su Fëdor Dostoevskij che si
sarebbe dovuto tenere mercoledì prossimo 9 marzo a cura dello scrittore Paolo
Nori, autore di </span><i style="font-size: 12pt;">Sanguina ancora. L’incredibile
vita di Fëdor M. Dostoevskij</i><span style="font-size: 12pt;"> (</span><a href="https://tinyurl.com/3f2d8e5z" style="font-size: 12pt;">qui i dettagli della vicenda</a><span style="font-size: 12pt;">). La reazione è
stata immediata: due autrici, Claudia Zonghetti (cui si deve la traduzione più
recente de </span><i style="font-size: 12pt;">I Fratelli Karamazov</i><span style="font-size: 12pt;">) e
Anna Lovisolo, hanno pubblicato online le email del protettore alla didattica e
della rettrice dell’Università, invitando a inviare messaggi per esprimere il
proprio dissenso. Di fronte a una tempesta di critiche provenienti sia dalla
Rete che dai suoi stessi docenti, l’Università ha fatto quasi immediatamente marcia
indietro e ha annunciato che il corso si sarebbe tenuto (</span><a href="https://tinyurl.com/yc3r78b5" style="font-size: 12pt;">qui tutti i dettagli</a><span style="font-size: 12pt;">).
Ma era ormai troppo tardi per rimediare alla pessima figura, e l’inopportuno
consiglio dato a Nori di “aggiungere scrittori ucraini al suo corso su Dostoevskij”
ha provocato la rinuncia spazientita dell’Autore, che ha rotto i rapporti con l'Università e annunciato che il corso si terrà altrove (vedi l’articolo di Repubblica a questo link: </span><a href="https://tinyurl.com/3awts3ej" style="font-size: 12pt;">https://tinyurl.com/3awts3ej</a><span style="font-size: 12pt;">).</span></div><o:p></o:p><p></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;"><span style="font-size: 12.0pt;"><o:p> </o:p></span><span style="font-size: 12pt; text-align: justify;">A prima vista, sembra sconcertante che persino uno scrittore
morto da centoquarant’anni, e per giunta un genio universale come Dostoevskij,
sia stato coinvolto nell’attuale conflitto russo-ucraino. Si è parlato di grossolana
ignoranza storica, di una ondata di isterismo che si indirizza ciecamente contro tutto
quel che è russo, dallo sport alla musica, dal cinema alla lirica (ricordiamo
il licenziamento del direttore d’orchestra Valery Gergiev e del soprano Anna
Netrebko dal Teatro alla Scala, rei di non essersi dissociati da Putin). È di
queste ore la notizia che persino i gatti russi (razza molto pregiata, tra l’altro)
sono stati banditi dalle mostre internazionali feline. Se la notizia fosse
confermata, abbiamo toccato il fondo del grottesco </span><i style="font-size: 12pt; text-align: justify;">politically correct</i><span style="font-size: 12pt; text-align: justify;">.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;"><span style="font-size: 12.0pt;"><o:p> </o:p></span><span style="font-size: 12pt; text-align: justify;">Ma siamo sicuri che l’allontanamento di Dostoevskij
sia stato così arbitrario? Le motivazioni date dall’Università suonano
generiche e vaghe, ma avrebbero potuto essere più circostanziate. Dostoevskij,
è giusto ricordarlo, dopo la sua conversione era diventato un convinto
nazionalista grande russo e un sostenitore dello zarismo,. Chi ha letto i suoi romanzi
e i suoi saggi non può fare a meno di notare l’atteggiamento caricaturale, e
non di rado ostile, con cui rappresenta gli ebrei e i polacchi, la convinzione
che la Russia non facesse parte dell’Europa “decadente e corrotta” ma fosse diversa
dal resto del mondo perché aveva il compito messianico di redimere tutti i
popoli nel nome di Cristo. Era molto prevenuto verso i cattolici e la Chiesa di
Roma, li accusava di proselitismo, legalismo, doppiezza, sottomissione al
potere spirituale di una oligarchia clericale, crudeltà nel reprimere ogni
dissenso. A differenza di Tolstoj, non condannò la sanguinosa repressione della
rivolta polacca del 1863-64, e nei suoi romanzi i polacchi sono sempre
rappresentati come spacconi vanagloriosi, meschini furbastri che vivono di
espedienti o poco più.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-layout-grid-align: none; text-align: justify; text-autospace: none;"><span style="font-size: 12.0pt;"><o:p> </o:p></span><span style="font-size: 12pt;">Non è quel che si dice il curriculum di un impeccabile
pacifista internazionalista. Ma riversare su Dostoevskij le colpe dell’aggressione
di Putin all’Ucraina è assurdo tanto quanto sono assurde le accuse di “omofobia”,
“islamofobia”, “antisemitismo” e “razzismo” mosse a Dante e alla </span><i style="font-size: 12pt;">Divina Commedia</i><span style="font-size: 12pt;"> qualche anno fa (1).</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-layout-grid-align: none; text-align: justify; text-autospace: none;"><span style="font-size: 12.0pt;"><o:p> </o:p></span><span style="font-size: 12pt;">Questo pone un problema: cosa si può accettare, e cosa
rifiutare, nell’opera e nella figura di un genio universale? Altrimenti detto:
cosa ci appartiene e cosa non ci appartiene di Dostoevskij? Quello che ha dato
a tutto il mondo controbilancia gli aspetti più limitati e settari del suo
carattere e della sua opera?</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-layout-grid-align: none; text-align: justify; text-autospace: none;"><span style="font-size: 12.0pt;"><o:p> </o:p></span><span style="font-size: 12pt;">Domande retoriche e
risposta scontata. C’è qualche scrittore dell’epoca moderna che possa anche
lontanamente parlare a ciascuno di noi, interrogarlo a fondo sul bene e sul
male, come ha fatto Fëdor Dostoevskij? Il suo sguardo non aveva nulla a che
vedere con l’ideologia ma partecipava in pieno del dramma dell’uomo in quanto
tale. Un genio è certamente influenzato dai suoi limiti ma li supera di
slancio, tanto che un altro genio, l’ebreo Sigmund Freud, ebbe a definire </span><i style="font-size: 12pt;">I Fratelli Karamazov</i><span style="font-size: 12pt;"> "il più grande
romanzo mai scritto". Possiamo trovare in Dostoevskij delle ristrettezze mentali
e degli errori di giudizio specialmente in relazione ai suoi orientamenti
politici, ma non si può né si deve dimenticare l’immensità dei suoi
orizzonti spirituali, la straordinaria bravura di artista con cui ha dato vita
a personaggi indimenticabili, la profondità sconcertante con cui ha saputo
leggere non solo il suo tempo ma anche i tempi a venire.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-layout-grid-align: none; tab-stops: 313.0pt; text-align: justify; text-autospace: none;"><span style="font-size: 12.0pt;"><o:p> </o:p></span><span style="font-size: 12pt;">È fin troppo banale
concludere che senza di lui il mondo sarebbe più povero, come è fin troppo
ovvio affermare che la pace non si costruisce mettendo al bando i grandi
artisti solo perché appartengono alla parte “sbagliata”. Dostoevskij non è
patrimonio dei soli russi ma dell’umanità intera, e dunque va letto, studiato,
approfondito anche nel bel mezzo di una guerra, anzi forse <i>proprio </i>nel bel mezzo di una guerra. </span></p><p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-layout-grid-align: none; tab-stops: 313.0pt; text-align: justify; text-autospace: none;"><span style="font-size: 12pt;">Qualche volta, persino nonostante lui.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-layout-grid-align: none; tab-stops: 313.0pt; text-align: justify; text-autospace: none;"><span style="font-size: 12.0pt;"><o:p> </o:p></span><b style="text-align: right;"><i><span style="font-size: 12.0pt;">Giovanni Romano</span></i></b></p><p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-layout-grid-align: none; tab-stops: 313.0pt; text-align: justify; text-autospace: none;">1. Vedi il mio articolo del 16 marzo 2012.</p>La voce dal vicolohttp://www.blogger.com/profile/04078305788912375439noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-11445995.post-77269816968160429022021-05-19T18:23:00.002+02:002021-05-19T18:23:28.144+02:00Non è una chat. È un'epidemia<p><i>La notizia è vecchia ma il problema resta.</i></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhhoVSjj4cRdlKLPDLBNi19CuU6oR6ohuCwlI9mndXmSFs9lJ8rOI7NO_yr4MhKr9TIivQZEISWqQuPtA43szOlUwdEmLf3lpDqUExh1x8VB4_Nca8QD_Gzih4oQlEmilCLQ7TN7A/s800/Veduta+di+modena.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="445" data-original-width="800" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhhoVSjj4cRdlKLPDLBNi19CuU6oR6ohuCwlI9mndXmSFs9lJ8rOI7NO_yr4MhKr9TIivQZEISWqQuPtA43szOlUwdEmLf3lpDqUExh1x8VB4_Nca8QD_Gzih4oQlEmilCLQ7TN7A/s320/Veduta+di+modena.jpg" width="320" /></a></div><br /><p style="text-align: justify;">Tra tanti delitti, prepotenze, corruzione, litigi e bugie che sono il
pane quotidiano dell'attualità, è passata quasi inosservata una
notizia che forse i TG hanno taciuto per pudore: nel Modenese, un
gruppo di una sessantina di ragazze di età dai 14 ai 16 anni aveva
creato una chat segreta su WhatsApp in cui si scambiavano foto molto
osé, spesso completamente nude. Il “fidanzatino” di una di loro
aveva scaricato e salvato le immagini sul proprio PC e da qui le foto
erano finite su Internet, si può immaginare con quale costernazione
e vergogna delle interessate.</p><p>
</p><p align="justify" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="text-align: left;">Il ragazzo giura e
spergiura di non essere stato lui: sostiene che un hacker avrebbe
violato il suo computer e messo in rete le foto. Può anche darsi che
dica la verità, ma questo episodio, boccaccesco solo in apparenza,
induce a riflessioni molto serie.</span></p>
<p align="justify" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="text-align: left;">In primis, il gran
numero delle minorenni coinvolte. Una decina o al massimo una dozzina
sarebbero già state troppe, ma </span><i style="text-align: left;">sessanta</i><span style="text-align: left;"> non è una chat, è
un'epidemia. Perché questo bisogno di mostrarsi senza veli? Per
complicità femminile? Per esplorare la loro sessualità ancora
acerba? </span><span style="text-align: left;">Da dove viene un
comportamento così sconcertante? Il </span><i style="text-align: left;">milieu</i><span style="text-align: left;">
è quello di un ambiente completamente secolarizzato, l'opulenta
provincia emiliana, tra ragazze presumibilmente “di buona famiglia”
(media borghesia benestante), tutte frequentanti la scuola superiore.
