sabato 28 novembre 2015

Una strage che fa comodo a chi vive di stragi

Il pazzoide - o forse l'agente provocatore - che ha assalito una clinica abortista della Planned Parenthood a Colorado Springs negli USA - ha distrutto in mezza giornata il lavoro di mesi, anche di anni, condotto dalle organizzazioni pro-life che si sono battute e si battono, spesso di fronte a una opposizione durissima e violenta, all'ostilità mediatica delle star e degli opinionisti più in vista (basti pensare a Oprah Winfrey). Per non parlare dell'amministrazione Obama, una delle più ideologiche e divisive che l'America si sia mai data, che ha elevato l'aborto a "diritto umano fondamentale".

Tutto il lavoro paziente di persuasione, di dialogo, di accoglimento del dolore e della sofferenza di donne indotte o spinte ad abortire o dai loro uomini o plagiate dalla mentalità edonista per cui il bambino è solo un peso, tutto questo lavoro è andato in fumo proprio quando, lentamente ma sicuramente, il movimento pro-life stava guadagnando terreno e più di una clinica della Planned Parenthood era stata chiusa perché i medici e gli infermieri erano diventati tutti obiettori. Un metodo molto più pericoloso agli occhi degli abortisti, perché una coscienza risvegliata è molto più forte che non le bombe e i fucili.

Al di là della scontata condanna della violenza, questa strage dovrebbe far riflettere su quanto sia stata grave la ferita che l'amministrazione Clinton prima, quella Obama poi, hanno inflitto alla coscienza di un popolo che nel corso degli anni ha vissuto l'aborto con un disagio via via maggiore.

Fa davvero specie che Radio24, nel riferire oggi la notizia, abbia usato il termine "consultorio familiare" per una istituzione dove l'unico "consiglio" è quello di abortire e dove l'omicidio di bambini è pratica normale e quotidiana.

Questa strage è stata il miglior regalo possibile per chi vive sulla strage dei neonati.

Giovanni Romano