mercoledì 1 aprile 2015

Il ritorno dei farisei




Poi riunita la folla [Gesù] disse “Ascoltate e intendete! 
Non quello che entra nella bocca rende impuro l’uomo, 
ma quello che esce dalla bocca rende impuro l’uomo! ”.

Allora i discepoli gli si accostarono per dirgli 
“Sai che i farisei si sono scandalizzati nel sentire queste parole? ”. (...)

Ed egli rispose “Anche voi siete ancora senza intelletto? Non capite che tutto ciò che entra nella bocca, passa nel ventre e va a finire nella fogna? Invece ciò che esce dalla bocca proviene dal cuore. Questo rende immondo l’uomo. Dal cuore, infatti, provengono i propositi malvagi, gli omicidi, gli adultèri, le prostituzioni, i furti, le false testimonianze, le bestemmie. Queste sono le cose che rendono immondo l’uomo".
Vangelo Secondo Matteo, 15, 10-20


Da qualche anno ormai le feste pasquali vengono accompagnate da appelli a risparmiare la vita degli agnelli. In questi appelli c'è molto di querimonioso e di velatamente accusatorio contro il cristianesimo, "reo" di provocare ogni anno l'ecatombe di queste creature, La religione cristiana, che ha proclamato la libertà dai tabù alimentari (vedi anche gli Atti degli Apostoli 11, 7-9) sarebbe dunque crudele, insensibile, sanguinaria.

Se fossero soltanto i vegetariani o i vegani a lamentarsi, sinceramente non me ne preoccuperei più di tanto. Seguo il principio di Chesterton secondo cui è meglio un uomo che mangia il caviale d'impulso di uno che mangia uvetta per principio. Ma il ritorno dei tabù alimentari è ormai caldeggiato anche da uomini di Chiesa quasi a tutti i livelli. È un fariseismo di ritorno, sembra di essere di nuovo ai tempi in cui la salvezza o la dannazione dipendevano da quello che si mangiava e si beveva. Un sistema eccellente per scaricarsi la coscienza.

Vivo nella speranza - finora vana - di sentire altrettanti appelli in occasione della Aid-al-adha, la festa del sacrificio dei musulmani, in cui gli agnelli e i capretti vengono scannati per strada con il sangue che scorre sui marciapiedi, o della pesach, la Pasqua degli Ebrei, dove mangiare l'agnello è obbligo religioso. E vivo nella speranza forse ancora più vana che chi si lamenta per il sangue degli agnelli si commuova almeno un po' per quello dei cristiani massacrati a causa della loro fede.

Giovanni Romano

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