C'è però da chiedersi quale traccia abbiano lasciato tanta
scolarizzazione e tanto benessere sulla loro mentalità e sui loro
valori.</span></p>
<p align="justify" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="text-align: left;">In
secondo luogo, l'assoluta sventatezza dei “nativi digitali”. Non
solo la perdita dei freni inibitori da parte delle ragazze di fronte
all'anonimato apparente di una chat “segreta” e all'intimità
altrettanto apparente di un </span><i style="text-align: left;">selfie</i><span style="text-align: left;">,
ma anche la somma imprudenza di affidare foto così intime a un
estraneo di sesso maschile, benché “fidanzato” (si sa quanto sia
labile questa definizione, specialmente oggi e specialmente a
quell'età). Quest'ultimo poi, anche ammesso che non sia direttamente
colpevole, ha commesso a sua volta una leggerezza imperdonabile
(voyeurismo a parte) conservando le foto sul PC senza proteggerlo
adeguatamente. Il che smonta per l'ennesima volta il luogo comune
secondo il quale i “nativi digitali”, non si sa per quale
miracoloso istinto, sappiano tutto del computer e soprattutto come
comportarsi, senza bisogno di guida né di sorveglianza da parte
degli adulti. Se mai, è proprio questa illusione di familiarità e
di padronanza del mezzo a far diminuire le cautele e abbandonare le
precauzioni più elementari.</span></p>
<p align="justify" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="text-align: left;">Da
un punto di vista più generale, c'è molto da interrogarsi su una
scienza alleata o meglio sottomessa all'istinto. Nessuna generazione
nella storia ha mai avuto mezzi paragonabili ai nostri, nessuna li
sta usando così male. Ma non di scienza si tratta qui bensì di
tecnologia. La scienza è il contrario dell'istinto: è
concentrazione, tensione verso la scoperta, interesse verso la
realtà, spirito di sacrificio che taglia corto con le distrazioni;
la tecnologia è la cristallizzazione della scienza in strumenti che
si possono usare senza interrogarsi sulla portata delle proprie
azioni. Non tanto la scienza quanto la tecnologia può essere piegata
all'istinto, come abbiamo visto nel caso di Modena e in tutta la
nostra modernità.</span></p>
<p align="justify" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="text-align: left;">Né
la scienza né la tecnologia, comunque, possono dirci qualcosa su chi
siamo veramente o come dobbiamo comportarci per non venire meno a noi
stessi. L'episodio di Modena dimostra, al di là di ogni altra
considerazione, come queste ragazze abbiano considerato la propria
immagine, il proprio “sé” più intimo, come illimitatamente
disponibile, sia pure confinato nella privacy illusoria di una chat
“segreta”. L'essere umano sperduto nel cyberspazio pensa di
essere completamente padrone di sé; in realtà cade fin troppo
spesso in preda ai capricci più momentanei. La possibilità di
condividerli non è socializzare: al contrario è un moltiplicatore
di solitudine e di vulnerabilità. Possiamo considerarci evoluti fin
che vogliamo ma anche dietro la tastiera o davanti all'obiettivo di
uno smartphone, se non ci guida niente altro che il nostro impulso,
siamo solo “pecore senza pastore”.</span></p>
<p align="justify" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;"><br />
</p>
<p align="right" style="margin-bottom: 0cm;"><i><b>Giovanni Romano</b></i></p><br /><p></p>La voce dal vicolohttp://www.blogger.com/profile/04078305788912375439noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-11445995.post-84918269883625044102020-11-06T20:07:00.001+01:002020-11-06T20:07:43.374+01:00USA: guerra di secessione fase 2?<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgdUTJdD1rjqRr-X7E4b6tKWlAIBObQidC-pOMppjt34W7xAqMEs3po2fxQniLidR9bsr1FGA3_LnxrnR7m0LevXenf3XVzLMwHp9nDHU6WL0HZoyTmy9dx8xJBUHwo84D1fA-45g/s300/Confederate+Flag.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="168" data-original-width="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgdUTJdD1rjqRr-X7E4b6tKWlAIBObQidC-pOMppjt34W7xAqMEs3po2fxQniLidR9bsr1FGA3_LnxrnR7m0LevXenf3XVzLMwHp9nDHU6WL0HZoyTmy9dx8xJBUHwo84D1fA-45g/s0/Confederate+Flag.png" /></a></div><br /><p></p><p style="text-align: justify;">Cosa pensare di quel che sta accadendo in questo momento negli USA? Una contrapposizione così violenta non si vedeva dai tempi della Guerra di Secessione, e se la situazione degenerasse, se si arrivasse davvero allo scontro armato, si potrebbe dire che saremmo in presenza della ripresa e della conclusione di un conflitto in fondo mai terminato. Se ne sono viste le avvisaglie sempre più inquietanti man mano che si avvicinava il momento del voto, ma lo scontro, in verità, è iniziato da decenni, ma è andato via via precipitando da quando le elezioni hanno rivelato un elettorato diviso quasi esattamente a metà. I giorni di Kennedy e di Reagan sono solo un lontano ricordo.</p><p style="text-align: justify;">A me non interessa, in questo momento, indicare chi ha torto e chi ha ragione nella conta dei voti. È un affare interno degli Stati Uniti e non sappiamo come andrà a finire. Personalmente credo che tutte le probabilità siano a favore di Biden, che abbia falsificato le schede o meno. Il punto è un altro: chiedersi di che tipo sia la frattura che in questo momento sta dilaniando gli USA, e dove potrebbe andare a finire.</p><p style="text-align: justify;">Stavolta non si tratta di uno scontro geografico, anche se è indiscutibile che i grandi centri urbani, e soprattutto la loro ricca borghesia, hanno votato Dem, mentre l'America che si potrebbe grossomodo definire "rurale" (ma questa è una definizione riduttiva, a uso e consumo dei radical-chic) ha votato Repubblicano, con la "sorpresa" del voto ispanico e in parte anche nero. Probabilmente una parte consistente di queste minoranze si è stancata di venire agitata come una bandiera elettorale dalla retorica Dem solo per venire scaricata una volta passate le elezioni.</p><p style="text-align: justify;">Lo scontro è molto più radicale, va ben oltre l'aspetto economico, perché è un conflitto di culture, è in gioco la definizione stessa di essere umano. Abortisti contro pro-life, gay friendly contro famiglia naturale, Halloween contro Natale, responsabilità personale contro individualismo garantito. E soprattutto <i>verità </i>contro "political correctness". Chi ha votato Trump lo ha fatto in gran parte non solo per non sentirsi continuamente colpevolizzato in quanto americano, in quanto bianco, in quanto cristiano, in quanto occidentale, in quanto eterosessuale, ma anche perché probabilmente pensa che ci sono delle evidenze che non si possono manipolare a piacimento, per quanto si strilli al "razzismo", all'"omofobia" e compagnia bella. Il voto a Trump è stato un voto contro l'imbavagliamento del pensiero, un voto per non essere costretti a mentire a se stessi quando si augura "Buon Natale" e non "Auguri di stagione" perché-qualcuno-potrebbe-sentirsi-offeso (e da cosa, poi?). È stato un voto contro la cultura del sospetto e della permalosità permanente del "poltically correct". Un voto per non rinnegare un passato con le sue indubbie zone d'ombra, ma che non deve essere fraudolentemente cancellato, perché chi manipola il passato è capacissimo di mentire sul presente e di imbrogliare sul futuro.</p><p style="text-align: justify;">L'America è spaccata a metà solo dal punto di vista del numero dei voti, ma non c'è dubbio su quale sia la parte più forte. Molto opportunamente è stata ricordata in queste ore una frase attribuita a Stalin: "Non è importante chi dà il voto, è importante chi conta le schede". E di fronte alle minacce di rivolta armata dei Repubblicani, aggiungerei una frase di Lenin, ottimo stratega: "Al nemico lascia le armi, ma non i mezzi per comunicare". L'asimmetria del conflitto è tutta qui. Nel dominio assoluto dei mezzi d'informazione, che ormai non si peritano più neanche di censurare apertamente Trump mentre parla (basta un impiegato Twitter di idee "liberal" per imbavagliare il Presidente degli Stati Uniti), nel controllo sulla scuola e sulle università statali, nella "lotta alle fake news" (che chissà perché vengono sempre e soltanto da una parte sola, i Dem sono puri e immacolati servitori della Verità), nei grandi monopolisti della Rete tutti apertamente schierati contro i Repubblicani.</p><p style="text-align: justify;">Non c'è dubbio né sull'esito del voto e nemmeno su quel che accadrà con la presidenza Biden, che nonostante i suoi toni concilianti <i style="font-weight: bold;">non</i> sarà il presidente di tutti gli americani. Nessun conflitto è più pericoloso di quello in cui gli avversari si disprezzano a vicenda. Vinceranno sicuramente i Dem. Sono troppo ricchi, troppo acculturati (o meglio, sono riusciti a far credere che quel che pensano loro sia "la" Cultura), troppo padroni dei mezzi di comunicazione e dei media. L'America di Biden tornerà all'arcobaleno, all'aborto, all'isterismo climatico, alla vergogna e alle menzogne per il proprio passato. Forse tornerà anche a distribuire in giro per per il mondo qualche migliaio di tonnellate di bombe allo scopo di esportare la democrazia. L'altra America sarà soffocata e "normalizzata", i cittadini saranno indeboliti dal fisco e dal controllo sulle armi, la libertà di parola è già un sogno, si ritornerà agli isterismi sul "cambiamento climatico", al finanziamento pubblico dell'aborto e allo sradicamento dell'obiezione di coscienza. Per non parlare del suicidio assistito, provocato e prima o poi <i>imposto</i> agli anziani "non produttivi" e ai disabili.</p><p style="text-align: justify;">La Guerra di Secessione 2, se mai sarà combattuta, ha già un vincitore: il Pensiero Unico. E, come nel racconto di Edgar Allan Poe <i>The Masque of the Red Death</i>, una volta che Biden (o meglio, l'establishment che gli sta dietro) <span style="font-family: times;">avranno </span>completato la loro opera</p><div style="text-align: center;"><span style="color: #050505; font-family: inherit; font-size: medium;"><i><b style="background-color: white;">Darkness and Decay and the Red Death held illimitable dominion over all.</b></i></span></div><div style="text-align: center;"><span style="color: #050505; font-family: inherit; font-size: medium;"><i><b style="background-color: white;"><br /></b></i></span></div><div style="text-align: left;"><span style="color: #050505; font-family: inherit;"><i><b style="background-color: white;">Giovanni Romano</b></i></span></div>La voce dal vicolohttp://www.blogger.com/profile/04078305788912375439noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-11445995.post-36941521084673736382020-09-22T15:32:00.003+02:002020-09-22T16:26:38.690+02:00M5S: Missione compiuta!<div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;">Leggo di gente che esulta perché i 5 Stelle stanno per sparire, senza rendersi conto che è una sparizione programmata. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;"><br /></span><span style="font-family: georgia;">In realtà, i Cinque Stelle hanno assolto perfettamente il loro compito: hanno deviato e sterilizzato il malcontento popolare, hanno consegnato il paese a una oligarchia com'era forse nei piani fin dal primo momento., hanno dimostrato di essere un partito come tutti gli altri, deludendo doppiamente i loro elettori.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;"><br /></span><span style="font-family: georgia;">Con la loro débacle non hanno dirottato voti verso il PD (anche se molti a questo punto lo riterranno un partito credibile) quanto hanno creato una massa di apatici e indifferenti alla politica, senza più alcuna voglia né peso per intervenire negli affari pubblici. Un affare d'oro per il potere, cui lo scontento impotente e senza sbocco non fa paura.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;">Ora i 5S possono tranquillamente sparire. Non servono più, ammesso che siano mai serviti a qualcosa.