lunedì 28 maggio 2007

Francia: il ritorno delle corvées

Oggi ascoltavo il giornale di Radio France Internationale che avevo scaricato da Internet. Tra le altre notizie, sembra che diventerà legge l'obbligo per tutti i lavoratori dipendenti di devolvere una giornata di paga per la solidarietà con gli anziani, che altrimenti rischiano di morire come mosche a causa dell'ondata di caldo che si annunzia, come nel 2003.

Non nascondo il mio sgomento e il mio disgusto. Lo scopo, ovviamente, è nobile (ma quando mai un'ingiustizia non è stata giustificata con nobili scopi?). Però la solidarietà non s'impone per decreto: a casa mia questo si chiama balzello. E non è nemmeno equo, perché, di fatto, ne sono esenti i lavoratori indipendenti, a meno di non instaurare un regime fiscale ancor più asfissiante e oppressivo. In questo modo, il governo scarica sulle spalle dei contribuenti il costo dei propri fallimenti (anche se mi chiedo: è umanamente possibile impedire a tutti gli anziani di morire per un'ondata di caldo?), e instaura un precedente molto grave. Andando a frugare nella loro busta paga, li trasforma sempre più in sudditi. Un po' come Amato che in una notte ha scippato i conti correnti di noi italiani. Una tassa che Berlusconi, guarda caso, si è ben guardato dall'abolire. Lo stato, infatti, è una macchina che prima di tutto cerca di perpetuare se stessa, è una tendenza che opera indipendentemente da chi sta al potere.

Comunque sia io, povero stupido, pensavo che i francesi avessero fatto la Rivoluzione per liberarsi dalle corvées...


Giovanni Romano

domenica 20 maggio 2007

Non basta più essere brave persone...

Bisogna essere anche consapevoli. Qualche giorno fa ho ricevuto, da una mailing list diocesana, una comunicazione che sprizzava giubilo da tutti i pori: i cristiani manifestavano "insieme per l'Europa". Sant'Egidio, i Focolarini, cattolici assortiti e poi protestanti, ebrei, musulmani. Tutti insieme europeisticamente.

La manifestazione non è sbagliata in sé. Effettivamente, "E' più che mai necessario superare i pregiudizi, i nazionalismi, le ferite storiche che l'Europa si trascina dalle guerre di religione in poi", come era scritto nella presentazione. Il guaio è che per raggiungere questo nobile scopo tanti cristiani -troppi- sono disposti a chiudere gli occhi davanti alla politica apertamente cristofoba dell'UE. Abbiamo già dimenticato come fu trattato Buttiglione? Abbiamo dimenticato che pochi giorni fa l'Europarlamento ha autorizzato la fabbricazione di medicinali prodotti con la distruzione sperimentale di embrioni umani (per evitare sofferenze agli animali!). Abbiamo dimenticato il colpo di mano che l'Europarlamento stava per tentare contro Mons. Bagnasco?

Europa sì, ma delle radici cristiane, non dell'agnosticismo e dell'apostasia. Europa sì, ma dei popoli, non dei regolamenti sulla curvatura delle banane. