Molto strana e interessante la storia di Hedi Lamarr, una diva del cinema tedesco poi trasferitasi a Hollywood e diventata cittadina americana durante la seconda guerra mondiale. Il suo hobby (in realtà era una professione mancata, data la serietà con cui ci si applicava) era nientemeno che... l'ingegneria elettronica.
Come scrive il sito Cbsnews, aveva attrezzato una stanza della propria grande villa come studio con tanto di tecnigrafo, libri specializzati e tutto l'occorrente per i calcoli e la progettazione. E tra un film e l'altro riuscì a mettere a punto un apparato concettualmente modernissimo, un radiocomando a frequenza variabile per la guida dei siluri che fece regolarmente brevettare, cedendo poi gratuitamente i diritti di sfruttamento alla Marina degli Stati Uniti.
Per capire quanto seria, importante e rivoluzionaria fosse la sua invenzione, bisogna tener conto che in quello stesso periodo gli scienziati nazisti stavano lavorando a Jagschloss, un radar a frequenza variabile per la guida caccia, non “accecabile” dalle contromisure elettroniche alleate. Fortunatamente ne entrarono in funzione solo pochi esemplari. Ma la marina USA ignorò completamente il contributo di Hedi Lamarr. Non sembrava concepibile che una diva del cinema fosse capace di studi tanto approfonditi e tanto seri.
La tecnologia della frequenza variabile è oggi alla base di tutti i moderni radar e apparecchi di radioguida militari, nonché dello stesso Wi-Fi. Solo dopo molti anni è emerso il talento dimenticato di Hedi Lamarr, che soffrì per tutta la vita di essere considerata solo un bel corpo, una bella immagine e nulla più, mentre aveva un formidabile potenziale di intelligenza e di carattere.
Giovanni Romano
2 commenti:
Grazie Giovanni per avermi fatto conoscere Hedy Lamarr, donna di straordinaria bellezza e intelligenza. Grazie per averla messa in evidenza il giorno della festa della donna perché è fondamentale oggi capire che l' 8 marzo più che una festa è un voler commemorare tutte quelle donne che hanno sofferto discriminazioni, ingiustizie, violenze e hanno perso la vita anche lavorando nelle miniere alla stregua degli uomini.
Sono io che ringrazio te. Mi ha molto ccolpito la storia di questa donna geniale costretta a rimanere prigioniera della propria bellezza. Un omaggio non scontato alla donna per l'8 marzo, al di fuori di ogni retorica.
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