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;"><br /></span><span style="font-family: georgia;"><i><b>Giovanni Romano</b></i></span></div>La voce dal vicolohttp://www.blogger.com/profile/04078305788912375439noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-11445995.post-63984270598364628142020-09-01T10:27:00.007+02:002020-09-03T18:31:44.918+02:00La marcia dei 38.000<p style="text-align: justify;"><span style="font-family: Arial; font-size: 11pt; white-space: pre-wrap;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: Arial; font-size: 11pt; white-space: pre-wrap;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgFXMS8MLVqNRZas9-ibe-gpf-ZmLPIeOQJ0ibmxDV-9TVEf3ynCoMWWSwUy0EvkNmEEy_MLsLPww4wTxOWQzdwEdRWxyW4BXu42-pS1ALFtcLC41taiQxIMaNnNRdJDh6awh_90w/s688/Bandiere+tesesche.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="257" data-original-width="688" height="153" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgFXMS8MLVqNRZas9-ibe-gpf-ZmLPIeOQJ0ibmxDV-9TVEf3ynCoMWWSwUy0EvkNmEEy_MLsLPww4wTxOWQzdwEdRWxyW4BXu42-pS1ALFtcLC41taiQxIMaNnNRdJDh6awh_90w/w410-h153/Bandiere+tesesche.jpg" width="410" /></a></span></div><span style="font-family: Arial; font-size: 11pt; white-space: pre-wrap;"><br /><br /></span><p></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: Arial; font-size: 11pt; white-space: pre-wrap;">Tutti abbiamo visto quel che è accaduto a Berlino domenica scorsa, 30 agosto: un corteo di “no mask” degenerato in violenti scontri con la polizia e culminato addirittura in un assalto al Bundestag. Cosa assolutamente senza precedenti nella Germania del dopoguerra.</span></p><span id="docs-internal-guid-baf26c65-7fff-29c4-cf27-ee81a7e3c28a"><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Arial; font-size: 11pt; white-space: pre-wrap;">I nostri media hanno liquidato sbrigativamente la manifestazione come una prova di forza dell’estrema destra e un grave attacco alle istituzioni democratiche. Effettivamente, colpisce e inquieta la presenza delle bandiere nere-bianco-rosse della Germania imperiale (dato che non si possono portare né esibire ben altre bandiere), come pure il motivo stesso della manifestazione: la protesta contro le restrizioni introdotte dal governo per evitare il diffondersi del COVID-19, in particolare l’obbligo della mascherina e del distanziamento sociale. Sfidando deliberatamente queste regole, i manifestanti hanno sfilato senza mascherina e senza osservare nessun distanziamento sociale.</span></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><p dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Arial; font-size: 11pt; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Una condotta scriteriata, si dirà. E può essere vero. Non condivido l’isteria dei no-vax né dei no-mask, né tanto meno le teorie complottistiche al limite della paranoia che ad esempio collegano il 5G alla diffusione del virus, che minimizzano l’epidemia e i suoi numeri, che vedono in questa pandemia una mistificazione o un complotto. Atteggiamenti irrazionali che purtroppo la Rete amplifica di molto (anche se le voci piu’ assurde circolavano pure all’epoca della peste nei Promessi Sposi).</span></p><div style="text-align: justify;"><br /></div><p dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Arial; font-size: 11pt; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Tuttavia, è necessario andare a fondo su una manifestazione tanto anomala che presumibilmente avrà scosso l’opinione pubblica in Germania e all’estero. In primo luogo, il numero dei partecipanti: 38.000 persone. Qui siamo ben oltre le poche centinaia o anche il migliaio scarso delle consuete manifestazioni dell’estrema destra. Piaccia o no, dietro manifestazioni come queste c’è un popolo, c’è gente comune che di solito non scende in strada se non ha motivi molto forti per farlo. Gente che si sente ignorata da un potere autoreferenziale che non sa piu’ parlare ai cittadini, che sembra non schierarsi piu’ dalla parte delle loro preoccupazioni, che non li tratta da adulti consapevoli ma sembra decidere tutto dall’alto “per il loro bene”. Intorno alla questione Covid sono ovviamente esplosi altri risentimenti: la pressione fiscale che colpisce presumibilmente di piu’ la piccola borghesia, l’invasione incontrollata dei “migranti” e l’islamizzazione strisciante, il discorso pubblico reticente e menzognero imposto dal politicamente corretto, quasi che i tedeschi (i tedeschi di stirpe germanica, intendo) non abbiano diritto di esistere come popolo e debbano continuamente incolparsi di essere tali.</span></p><div style="text-align: justify;"><br /></div><p dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Arial; font-size: 11pt; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Protestare contro le misure anti-Covid può essere segno di grettezza e di chiusura mentale, e in </span><span style="font-family: Arial; font-size: 14.6667px; white-space: pre-wrap;">gran </span><span style="font-family: Arial; font-size: 11pt; white-space: pre-wrap;">parte lo è. Ma non bisogna sottovalutare nemmeno lo scollamento tra il paese reale e il paese legale, il controllo sempre piu’ occhiuto dello stato sulla vita e sulle convinzioni dei cittadini (si è arrivati alla delazione contro le famiglie cristiane che insegnano il Vangelo ai loro figli).</span></p><div style="text-align: justify;"><br /></div><p dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Arial; font-size: 11pt; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Quella di Berlino è stata rivolta, non rivoluzione, e avrà il destino di tutte le rivolte: un </span><span style="font-family: Arial; font-size: 14.6667px; white-space: pre-wrap;">vano </span><span style="font-family: Arial; font-size: 11pt; white-space: pre-wrap;">dibattersi contro un potere che stringerà ancora piu’ forte le catene del suo dominio. <i>Ma è avvenuta</i>, ha coinvolto un numero di persone molto maggiore di quanto chiunque potesse immaginare, e se ne deve tenere conto. Parafrasando Unamuno, un potere che vince senza convincere prepara alla lunga il suo indebolimento e la sua dissoluzione.</span></p><div style="text-align: justify;"><br /></div><p dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Arial; font-size: 11pt; font-style: italic; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; font-weight: 700; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Giovanni Romano</span></p><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Arial; font-size: 11pt; font-style: italic; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; font-weight: 700; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><br /></span></div></span>La voce dal vicolohttp://www.blogger.com/profile/04078305788912375439noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-11445995.post-48221202666701829132019-11-11T13:40:00.001+01:002020-06-17T20:03:46.715+02:00La doppia tragedia di Giovannino<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjXeWe66YlfKGTw0OU_OF92zAjz2zT4-N3HKNCBcT45sibJ06z6xIwVnAuHA5bEcMQmGA-xYYjprQj03fI6EQAdx_pYpc7sN9DsBovoHkIQAhWkekfkvrP4OTFrdFmuKj2N2ykifQ/s1600/Cosa-ci-dicono-le-unghie-dei-bambini-1240x930.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="930" data-original-width="1240" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjXeWe66YlfKGTw0OU_OF92zAjz2zT4-N3HKNCBcT45sibJ06z6xIwVnAuHA5bEcMQmGA-xYYjprQj03fI6EQAdx_pYpc7sN9DsBovoHkIQAhWkekfkvrP4OTFrdFmuKj2N2ykifQ/s320/Cosa-ci-dicono-le-unghie-dei-bambini-1240x930.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgeXVBQP9uRx-VxvoNRQYRO0AkOBEtSrVHB8vETWbsxJQkYEP1XjZw219TSL8regCAHJWQ3l-1c39DHS-4eALCHU20Cnhd2Vdn-DiaD8gz5HuC-uoPZdb2yBXK5YVbD49fPX8ZNpw/s1600/Cosa-ci-dicono-le-unghie-dei-bambini-1240x930.jpg"><br /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Sembra essere sceso il silenzio sulla vicenda di Giovannino – non sappiamo se è il suo vero nome o sia stato cambiato per ragioni di privacy -, il neonato abbandonato in ospedale perché affetto da una malattia tanto rara quanto dolorosa, <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Ittiosi_Arlecchino" target="_blank">l’ittiosi arlecchino</a>.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
La notizia, non appena divulgata, aveva suscitato una grande ondata di commozione e solidarietà, in tantissimi si sono offerti di adottare il neonato. Altri invece, come il ginecologo Silvio Viale, ex presidente del Comitato Nazionale Radicali Italiani, non solo hanno lodato l’atto dei genitori di Giovannino, ma si sono pubblicamente augurati che il bambino muoia subito, così da risparmiargli una vita di sofferenze.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Se cerchiamo di guardare alla vicenda al di là delle reazioni immediate che suscita, la sensazione di dolore non si attenua ma diventa ancora più lacerante. Questa creatura si è trovata al centro del dibattito sulla vita e la morte che imperversa ormai da anni e che vede sempre di più sconfitte le voci a sostegno della vita. L’intervento a gamba tesa del dott. Viale gli ha procurato un procedimento disciplinare, ma non c’è assolutamente da dubitare che, dati i precedenti, ne uscirà trionfalmente assolto e per giunta con l’aureola del martire (penso al Dott. Riccio che uccise Welby, o ai medici che lasciarono morire di fame e sete Eluana Englaro, anch’essi assolti con sentenze già scritte). Diamo dunque per scontato che ancora una volta il <i>favor mortis</i> ne uscirà rafforzato e ben propagandato, e occupiamoci delle altre due tragedie di questo bambino.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
In primis, Giovannino è nato da fecondazione artificiale, ossia è stato vissuto dai genitori come <i>una</i> <i>pretesa</i> più che come un dono. Non esiste il legame viscerale, carnale che lega l’uomo e la donna nel concepimento, ed entrambi al bambino. Questa assenza di legame rende il neonato fondamentalmente più estraneo, più spendibile agli occhi di chi invece dovrebbe accoglierlo. La fondamentale <i>estraneità</i> implicita nella fecondazione artificiale non poteva essere rivelata in modo più impietoso.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
C’è tuttavia un’altra tragedia, più profonda, che va al di là della polemiche contingenti: il <i>mysterium iniquitatis</i> della sofferenza di questo bambino. Ci può essere un milione di coppie disposte ad adottarlo, ed è bene che sia così e che non prevalga la cultura dell’abbandono e dell’uccisione camuffate da “pietà” (anche se c’è da chiedersi quante famiglie sono realmente in grado di farsi carico di un'assistenza così totale, continuata e difficile), ma resta una domanda ineliminabile: <i>perché</i> questo, <i>perché</i> a lui? Si possono tirare in ballo i rischi della fecondazione artificiale, ma l’ittiosi arlecchino è una malattia estremamente rara che colpisce quasi una volta su un milione, e certamente non solo i figli nati dalla provetta. Perché proprio Giovannino? Non mi venissero a dire che questo bambino è nato perché gli uomini potessero dimostrare la propria bontà o rivelare la loro durezza di cuore. Questa sofferenza senza colpa è puntata solo contro di lui, un carico spaventoso che terrorizzerebbe noi adulti. La prova è troppo dura, siamo davvero davanti allo scandalo della Croce, e quasi quasi verrebbe da dar ragione a Veronesi quando invitava i credenti a venire al San Raffaele, per vedere da vicino le sofferenze dei bambini malati di cancro, e sfidarli a credere ancora in un Dio buono e provvidente.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Questa è la doppia tragedia di Giovannino: essere venuto al mondo come un prodotto che si può rifiutare, ed essere caricato di un dolore che nessuna teodicea può giustificare. Se Giovannino è un segno di contraddizione, può esserlo solo nel senso di rifiutare la soluzione più immediata della soppressione “pietosa” (che finirebbe per diventare un precipizio destinato a inghiottirci tutti), e accompagnarlo dolorosamente nel suo calvario, cercando di alleviarne le sofferenze il più possibile, trattandolo – noi sì – come un bambino e non come un prodotto.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: right;">
<b><i>Giovanni Romano</i></b></div>
