sabato 11 ottobre 2014

Senzatomica? O senza riflettere?

Stamattina ho dovuto accompagnare una delle mie classi a un incontro promosso dall'organizzazione Senzatomica per sensibilizzare gli studenti sul tema delle armi atomiche e la necessità di un disarmo nucleare.

Molti degli argomenti toccati erano effettivamente importanti: la caduta della contrapposizione Est-Ovest (risorta tuttavia di recente su base nazionale e non più ideologica con la crisi ucraina) ha paradossalmente favorito il proliferare di armi atomiche nelle mani di stati non controllati dalle grandi potenze come il Pakistan e l'India, per non parlare della Corea del Nord e dell'Iran, e soprattutto il pericolo che materiale fissile vada a finire nelle mani di terroristi, creano uno scenario che definire altamente preoccupante è poco.

Opportuno anche il richiamo alla responsabilità personale di ciascuno di noi, perché la pace o la guerra cominciano dai nostri rapporti quotidiani. Eppure qualcosa di questo fervorino bene intenzionato non mi ha convinto.

Nel video di presentazione, ad esempio, si afferma che con il solo 4% delle spese militari attualmente impegnate nel mondo (1.464 mld $ annui) si potrebbe risolvere il problema della fame, della malnutrizione e dell'istruzione di tutti i bambini poveri del mondo. Peccato che il filmato non abbia fatto notare che proprio quell'ONU che sostiene la campagna di Senzatomica spende a sua volta miliardi di dollari per finanziare massicce campagne di aborto, contraccezione  e sterilizzazione negli stessi paesi poveri che si pretende di salvare. Col risultato che sono stati uccisi molti milioni di bambini innocenti, finora molti di più di quanto abbia provocato qualsiasi esplosione atomica. Di questa guerra ai poveri nel filmato non compare la minima traccia.

C'è stato anche un forte richiamo alla mobilitazione della gente comune, ma da quello che ho potuto vedere il movimento Senzatomica è un movimento di èlite, composto da politici, scienziati e tecnocrati, ai quali la mobilitazione della gente comune serve solo come massa di manovra. Scontati poi i soliti richiami ai cambiamenti climatici (sui quali l'influenza dell'uomo è ancora tutta da dimostrare, già Leopardi ne parlava nello Zibaldone) con l'unico risultato di creare un'atmosfera di panico e allarme permanente in cui è più facile far passare leggi duramente repressive e affidare il potere a una minoranza di "illuminati".

Di questi predicozzi, lo confesso, sento sempre meno il bisogno.

Giovanni Romano

mercoledì 8 ottobre 2014

La colonna di fuoco e la fiaccola di Padre Spadaro

Desta quanto meno perplessità l'immagine della “fiaccola” usata da Padre Antonio Spadaro nel suo intervento al Meeting di Rimini e citata da Don Julian Carrón nella Giornata di Inizio D'Anno di Comunione e Liberazione il 27 settembre scorso. Ecco quanto Padre Spadaro ha dichiarato testualmente:

«La fiaccola [...] cammina lì dove sono gli uomini, illumina quella porzione di umanità nella quale si trova. Se l’umanità va verso il baratro, la fiaccola va verso il baratro [non perché voglia spingere verso di esso], cioè accompagna gli uomini nei loro processi. Ovviamente, in questo modo magari riesce a strapparli al baratro, facendoglielo vedere. Se tu non sei in cammino con gli uomini, se stai fermo e dici: “La luce è qui, noi siamo la salvezza, venite e chi non vuol venire si ammazzi pure”, ecco, questa immagine di Chiesa non è “l’ospedale da campo” di cui parla Francesco. Bisogna accompagnare i processi culturali e sociali, per quanto ambigui, difficili e complessi possano essere» (A. Spadaro in Le periferie dell’umano, a cura di E. Belloni e A. Savorana, in corso di pubblicazione con la Bur).

L'immagine suggerisce un superficiale accostamento con la colonna di fuoco che guidò il popolo d'Israele che usciva dalla schiavitù in Egitto, ma la differenza è radicale. La colonna di fuoco dell'Esodo guidava gli Ebrei, non si limitava certo ad accompagnarli! Fuor di metafora, una cosa è un popolo disposto a fidarsi di Dio e lasciarsi guidare da Lui (trovando così la strada della propria libertà) e tutt'altro una Chiesa che “accompagna”, o meglio rincorre un mondo “diventato adulto” che ha comunque deciso di andare per la propria strada.

Una Chiesa che, nonostante tutti i discorsi sull'”uscire” e sulle “periferie esistenziali” ha di fatto rinunciato a indicare la strada, forse perché essa stessa ha smarrito la fede e l'ha sostituita con una filantropia generica e buonista, come già aveva rilevato il Cardinale Ratzinger in Rapporto sulla Fede.

Per questo l'immagine usata da Padre Spadaro mi sembra gravemente ambigua e fuorviante, specialmente nel momento attuale in cui il Sinodo sulla famiglia rischia di partorire esiti che si possono soltanto definire angosciosi.


Giovanni Romano