domenica 7 dicembre 2008

Orgoglioso di essere diverso. Da Vendola.

Scrissi questa lettera, mai pubblicata, a un sito della mia città il 19 aprile del 2005. La pubblico ora sul mio blog per solidarietà contro gli ignobili e pretestuosi attacchi al Vaticano, e contro la sempre più subdola propaganda filo omosessuale che pervade tutti i media.

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Al messaggio di A.F. “Chi ha paura di non avere paura” ha risposto molto bene G. d’I., il cui scritto condivido in pieno, salvo l’ottimismo che gli fa scrivere “Non è la vittoria elettorale di un tale personaggio dal nome di Vendola che può in alcun modo scalfire l'istituzione famigliare tradizionale, né indurre qualcuno a pensare possibile uno stravolgimento delle regole della natura”.

Il contrasto, purtroppo, è culturalmente molto più profondo, e la lobby omosessuale è potente e bene organizzata. Il suo scopo è distruggere l’idea stessa di famiglia eterosessuale, l’idea stessa che esista una “natura” che non dipende dalle nostre preferenze. E ci stanno riuscendo attraverso una martellante, ossessiva campagna d’opinione, a livello internazionale e mediatico. Basti pensare a uno sceneggiato come “Mio figlio” oppure agli spot sull’omosessualità inseriti ormai in ogni sceneggiato “per famiglie” dove ormai è obbligatorio che compaia il personaggio dell’omosessuale positivo (si veda “Orgoglio” o il meno recente “Commesse”, e anche “Un medico in famiglia”, se ben ricordo). La normale famiglia etero non sarà affatto lasciata in pace, proprio perché “diversa” da questa cultura che si vuole imporre.

Detto questo, rispondo brevemente nel merito al Sig. F. Tanto per cominciare, non è il centrodestra ad aver “sbandierato” l’omosessualità di Vendola, ma lui stesso, nei libri che ha scritto e che ormai stanno inondando le librerie (vedi ad es. “Soggetti smarriti”).

“I comunisti non mangiano i bambini”? Può darsi, ma certo non li fanno mangiare. Per informazioni, rivolgersi ai bambini ucraini negli anni ’30, e più recentemente a quelli nordcoreani (la carestia provocata dal governo comunista è stata così grave da costringere il regime di Pyongyang a chiedere gli aiuti internaziali. E l’Occidente “marcio” e “capitalista” ha generosamente risposto). Su questi episodi la sinistra ha mantenuto una vergognosa congiura del silenzio, e la destra una colpevole inerzia.

Lo spartiacque tra ciò che è normale e ciò che non lo è ce lo deve spiegare il Sig. F., che vuole rendere uguale ciò che è diverso. E’ troppo facile prendersela con la famiglia appunto perché c’è, perché è un’istituzione sotto gli occhi di tutti. Se un “marito” gay uccidesse il suo compagno, il Sig. F. accuserebbe forse i gay in quanto tali?

Nella sua foga polemica, il Sig. F. tocca decisamente il grottesco quando ingiunge al centrodestra di chiedere scusa “ai divorziati, alle coppie di fatto, alle vedove ed ai vedovi, alle coppie che non possono avere figli, etc.”. Chiedere scusa a chi ha rotto le promesse matrimoniali? Chiedere scusa a chi nemmeno si è preso il disturbo di promettersi qualcosa? E quanto ai vedovi e alle coppie sterili, con tutto il rispetto per la loro sofferenza, la loro condizione è forse colpa del centrodestra? F. va ben oltre il “piove, governo ladro”, fino a giungere al “Sono rimasto vedovo, Berlusconi assassino!”.

Mi stupisce sinceramente che Vendola non parli mai di un poeta della statura di Majakovskij. Nonostante l’assoluta diversità di idee politiche, è uno dei poeti che amo di più, un grande che pagò di persona le folli utopie cui aveva creduto. E forse per questo Vendola non ne parla.

“E’ difficile farlo star zitto”. Dobbiamo forse prepararci a cinque anni di chiacchiere? Spero proprio di no. Più seriamente: ciò che è artificioso ha sempre bisogno di molte parole.

Concludo. Molti, anche nel centrodestra, hanno fatto cavallerescamente gli auguri a Vendola. Io no. Al contrario, penso che molte delle sue future e prevedibili scelte andranno contro le mie convinzioni, e contro le convinzioni di quella parte tutt'altro che trascurabile della Puglia che non l’ha votato. Penso soprattutto alla legge regionale sulla famiglia, una delle poche in Italia che riconoscono i diritti della famiglia fondata sul matrimonio, e i diritti del concepito fin dal primo istante. Anche a Vendola si potrà dire “NOT IN MY NAME”. Più per me che per lui, gli auguro di essere un presidente per tutti i pugliesi e non uno Zapatero da cortile.

Giovanni Romano

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