La voce dal vicolohttp://www.blogger.com/profile/04078305788912375439noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-11445995.post-36795307959296967602019-10-28T22:13:00.000+01:002019-10-28T22:13:16.031+01:00Umbria: una regione da liberare<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEikRptIQtbW6SCWkBhrdb688yJ3wCQYuSe_aTHAFQ5s2CUQ_LpC6IaQvU36n1xvm9939RPGNGHuiFtSlOdaxyJiO-DXrkdzKD12rj48yEcikf4FTEfjYC8I7RY2Gjw_o6sVRTcsWA/s1600/mappa-comuni-umbria-1024x765.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="765" data-original-width="1024" height="239" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEikRptIQtbW6SCWkBhrdb688yJ3wCQYuSe_aTHAFQ5s2CUQ_LpC6IaQvU36n1xvm9939RPGNGHuiFtSlOdaxyJiO-DXrkdzKD12rj48yEcikf4FTEfjYC8I7RY2Gjw_o6sVRTcsWA/s320/mappa-comuni-umbria-1024x765.jpg" width="320" /></a></div>
<div align="center" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="center" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="center" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
A
volte non è vero che le cifre parlino da sole, anche se la vittoria
della destra alle elezioni umbre di ieri è stata netta, travolgente,
incontenibile. 57,55% dei voti, 37,48% alla sinistra, uno stacco del
20,07%. Crolla il M5S al 7,33%, Forza Italia è ormai in agonia con
il 5,50%, Fratelli d’Italia decolla col 10,40%. Contro questa
<i>d</i><i>é</i><i>b</i><span style="font-family: Liberation Serif, serif;"><i>â</i></span><i>cle
</i><span style="font-style: normal;">non c’è alibi che tenga:
anche l’affluenza ha fatto registrare un’impennata, il </span><span style="font-style: normal;">52,80%
contro il 39,90% delle regionali 2015, un salto del </span><span style="font-style: normal;">12,90%
in più.</span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-style: normal;">In
estrema sintesi, il voto rivela che:</span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<ul>
<li><div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-style: normal;">L’Italia non è, non è mai stato
e non sarà un paese di sinistra. Una partecipazione così ampia
significa una sola cosa: gli elettori hanno ritrovato speranza e
determinazione;</span></div>
</li>
<li><div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-style: normal;">Il M5S si è rivelato per quello
che è: uno specchietto per le allodole che per troppo tempo ha
catturato, ingannato e neutralizzato la sincera volontà di
cambiamento degli italiani;</span></div>
</li>
<li><div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-style: normal;">Alle urne vincono le proposte </span><span style="font-style: normal;">forti</span><span style="font-style: normal;">
e non i “moderati” come FI che, come il M5S ma con successo
molto minore, cercano di intercettare e </span><span style="font-style: normal;">vanificare
la volontà popolare (lavorando sottobanco con Renzi);</span></div>
</li>
</ul>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-style: normal;">Tutto
questo a</span> dispetto di una copertura mediatica che definire
oltraggiosamente parziale è poco, a dispetto di tutto uno
schieramento cattocomunista – particolarmente consolidato in Umbria
– arrivato fino ai francescani di Assisi che hanno pregato perché
la Lega non vincesse (la prossima volta si rivolgano a Pachamama,
visto che San Francesco, a quanto pare, non gli ha dato ascolto).</div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
Che
la Regione rossa “modello” fosse un disastro, al di là della
facciata di tranquillità e benessere, ha dovuto ammetterlo persino
un giornale schierato come <i>Il Corriere della Sera</i><span style="font-style: normal;">
nella sua corrispondenza di oggi: </span>
</div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<i>(…)
l'Umbria ha progressivamente smesso di essere un modello. Piuttosto:
assunzioni in cambio di voti e spartizioni, tutte interne al
centrosinistra, nelle comunità montane, nelle istituzioni pubbliche,
negli enti e ovunque ci sia possibilità di avere o gestire potere.
Con un sistema ferroviario fermo agli anni Settanta, con 3.770
aziende sparite dal 2010 ad oggi, il piI ridotto di 8 punti
percentuali, 1'80% della spesa corrente risucchiata dai costi della
sanità.</i></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
Con
una situazione del genere, ci sarebbe stato da meravigliarsi se
l’esito del voto fosse stato diverso!</div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
Possiamo
dire dunque che “l’Umbria è libera”? No, o meglio non ancora.
l’Umbria – e con lei l’Italia intera – è da liberare, e il
cammino sarà lungo. Prima di tutto perché un sistema consolidato di
potere come quello umbro – dov’è forte anche la massoneria, non
dimentichiamolo – non si smantella dall’oggi al domani.
</div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
I
posti chiave (banche, cooperative, media, università, magistratura)
sono al di fuori della volontà degli elettori, e certamente
opporranno una lunga, sorda resistenza. Verrebbe da dire agli
elettori del centro-destra, ben più fiduciosi nelle procedure
democratiche della loro controparte: per favore non tornate a casa!
Non pensate che tutto sia finito! Non scaricate la battaglia politica
sulle spalle dei vostri rappresentanti pensando che risolveranno
tutti i problemi per voi! Cominciate a diventare <i>popolo</i><span style="font-style: normal;">,
</span><span style="font-style: normal;">riunitevi, costituite
associazioni, leggete criticamente i giornali, </span><span style="font-style: normal;">intervenite
su</span><span style="font-style: normal;">i</span><span style="font-style: normal;">
media, </span><span style="font-style: normal;">seguite i consigli
comunali, </span><span style="font-style: normal;">provinciali e
regionali ogni volta che potrete, contatevi, conoscetevi, fate rete!
</span><span style="font-style: normal;">Solo così eviterete che si
decida nuovamente alle vostre spalle e che i vostri eletti rimangano
senza appoggio</span><span style="font-style: normal;">!</span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-style: normal;">C</span><span style="font-style: normal;">antava
Gaber: “La libertà è partecipazione”. Voi </span><span style="font-style: normal;">umbri
</span><span style="font-style: normal;">l’avete dimostrato. </span><span style="font-style: normal;">Avete
creduto nella democrazia, nel cambiamento pacifico e democratico,
molto di più della sinistra che ora strilla al “ritorno del
fascismo e del sovranismo”. </span><span style="font-style: normal;">Non
credete che col voto il vostro compito di cittadini sia finito: avete
visto quante volte ormai il voto popolare è stato tradito da governi
che nessuno ha eletto.</span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-style: normal;">Abbiate
il coraggio di abrogare più che potete i provvedimenti stolti e
iniqui che la legge vi consente di abrogare: in questo momento è più
importante che accumulare nuove norme</span><span style="font-style: normal;">.</span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-style: normal;">B</span><span style="font-style: normal;">uona
fortuna </span><span style="font-style: normal;">e buon lavoro</span><span style="font-style: normal;">,
</span><span style="font-style: normal;">per </span><span style="font-style: normal;">voi
e per tutti gli italiani.</span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="right" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<i><b>Giovanni
Romano</b></i></div>
<b></b><i></i><u></u><sub></sub><sup></sup><strike></strike>La voce dal vicolohttp://www.blogger.com/profile/04078305788912375439noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-11445995.post-60368846750270831412019-06-04T15:40:00.001+02:002019-06-04T15:42:16.960+02:00I clown, le lucciole e un papà felice<div align="justify" class="western" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiMTCa1TJvWp3ztFEviNtTWcTliHsh7MRwRyJBA7VAZTqtrPikRAR4YG2jiUe5pZbfaiM1ff_DUC9rJ9quuEZWpSC1ssiiKxeuyPpw9bHz_Nlj_NMz9Mz7uUPxpn47kN4gjPI3rMw/s1600/Clown.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1000" data-original-width="949" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiMTCa1TJvWp3ztFEviNtTWcTliHsh7MRwRyJBA7VAZTqtrPikRAR4YG2jiUe5pZbfaiM1ff_DUC9rJ9quuEZWpSC1ssiiKxeuyPpw9bHz_Nlj_NMz9Mz7uUPxpn47kN4gjPI3rMw/s200/Clown.jpg" width="189" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, "Times New Roman", serif;">Sulla bacheca di un mio contatto Facebook ho letto che aveva portato
i suoi bambini a una cena di fine anno scolastico in un agriturismo,
dove ovviamente i bambini si erano scatenati in giochi, corse, gare,
tutto inventato da loro, spontaneamente, “senza bisogno di
animatori e giocolieri”.</span></div>
<div align="justify" class="western" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Georgia, "Times New Roman", serif;"></span><br /></div>
<div align="justify" class="western" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Georgia, "Times New Roman", serif;">Cosa c'è dietro quest'ultima osservazione? Con tutto il rispetto per
gli animatori e i giocolieri, direi che il mio contatto ha proprio
ragione. Innanzitutto c'è il sollievo di stare finalmente coi propri
figli, senza l'intermediazione di gente pagata per far divertire. In
secondo luogo, la presenza di animatori e giocolieri è roba da
città, è necessaria negli ambienti chiusi come le ludoteche che in
realtà – anche qui con tutto il rispetto – sono degli “scatoloni
del divertimento” che impediscono ai bambini di fruire direttamente
del mondo esterno. La natura, invece, è già di suo un mondo
sconfinato da esplorare, dove si possono incontrare gli altri bambini
e divertirsi con loro senza alcun bisogno di organizzare
gramscianamente alcunché.</span></div>
<div align="justify" class="western" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Georgia, "Times New Roman", serif;"></span><br /></div>
<div align="justify" class="western" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Georgia, "Times New Roman", serif;">Ecco spiegata <i>l'insofferenza liberatoria </i>di quest'uomo che ha
riscoperto il gusto di essere finalmente, semplicemente un papà,
senza discorsi e – c'è da scommetterci – senza i messaggi
subliminali e devastanti che certi giocolieri e certi animatori fanno
passare a danno dei bambini.</span></div>
<div align="justify" class="western" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Georgia, "Times New Roman", serif;"></span><br /></div>
<div class="western" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: right;">
<b><i><span style="font-family: Georgia, "Times New Roman", serif;">Giovanni Romano</span></i></b></div>
<b></b><i></i><u></u><sub></sub><sup></sup><strike></strike><b></b><i></i><b></b><i></i><b></b><i></i>La voce dal vicolohttp://www.blogger.com/profile/04078305788912375439noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-11445995.post-32201282977371178412019-06-04T15:35:00.000+02:002019-06-04T15:35:25.232+02:00Il doppio sbaglio di Simone Pillon<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
Due
sono gli errori che Simone Pillon, deputato leghista e cattolico non
pentito, ha commesso quando ha pubblicamente dichiarato di voler
pregare per l'anima di Vittorio Zucconi. La Rete – questo mostro
politicamente corretto dalle diecimila teste – lo ha immediatamente
e selvaggiamente linciato. Non sto qui a riportare i commenti, uno
più meschino e spregevole dell'altro, anche se ci sarebbe molto da
riflettere sulla <i>hybris</i><span style="font-style: normal;"> di un
mondo che oramai si crede autosufficiente. Il minimo che si possa
fare è dar ragione a George Orwell, quando scrisse in </span><i>Reflections
on Gandhi</i><span style="font-style: normal;"> (onestamente, dal suo
punto di vista) che tra l'ateo e il credente non ci può essere
incontro né mediazione.</span></div>
<div align="justify" style="font-style: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-style: normal;">L'errore
di Pillon è stato duplice, e paradossalmente </span><span style="font-style: normal;">in
entrambi i casi è andato contro il </span><span style="font-style: normal;">Vangelo.
