martedì 4 giugno 2019

I clown, le lucciole e un papà felice

Sulla bacheca di un mio contatto Facebook ho letto che aveva portato i suoi bambini a una cena di fine anno scolastico in un agriturismo, dove ovviamente i bambini si erano scatenati in giochi, corse, gare, tutto inventato da loro, spontaneamente, “senza bisogno di animatori e giocolieri”.

Cosa c'è dietro quest'ultima osservazione? Con tutto il rispetto per gli animatori e i giocolieri, direi che il mio contatto ha proprio ragione. Innanzitutto c'è il sollievo di stare finalmente coi propri figli, senza l'intermediazione di gente pagata per far divertire. In secondo luogo, la presenza di animatori e giocolieri è roba da città, è necessaria negli ambienti chiusi come le ludoteche che in realtà – anche qui con tutto il rispetto – sono degli “scatoloni del divertimento” che impediscono ai bambini di fruire direttamente del mondo esterno. La natura, invece, è già di suo un mondo sconfinato da esplorare, dove si possono incontrare gli altri bambini e divertirsi con loro senza alcun bisogno di organizzare gramscianamente alcunché.

Ecco spiegata l'insofferenza liberatoria di quest'uomo che ha riscoperto il gusto di essere finalmente, semplicemente un papà, senza discorsi e – c'è da scommetterci – senza i messaggi subliminali e devastanti che certi giocolieri e certi animatori fanno passare a danno dei bambini.

Giovanni Romano

Il doppio sbaglio di Simone Pillon



Due sono gli errori che Simone Pillon, deputato leghista e cattolico non pentito, ha commesso quando ha pubblicamente dichiarato di voler pregare per l'anima di Vittorio Zucconi. La Rete – questo mostro politicamente corretto dalle diecimila teste – lo ha immediatamente e selvaggiamente linciato. Non sto qui a riportare i commenti, uno più meschino e spregevole dell'altro, anche se ci sarebbe molto da riflettere sulla hybris di un mondo che oramai si crede autosufficiente. Il minimo che si possa fare è dar ragione a George Orwell, quando scrisse in Reflections on Gandhi (onestamente, dal suo punto di vista) che tra l'ateo e il credente non ci può essere incontro né mediazione.

L'errore di Pillon è stato duplice, e paradossalmente in entrambi i casi è andato contro il Vangelo. In primis perché non ha tenuto conto della discrezione nella preghiera, (Mt 6, 5-6) specialmente nei riguardi dei non credenti e della loro superbia. Il secondo è la raccomandazione di non dare le cose sante ai cani e non gettare le perle davanti ai porci (Mt 7, 6). Non avevo mai capito prima d'ora questo versetto, ma la reazione al post di Pillon non poteva spiegarmelo meglio.

Quanto a me, ho seppellito Zucconi a ciglio asciutto. Una persona arrogante, un superbo estremamente intollerante e violento contro chi non la pensava come lui, non merita né le mie preghiere né tantomeno il mio rimpianto. Dovunque sia o non sia adesso, è andato al posto che si è scelto (cfr. At 1, 25), e lì rimanga!

Giovanni Romano