In primis perché non ha tenuto conto della discrezione nella
preghiera, (Mt 6, 5-6) specialmente nei riguardi dei non credenti e
della loro superbia. Il secondo è la raccomandazione di non dare le
cose sante ai cani e non gettare le perle davanti ai porci (Mt 7, 6).
</span><span style="font-style: normal;">Non avevo mai capito prima
d'ora questo versetto, ma la reazione al post di Pillon non poteva
</span><span style="font-style: normal;">spiegarmelo</span><span style="font-style: normal;">
meglio.</span></div>
<div align="justify" style="font-style: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-style: normal;">Quanto
a me, </span><span style="font-style: normal;">ho seppellito Zucconi a
ciglio asciutto. Una persona arrogante, un superbo estremamente
intollerante e violento contro chi non la pensava come lui, non
merita né le mie preghiere né tantomeno il mio rimpianto. Dovunque
sia o non sia adesso, è andato al posto che si è scelto (cfr. At 1,
25), e lì rimanga!</span></div>
<div align="justify" style="font-style: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="right" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<i><b>Giovanni
Romano</b></i></div>
<b></b><i></i><u></u><sub></sub><sup></sup><strike></strike>La voce dal vicolohttp://www.blogger.com/profile/04078305788912375439noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-11445995.post-59282139682035854202018-08-03T11:12:00.000+02:002018-08-03T11:12:19.333+02:00Adesso basta, teste d'uovo che non siete altro!
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhTRafLkGnlJ3_8K9tYkGTvbyzWXJszYiHqHl_yh_X7ZTTrMIRdBSf5LGthlxfq0rS4hh6BBe2qE6uFzymG5ei3_Glhh-XdeW1bxuGQQB17pItvps2dN2pOfI5FxtK-Czd33AlkPQ/s1600/uovo1.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="400" data-original-width="343" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhTRafLkGnlJ3_8K9tYkGTvbyzWXJszYiHqHl_yh_X7ZTTrMIRdBSf5LGthlxfq0rS4hh6BBe2qE6uFzymG5ei3_Glhh-XdeW1bxuGQQB17pItvps2dN2pOfI5FxtK-Czd33AlkPQ/s320/uovo1.jpg" width="274" /></a></div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Da giorni imperversa
sui social la polemica sul ferimento di Daisy Osakue. La vicenda è
ormai così di pubblico dominio che sento di non dover aggiungere
altro tranne un BASTA!</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br />
</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Mi è toccato
leggere le accuse più feroci di razzismo a fatto appena avvenuto, di
veder censurato che i lanci erano avvenuti anche nei giorni
precedenti senza che nessun media si fosse scomodato a dare la
notizia, di leggere accuse molto pesanti – e documentate – contro
il padre della ragazza, di veder derubricata l’accusa di “razzismo”
a quella di semplice “goliardia” quando si è scoperto che i
teppisti provenivano dall’area del PD. Mi è toccato vedere
un’esultanza scomposta quando si è scoperto che il “razzismo”
non c’entrava nulla, e tutte le parodie possibili e immaginabili
sul tema dell’uovo. Ma in tutto questo bailamme è stato
dimenticato l’essenziale.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br />
</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Una ragazza è stata
colpita in pieno volto. Una ragazza rischia un occhio (e chi scrive
sa benissimo quel che vuol dire, avendo dovuto affrontare lo stesso
pericolo). Una ragazza rischia di veder compromessa la sua
partecipazione ai Campionati Europei di Atletica Leggera per il capriccio di giovinastri annoiati. Questo
m’importa, e insistere ciecamente sull’uovo per scaricarsi la
coscienza è il vero razzismo.</div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="right" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<i><b>Giovanni
Romano</b></i></div>
<b></b><i></i><u></u><sub></sub><sup></sup><strike></strike>La voce dal vicolohttp://www.blogger.com/profile/04078305788912375439noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-11445995.post-29356397527475497372017-12-03T16:53:00.004+01:002020-06-17T18:39:21.362+02:00La caccia al nazista che non c'è<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiMCvv0LOzfcmOMv54dyq8G2xm_ZBAdwMv21QFEzgWEAXyncQu5NiTOVUPw_a9LQd2DBhTLqh6e8G5cdCCprdyEp3HL2ZqKp5xo4xAM70AlDIPZga-zMtZRyqwEnr_1m6kno1j6zg/s1600/Conrazzata+tascabile+comandante+e+bandiera.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="244" data-original-width="950" height="101" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiMCvv0LOzfcmOMv54dyq8G2xm_ZBAdwMv21QFEzgWEAXyncQu5NiTOVUPw_a9LQd2DBhTLqh6e8G5cdCCprdyEp3HL2ZqKp5xo4xAM70AlDIPZga-zMtZRyqwEnr_1m6kno1j6zg/s400/Conrazzata+tascabile+comandante+e+bandiera.jpg" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
I nostri media "democratici" e "antifascisti" in servizio permanente effettivo si sono messi a ululare tutti insieme contro la presunta "bandiera neonazista" scoperta in una caserma dei Carabinieri di Firenze (se ne legga un esempio <a href="http://www.ansa.it/toscana/notizie/2017/12/02/bandiera-neonazista-in-caserma-carabinieri-toscana_19aa210c-1131-4bae-a574-9c6e0898cffb.html" target="_blank">nell'articolo dell'Ansa</a> di oggi).</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Non sappiamo, in effetti, perché in quella caserma i militari abbiano voluto esporre proprio quella bandiera e con quali intenzioni, ma una cosa è certa: per chiunque conosca anche marginalmente la storia, la bandiera raffigurata a destra <b>non</b> <b>è quella nazista</b>, bensì quella della Marina Imperiale Tedesca all'epoca della Prima Guerra Mondiale. I simboli neonazisti riportano sempre qualcosa che richiama la Croce uncinata, la Croce celtica oppure la runa delle SS, elementi che mancano del tutto in questo vessillo.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Non solo. Questa bandiera in particolare è associata a una storia drammatica di <i>rifiuto </i>del nazismo, di coraggio e di dignità. Fu in questa bandiera, e non in quella del Terzo Reich, che si avvolse il Capitano di Vascello <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Hans_Langsdorff" target="_blank">Hans Wilhelm Langsdorff</a> (foto al centro), comandante della corazzata tascabile <i><a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Admiral_Graf_Spee" target="_blank">Admiral Graf Spee</a></i> prima di suicidarsi il 19 dicembre 1939, due giorni dopo aver dato l'ordine di autoaffondare la nave all'estuario del Rio della Plata (foto a sinistra). Con quella decisione Langsdorff evitò l'inutile sacrificio del suo equipaggio contro la Marina inglese che lo attendeva al largo delle acque territoriali uruguayane dove la nave si era rifugiata. Nei mesi precedenti la <i>Graf Spee</i> aveva attaccato il traffico mercantile britannico affondando un totale di nove navi, ma Langsdorff si era distinto per la particolare umanità con cui aveva trattato i loro equipaggi, salvato i naufraghi e assistito i feriti. Il suicidio di Langsdorff, e le modalità con cui avvenne, fu l'ultimo simbolico gesto di protesta contro il regime nazista che aveva dichiarato una guerra tanto inumana quanto insensata.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Di tutta questa verità storica non c'è traccia nei media che si riempiono continuamente la bocca di "pluralismo", "democrazia", "tolleranza", "inclusione", e, da solerti delatori quali sono, corrono a denunciare alla Polizia i loro fumosi sospetti. Ho esitato, lo confesso, a scrivere questo post. Cosa può uno sconosciuto blogger contro una macchina del fango e della menzogna così organizzata, diffusa e potente? Ci vorranno intere generazioni per ristabilire un minimo di verità storica. Ma per fortuna anche un sassolino molto piccolo, a volte, può disturbare gli ingranaggi di una grossa macchina. Perciò ho scelto di non tacere.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b><i>Giovanni Romano</i></b></div>
La voce dal vicolohttp://www.blogger.com/profile/04078305788912375439noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-11445995.post-9996759460434151762017-10-27T16:52:00.000+02:002017-10-27T16:52:06.831+02:00Insetti? No, grazie!
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiT9kFvcZ7r9XYLkIogliahFkSsMRb0VqzOyXrBoLm5HSOmw1Yyz7qP0878vxVHDZ6BBOz5iEW-KgQ4iDuqXbxTo3p_MlzRiGE7GAD-LFHYdIOfYNnJrS5IcJCYRLACrEzhWLQ0ZA/s1600/insetti_come_alimenti-700x520.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="520" data-original-width="700" height="237" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiT9kFvcZ7r9XYLkIogliahFkSsMRb0VqzOyXrBoLm5HSOmw1Yyz7qP0878vxVHDZ6BBOz5iEW-KgQ4iDuqXbxTo3p_MlzRiGE7GAD-LFHYdIOfYNnJrS5IcJCYRLACrEzhWLQ0ZA/s320/insetti_come_alimenti-700x520.jpg" width="320" /></a></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Com’è
noto, a partire dal 2018 grazie alla UE i cittadini potranno
ritrovarsi gli insetti nel piatto. Almeno così molti giornali hanno
presentato la notizia, precisando che il 54% degli italiani è
contrario (una percentuale fin troppo esigua rispetto alla realtà, a
mio parere).</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Perché
questo moto spontaneo di ripulsa, di avversione? Prima di tutto
perché il cibo è una cultura, e gli insetti, da sempre, sono
assolutamente estranei alla tradizione alimentare occidentale.
L’Europa si è evoluta – questo lo percepiamo più o meno
confusamente – appunto perché <i><b>non</b></i> ha continuato a
mangiare insetti, preferendo i vegetali (il che ha richiesto la
laboriosità e l’organizzazione delle civiltà agricole) oppure le
proteine nobili della carne (il che ha richiesto la pazienza
dell’allevamento o il coraggio e l’astuzia della caccia). In
secondo luogo, la grande maggioranza degli esseri umani avverte
quanto meno un’estraneità nei confronti degli insetti, quando non
una vera e propria fobia. Figuriamoci mangiarli!</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Si
obietterà che introdurre gli insetti nell’alimentazione è un
arricchimento della dieta, una fonte inesauribile di proteine a basso
costo, una “contaminazione” (per usare un termine tanto improprio
quanto sgradevole), una fermentazione di culture diverse, un
risultato inevitabile della globalizzazione e delle migrazioni, e via
banalizzando. A molti invece viene il sospetto che dietro tanta
pubblicità ci sia un tentativo di <i>imporre</i> questo tipo di
alimentazione, più o meno come si cerca di imporre una dieta
vegetariana o peggio ancora vegana nelle scuole e sui media a scapito
della carne, dei formaggi e dei salumi.</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Si
può discutere se queste illazioni siano fondate o meno, ma quello
che importa è capire le ragioni per cui tali sospetti vengono
avanzati. Viviamo un momento in cui l’eccesso di informazioni – o
meglio di voci incontrollate – induce a dubitare di tutto, molto
spesso anche immotivatamente. I social networks finiscono per
tribalizzare gli utenti intorno a quel che già pensano di sapere e a
quel che vogliono sentire, illudendosi così di riprendere un minimo
di controllo sulla propria vita, mentre le decisioni che ci
riguardano direttamente – dalla pensione ai risparmi, dalla salute
all’alimentazione, dalle elezioni ai programmi scolastici dei
nostri figli – sono sempre prese altrove, da organi remoti che non
si ha alcun potere di influenzare, e che per giunta pretendono di
decidere “per il nostro bene”.</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">È
questo atteggiamento <i>pedagogico</i> del potere, forse, a dare più
fastidio. Si scava un fossato sempre più profondo tra un discorso
pubblico autoreferenziale e la cittadinanza che si vede trattata con
implicita diffidenza e distacco. Da qui, ad esempio, la rivolta
irrazionale e autolesionista contro l’obbligo dei vaccini, motivata
almeno nella maggior parte dei casi più da risentimento contro un
governo che non rende conto delle proprie azioni che da obiezioni
sanitarie vere e proprie. Da qui anche la diffidenza con cui è stata
accolta la liberalizzazione degli insetti come alimento, quasi fosse
un atto di consapevole disprezzo delle nostre tradizioni alimentari.</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Non
sappiamo come finirà questa vicenda. Forse prima o poi, grazie
all’effetto “finestra di Overton” che ha già fatto tristemente
prova di sé per quanto riguarda il gender, quel che sembrava
aberrante e insensato all’inizio finirà per essere accettato come
fatto compiuto. Ma se questa diventasse mentalità comune, o peggio
ancora ci venisse imposta, avremmo perso irreparabilmente un
patrimonio culturale fatto di secoli di ricette, di ingegnoso
sfruttamento delle risorse locali, di sapienza tramandata da una
generazione all’altra. Proprio quel che la globalizzazione rifiuta
e distrugge: fanno molto più comodo individui isolati ai quali, se
mangiano di tutto, si può dare a bere di tutto.</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;"><i><b>Giovanni
Romano</b></i></span></span></div>
<b></b><i></i><u></u><sub></sub><sup></sup><strike></strike>La voce dal vicolohttp://www.blogger.com/profile/04078305788912375439noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-11445995.post-55673053983991950182017-10-09T14:53:00.001+02:002017-10-09T14:53:40.133+02:00Tristi perché arretrati, o arretrati perché tristi?<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi9bdYa9rHX9eYKWA2cStiO6a4gqbtTKLoupN9UEZB9PUcthJPEDintzw4JZomi3YntLC9zw_UDCRyIK2ZaLkt9iPGSrYDqNgBOg813PoXEbVOpx4tlpWNCNUuMEb-8ZQc-7aKBzw/s1600/accabadora.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="494" data-original-width="843" height="187" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi9bdYa9rHX9eYKWA2cStiO6a4gqbtTKLoupN9UEZB9PUcthJPEDintzw4JZomi3YntLC9zw_UDCRyIK2ZaLkt9iPGSrYDqNgBOg813PoXEbVOpx4tlpWNCNUuMEb-8ZQc-7aKBzw/s320/accabadora.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-weight: normal;">Qualche
giorno fa </span><span style="font-weight: normal;">ebbi</span><span style="font-weight: normal;">
una violenta disputa su Facebook a proposito dell’”</span><span style="font-weight: normal;">Accabadora</span><span style="font-weight: normal;">”,
una donna che </span><span style="font-weight: normal;">nella</span><span style="font-weight: normal;">
Sardegna </span><span style="font-weight: normal;">del Nord-Est </span><span style="font-weight: normal;">era
incaricata di praticare la soppressione dei malati terminali, </span><span style="font-weight: normal;">e
le cui ultime imprese sono arrivate fino alla prima metà del secolo scorso</span><span style="font-weight: normal;">.
</span><span style="font-weight: normal;">La discussione </span><span style="font-weight: normal;">è
iniziata da <a href="https://www.informarexresistere.fr/chi-era-laccabadora-fino-a-pochi-anni-fa-ancora-operava-in-sardegna-linquietante-figura/">questo
articolo</a></span><span style="font-weight: normal;">, ed è
rimarchevole come in esso manchi assolutamente la benché minima critica
verso un costume che definire barbaro è poco. Al contrario, il tono
è elogiativo, parla di “pietà” quasi fosse un grande merito
sfondare la testa di un morente a colpi di mazza o soffocarlo con un
cuscino. </span><span style="font-weight: normal;">In ogni caso, ci
rassicura l’articolista, l’esistenza </span><span style="font-weight: normal;">dell’accabadora</span><span style="font-weight: normal;">
</span><i><span style="font-weight: normal;">“(…) è sempre stata
ritenuta un fatto naturale</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">,
</span></span><i><span style="font-weight: normal;">come esisteva la
levatrice che aiutava a nascere, esisteva s’abbacadora che aiutava
a morire. </span></i><b><i>Si dice addirittura che spesso era la
stessa persona</i></b><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
[il neretto è mio, N.d.R.] </span></span><i><span style="font-weight: normal;">e
che il suo compito si distinguesse dal colore dell’abito (nero se
portava la morte, bianco o chiaro se doveva far nascere una vita).</span></i></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-weight: normal;">A
parte tutte le considerazioni che si potrebbero fare sul matriarcato
e sui suoi effetti negativi, </span><span style="font-weight: normal;">l’articolo
presenta alcune vistose contraddizioni che possono sfuggire solo ai
più superficiali. Tanto per cominciare, ci viene detto che
l’”</span><span style="font-weight: normal;">accabadura</span><span style="font-weight: normal;">”
era </span><i><span style="font-weight: normal;">“Un atto pietoso
nei confronti del moribondo ma anche un atto necessario alla
sopravvivenza dei parenti, soprattutto per le classi sociali meno
abbienti: nei piccoli paesi lontani da un medico molti giorni di
cavallo, serviva a evitare lunghe e atroci sofferenze al malato”</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="font-style: normal; font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Dal
che si evince chiaramente che anche la morte faceva distinzioni di
classe, e che l’uccisione era la fine riservata ai poveri </span></span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">molto
più che ai ricchi</span></span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">.
Che poi questa </span></span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">pratica</span></span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
fosse colpa anche della grettezza spietata dei latifondisti che
mantenevano la popolazione nella miseria, questo è indubbio. Si
accenna anche a uno dei problemi più seri della Sardegna in generale
e della Barbagia in particolare: la mancanza di buone vie di
comunicazione, </span></span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">che
ne hanno frenato fino ad oggi lo sviluppo sia economico che civile</span></span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="font-style: normal; font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Questa
però può essere al massimo una spiegazione, non una
giustificazione. Tanto quanto la ricchezza, anche la povertà può
generare –</span></span><span style="text-decoration: none;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
anzi genera quasi sempre – un egoismo </span></span></span><span style="text-decoration: none;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">ancor
più </span></span></span><span style="text-decoration: none;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">gretto
e feroce. È proprio vero che si sopprimevano i malati solo per
pietà, oppure anche per impadronirsi di pochi bocconi di pane in
più? </span></span></span><span style="text-decoration: none;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">E
se il medico non veniva nemmeno chiamato, come si poteva affermare
con tanta sicurezza che la malattia fosse terminale? Praticare
l’”accabadura” non era forse un modo, diciamo così, di
“aiutare il destino” </span></span></span><span style="text-decoration: none;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">togliendo
di mezzo</span></span></span><span style="text-decoration: none;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
i più deboli, </span></span></span><span style="text-decoration: none;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">le
vite diventate ormai</span></span></span><span style="text-decoration: none;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
inutili a beneficio </span></span></span><span style="text-decoration: none;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">delle
tasche </span></span></span><span style="text-decoration: none;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">dei
più forti? È significativo che, come scrive esplicitamente
l’articolo, “sa femmina accabadora” veniva sempre chiamata dai
parenti, non dal malato. </span></span></span><span style="text-decoration: none;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Ed
è per lo meno strano che mai nell’articolo si accenna al desiderio
di chiamare un prete.</span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="font-style: normal; font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-decoration: none;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="text-decoration: none;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Secondo:
“s’accabadora” veniva sempre di notte, vestita di nero da capo
a piedi, faceva uscire i parenti dalla casa e soffocava il </span></span></span><span style="text-decoration: none;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">morente</span></span></span><span style="text-decoration: none;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
col cuscino oppure gli sfondava il cranio con “su mazzolu”. Poi
se ne andava silenziosa come era venuta, mentre i parenti la
ringraziavano offrendole prodotti della terra (eh, certo, la morte </span></span></span><span style="text-decoration: none;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">su
commissione ha il suo prezzo</span></span></span><span style="text-decoration: none;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">!).
Se un comportamento del genere fosse stato così naturale e
culturalmente accettato, perché venire di notte? Perché vestirsi di
nero? Perché </span></span></span><span style="text-decoration: none;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">coprirsi
il volto e tutta la figura</span></span></span><span style="text-decoration: none;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">?
</span></span></span><span style="text-decoration: none;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">In
questo, “</span></span></span><span style="text-decoration: none;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">s</span></span></span><span style="text-decoration: none;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">’accabadora”
</span></span></span><span style="text-decoration: none;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">era
</span></span></span><span style="text-decoration: none;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">esattamente
</span></span></span><span style="text-decoration: none;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">identica
al</span></span></span><span style="text-decoration: none;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
boia che eseguiva le sentenze mascherandosi con </span></span></span><span style="text-decoration: none;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">il
</span></span></span><span style="text-decoration: none;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">cappuccio:
pur essendo un funzionario </span></span></span><span style="text-decoration: none;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">statale
</span></span></span><span style="text-decoration: none;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">regolarmente
inquadrato e pagato, pur avendo dalla sua la legge </span></span></span><span style="text-decoration: none;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">e
l’opinione pubblica che lo giustificavano</span></span></span><span style="text-decoration: none;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">,
il suo lavoro era così disumano </span></span></span><span style="text-decoration: none;"><i><span style="font-weight: normal;">in
sé</span></i></span><span style="text-decoration: none;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
da suscitare disagio e orrore in chi lo avesse incontrato di persona.</span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="font-style: normal; font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-decoration: none;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="text-decoration: none;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Portiamo
ora il discorso su un altro livello. Cosa possiamo dire di una
cultura che accetta così tranquillamente non tanto la morte quanto
la soppressione della vita? Una pratica del genere può essere
giustificata soltanto dalla miseria oppure c’è un elemento di
crudeltà, di fatalismo pagano che a sua volta è diventato il
fattore paralizzante che ha contribuito a </span></span></span><span style="text-decoration: none;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">ibernare</span></span></span><span style="text-decoration: none;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
quella parte della Sardegna in una perpetua miseria? Altre regioni
d’Italia, come il Molise, la Basilicata e il Veneto hanno
conosciuto una miseria altrettanto feroce, un abbandono altrettanto
totale, ma in nessuna di esse, per quanto ne sappia, si ricorreva
all’eliminazione dei morenti </span></span></span><span style="text-decoration: none;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">come
fosse un fatto “naturale” (non c’è niente di naturale in un
colpo che ti sfonda la testa, per giunta con “Su mazzolu”
fabbricato appositamente allo scopo).</span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="text-decoration: none;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Una
cultura diventa umana nella misura in cui si prende cura della vita,
non nella misura in cui la sopprime. Sono proprio le culture non
fataliste, non ripiegate sulla circolarità maligna del tempo, quelle
dove ogni vita ha la sua importanza, a possedere la tensione a non
accontentarsi, a migliorare, a non lasciare nessuno indietro. Se
l’arretratezza è causa di malinconia, anche una malinconia
divorante può essere causa di arretratezza. È una sinistra
ironia che nella foto dell’”accabadora” sia presente il
Crocifisso, il che dimostra quanto il cristianesimo sia rimasto alla
superficie di una cultura forse ferma interiormente all’epoca dei
nuraghi. Non c’è bisogno di essere cristiani, tuttavia, per
trovare barbara e inumana questa pratica. Non ho letto </span></span></span><span style="text-decoration: none;"><i><span style="font-weight: normal;">I
quaderni dal carcere</span></i></span><span style="text-decoration: none;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">,
ma sono assolutamente certo che un sardo della statura di Antonio
Gramsci avrebbe condannato col massimo rigore questo costume che ora, in piena malafede,
si torna a giustificare in nome di una ipocrita “pietà”.</span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: right;">
<i><b><span style="text-decoration: none;">Giovanni
Romano</span></b></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<b></b><i></i><u></u><sub></sub><sup></sup><strike></strike></div>
La voce dal vicolohttp://www.blogger.com/profile/04078305788912375439noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-11445995.post-20836529170946565762017-06-03T11:01:00.001+02:002017-06-03T11:01:46.141+02:00Urge un vaccino contro la stupidità<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg6gG_PTLcvPCk3i1cVbnSX59T3OOKfIox7UhxssjNsahbLyelv9XFCs4U-0-1yZBGjKMce5XvsHqDwEdqQ88FHOn9sK6lGWJquxf-BWYPnfbPxdq0JrNbfAZPp6c7uE3CPwfadVQ/s1600/Vaccino.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="273" data-original-width="505" height="172" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg6gG_PTLcvPCk3i1cVbnSX59T3OOKfIox7UhxssjNsahbLyelv9XFCs4U-0-1yZBGjKMce5XvsHqDwEdqQ88FHOn9sK6lGWJquxf-BWYPnfbPxdq0JrNbfAZPp6c7uE3CPwfadVQ/s320/Vaccino.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
In questi giorni
infuria un dibattito tanto violento quanto assurdo sulle
vaccinazioni, specialmente perché il governo è intervenuto con mano
pesante tornando a imporre l’obbligo di vaccinare i bambini contro
12 malattie pena l’esclusione dalla scuola e addirittura la revoca
della patria potestà. Non contento di questo, il Ministero della
Salute ha immediatamente radiato i medici che si erano espressi
contro le vaccinazioni.
</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br />
</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Sgombriamo subito il
campo da un equivoco. Chi scrive è assolutamente favorevole alle
vaccinazioni, senza se e senza ma. Rifiutarsi di vaccinare i propri
figli è un atto di irresponsabile gravità. Gli argomenti contrari
(come quello secondo cui i vaccini causerebbero l’autismo) non
hanno alcuna consistenza scientifica. Né tantomeno si può essere
d’accordo su chi vuole seminare il panico parlando di una morìa di
bambini causata dalle vaccinazioni. Per quanto dolorose siano quelle
morti, il loro numero non sarà MAI paragonabile, nemmeno
lontanamente, alla strage che potrebbe verificarsi in caso di
epidemia. Senza contare che una malattia di cui si ride come il
morbillo se non curata può causare encefalopatia, e la rosolia è
pericolosissima per le donne in stato di gravidanza. Problemi così
gravi non si possono affrontare con superficialità, nemmeno gridando
alla “libertà di cura”. A parte i risultati delle cure
“alternative” come l’omeopatia, non si può invocare nessuna
“libertà di cura” quando si tratta di malattie infettive.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br />
</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
A chi continua a
sostenere che le vaccinazioni obbligatorie non sono necessarie,
facciamo presente che l’Italia è al 212° posto su 222 nella
graduatoria mondiale della mortalità infantile con 3,31 decessi
annui ogni 1.000 nati , ben al di sotto della Finlandia (3,36), della
Germania (3,46) e della Svizzera (3,73) (fonte:
<a href="https://www.indexmundi.com/map/?v=29&l=it">https://www.indexmundi.com/map/?v=29&l=it</a>).
In tutti questi paesi al di sopra del nostro, guarda caso, le
vaccinazioni non sono obbligatorie.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br />
</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Perché tanto
risentimento e tante proteste, allora? Il problema è nel metodo
adottato dal governo. Dopo anni di indifferenza nei confronti
dell’isteria immotivata contro le vaccinazioni, si è svegliato
troppo tardi ed è intervenuto brutalmente, senza darsi la pena di
informare, di spiegare, di coinvolgere la cittadinanza. Governi non
eletti si abituano a prevaricare sui cittadini, scavando un solco di
indifferenza, di ostilità e di dubbio anche dove non ci dovrebbe
essere motivo di disaccordo.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br />
</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
E a Corato?
Purtroppo non disponiamo di statistiche aggiornate ma è interessante
citare un articolo di CoratoLive del 28 ottobre scorso:
<a href="http://tinyurl.com/y8fga2hr">http://tinyurl.com/y8fga2hr</a>.
Da quell’articolo si deduce chiaramente sia che la copertura
vaccinale è molto buona (il 95% circa) sia che, contrariamente a
quanto vuol farci credere chi si oppone caparbiamente alle
vaccinazioni, i genitori stessi vogliono vaccinare i loro figli e
sono i primi a protestare quando il servizio viene a mancare.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br />
</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
C’è tuttavia
un’ultima domanda imbarazzante: lo stesso governo che usa il pugno
pesante contro gli italiani si guarda bene dall’esigere la
vaccinazione ai clandestini che ci stanno invadendo. Come mai,
allora, il personale che li raccoglie dai barconi veste tute da
guerra batteriologica? Vogliono forse prolungare il Carnevale? Andate
a chiederlo alla Boldrini che per anni si è occupata dei
rifugiati...</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br />
</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<i><b>Giovanni Romano</b></i></div>
La voce dal vicolohttp://www.blogger.com/profile/04078305788912375439noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-11445995.post-77170600412355793472017-03-11T10:05:00.000+01:002017-03-11T18:34:43.425+01:00Il toro e la fanciulla: un falso duello<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjzRi4QVEqwtYizIPPN2UNtunPyQVKWartr5oLGlq3YHhr4-B8j6QFZdar6bVJODMcVY1Ew1FTcYyYrbRr4DDfOxdJ6_LzeSWpLOdTENWiAtfrD8cF1uZRQWKSe135g4qBfM0CAVg/s1600/Il+toro+e+la+fanciulla.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjzRi4QVEqwtYizIPPN2UNtunPyQVKWartr5oLGlq3YHhr4-B8j6QFZdar6bVJODMcVY1Ew1FTcYyYrbRr4DDfOxdJ6_LzeSWpLOdTENWiAtfrD8cF1uZRQWKSe135g4qBfM0CAVg/s200/Il+toro+e+la+fanciulla.jpg" width="188" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Qualche giorno fa proprio di fronte a Wall Street è stata collocata «a sorpresa» la statua di una ragazzina che, le mani sui fianchi, si piazza in atto di sfida davanti al famoso Toro. Pare che il monumento «alternativo» sia stato collocato nottetempo ma la mattina dopo c'erano già la stampa, le TV e una nutrita rappresentanza di VIP e radical-chic, tutti evidentemente preavvertiti.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Quale il significato di questa statua? Un ricordo del movimento «Occupy Wall Street» di un paio d'anni fa? Una sfida al femminile al gioco cinico e spietato della Borsa e della globalizzazione finanziaria che ha ridotto alla miseria intere nazioni e minaccia di inghiottirne altre?</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Niente di tutto questo. Quello tra il toro e la ragazzina è un falso duello, e per due ragioni. Prima di tutto, lo scopo di chi ha collocato la statua era semplicemente quello di rivendicare una maggiore presenza femminile ai piani alti delle istituzioni finanziarie, con particolare riferimento ai consigli di amministrazione. In questo senso la fanciulla (o piuttosto chi ha commissionato la statua) gioca allo stesso gioco del toro e accetta le sue regole. Vuole semplicemente prenderne il posto ma non sembra né diversa né migliore.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Una seconda delusione viene dallo scoprire chi c'è dietro questa operazione di cosmesi politicamente corretta: <a href="http://www.businessinsider.com/stage-street-global-advisors-girl-statue-in-front-of-wall-street-bull-2017-3?IR=T" target="_blank">un fondo d'investimento</a> che maneggia la bazzecola di 2,5 trilioni di dollari all'anno. Niente di realmente alternativo, dunque, se non un cambio di poltrone ai vertici. Ne valeva la pena?</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><b>Giovanni Romano</b></i></div>
La voce dal vicolohttp://www.blogger.com/profile/04078305788912375439noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-11445995.post-20547928458667434422017-03-09T10:02:00.002+01:002017-03-09T14:29:37.628+01:00Visite psicologiche obbligatorie: tutela o vessazione?<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhexcvbvFCM1LM0VNdFF3jAMXE1nvg5P1cPyZOMq4KWCCoB2tJneV9I1Xw5TZ1n07NVWbBoikOYo08YC75BleZ-jgs-m0e4IHRkmE7jJ62kVzrBapjmBpjKwxlsX4JMFmH8_oseYQ/s1600/Docente.gif" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhexcvbvFCM1LM0VNdFF3jAMXE1nvg5P1cPyZOMq4KWCCoB2tJneV9I1Xw5TZ1n07NVWbBoikOYo08YC75BleZ-jgs-m0e4IHRkmE7jJ62kVzrBapjmBpjKwxlsX4JMFmH8_oseYQ/s1600/Docente.gif" /></a></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
Sul
sito Oggiscuola.it è comparso ieri <a href="http://www.oggiscuola.com/web/2017/03/08/visite-psicologiche-obbligatorie-docenti-marziale-ok-dalla-fedeli-ora-le-linee-guida/" target="_blank">un intervento</a> del garante per
l’infanzia e l’adolescenza della Regione Calabria, Antonio
Marziale, che ha annunciato come il ministro dell’Istruzione Fedeli
abbia dato il via libera alle visite psicologiche obbligatorie per i
docenti al fine di accertarne l’idoneità in modo che siano evitati
episodi di maltrattamenti specialmente ai danni dei bambini. Com’egli
stesso ha dichiarato provvederà a emanare immediatamente le linee
guida. E nel frattempo -particolare significativo- quella pagina ha
ricevuto oltre 3 milioni di visite, nonostante sia appesantita da una pubblicità invasiva e insopportabile.</div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
Salvaguardare i più piccoli è fuori discussione, ma nel discorso del dott. Marziale ci
sono dei particolari che colpiscono sfavorevolmente. Prima di tutto i
toni brutali e offensivi con cui ha parlato degli
insegnanti e di chiunque avesse mosso critiche alla sua idea. Non si
riesce a farci l’abitudine: mentre i riconoscimenti alla categoria
-quando ci sono- sono solo e soltanto verbali, le minacce, il pugno e
il bastone sono concreti e immediatamente operativi. Secondo, è troppo comodo l’aver
affrontato il problema in chiave esclusivamente repressiva (cito testualmente: “chi ha
a che fare con loro [i bambini, N.d.R:] quotidianamente non può’
permettersi il lusso di scaricare le proprie frustrazioni
maltrattandoli. Chi lo fa deve cambiare mestiere, anzi bisogna
farglielo cambiare”) senza minimamente preoccuparsi di cercare le
cause del <i>burn-out</i> né
tantomeno offrire rimedi credibili.</div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
Non
una parola, non un moto di solidarietà ha speso questo burocrate,
né i
suoi colleghi, né lo
stesso ministro sugli insegnanti minacciati, derisi e anche picchiati
in troppi istituti, con
particolare riferimento ai professionali. Non sa o non gl’importa
sapere cosa significhi andare
un giorno dopo l’altro in classi cattive, incontrollabili, violente
dove il docente è come un cane alla catena che non può ne fuggire
né attaccare a sua volta. Non un accenno alle famiglie che arrivano
fino alle percosse anche
contro i presidi se i loro pargoli non vengono lisciati, vezzeggiati
e soprattutto promossi anche
se sono più ignoranti di un’ameba. Tutte
le responsabilità, come al solito, vengono scaricate sulle spalle
degli insegnanti che adesso si troveranno a dover subire una
vessazione in più.</div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
Queste
visite psicologiche obbligatorie, infatti, a parte che
probabilmente saranno a
carico dei docenti, così
come sono state intese verranno
svolte in un’ottica di sospetto e ostilità, non di aiuto. Il
dott. Marziale può stare certo fin da ora che <i><b>almeno </b></i>il
60% degli insegnanti <i>oggi</i>
cambierebbe mestiere se ne avesse la possibilità, senza aspettare i suoi comandi!
Ma questo è impossibile per la politica di deliberato impoverimento della classe media che
per mancanza di alternative economiche è
condannata a fornire carne da cannone
alla scuola.</div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
Eppure
altri sistemi meno professionalmente degradanti ci sarebbero, solo
che lo stato si guarda bene dal prenderli in considerazione. Ad
esempio, un anno sabbatico ogni 5-6 anni di lavoro (cfr. Giovanni
Pacchiano, <i>“Di scuola si muore”</i>,
Feltrinelli 1998) in cui il docente dovrebbe svolgere altre mansioni
che comunque gli diano respiro dalla cattedra. Oppure l’eliminazione
delle “classi pollaio” di 28-32 alunni per creare gruppi più
piccoli e più facilmente controllabili (sembra davvero incredibile
che dopo l’entrata in ruolo di 100.000 nuovi docenti il problema
non sia stato nemmeno lontanamente risolto).</div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
C’è
inoltre un pericolo sottile e non dichiarato in questo controllo
psicologico: assicurarsi che tutti i docenti la pensino allo stesso modo, che
tutti si conformino ai dettami del politicamente corretto. La scuola
ormai non è più un veicolo di diffusione della cultura -se mai
lo è stata- ma un mezzo di controllo sulle menti e uno strumento di
manipolazione sociale (ecco perché la dilatazione incontrollata del
tempo-scuola è un mezzo per allontanare i figli dalle famiglie
consegnare i loro cervelli all’ammasso). Come nell’URSS di
Brezhnev, chiunque si azzardi a pensare in proprio è un pazzo da ricoverare in manicomio. Forse l’insegnante veramente pericoloso, agli occhi
della burocrazia ministeriale, non è soltanto quello che picchia gli
alunni ma quello che legge, si informa e non la beve.</div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<b><i>Giovanni Romano</i></b></div>
La voce dal vicolohttp://www.blogger.com/profile/04078305788912375439noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-11445995.post-59805473442529150552017-03-07T15:07:00.000+01:002018-06-08T17:44:48.486+02:00Montalbano alla guerra del gender<div style="text-align: justify;">
Sulla questione del gender si sta combattendo ormai da anni una vera e propria guerra. Ma è una guerra asimmetrica, in cui una parte può valersi solo della propria testimonianza fatta in silenzio, di incontri divulgati di bocca in bocca ai quali partecipano poche decine o centinaia di persone (quando va bene), ignorata o vilipesa dai media, abbandonata dai pastori della Chiesa e tradita da troppi preti. Dall'altra un apparato mediatico dai mezzi praticamente illimitati che imbavaglia qualunque contraddittorio, sostenuta dal coro assolutamente conformista dei VIP della canzone, dello sport, dello spettacolo. Proprio ieri ne abbiamo avuto un esempio particolarmente meschino con il politicamente correttissimo Andrea Camilleri che non ha esitato a sferrare l'ennesimo colpo basso valendosi della popolarità del suo sceneggiato<i> Il commissario Moltalbano.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i></i><br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Mi permetto di "rubare" l'intervento di un mio amico su Facebook che ha descritto molto bene quello che è accaduto durante la puntata di ieri sera:</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
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<b><i>(...) ho visto la puntata di "Montalbano".... Ad un certo punto, quasi in sottofondo, ma ben udibile, veniva inquadrata una TV accesa in cui un personaggio, non importa chi, esprimeva la sua posizione a favore della famiglia tradizionale, basata sull'incontro tra uomo e donna, che genera naturalmente bambini, e contro l'omosessualismo, considerato espressamente una deviazione (che tale è). Bene.... indovinate un po'? Questo personaggio, alla fine della storia, è risultato essere il cattivone stupratore assassino di turno. Le menti deboli ed acritiche, che spesso seguono questo programma, in maniera neanche tanto subliminale, hanno associato quanto ipocritamente espresso in tv dal "protagonista," alla sua carica delinquenziale estrema. Se 2+2 fa 4 allora, per camilleri e gli autori del programma.... "difensore della famiglia naturale e normale"=assassino stupratore.</i></b></div>
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Non c'è da niente da aggiungere. se mai osservare che si sbaglia a parlare di "famiglia tradizionale": (la famiglia è naturale, non tradizionale), e che ormai la macchina del fango lavora a pieno regime, come contro i sacerdoti cattolici ormai identificati <i>tout court</i> come pedofili.</div>
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Sono orgoglioso di non possedere nella mia biblioteca nessuno dei libri di Andrea Camilleri altrimenti l'avrei trattato come Knut Hamsun lo scrittore collaborazionista fu trattato dai norvegesi: gli restituirono tutti i suoi libri buttandoli davanti alla sua porta.<br />
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<b><i>Giovanni Romano</i></b></div>
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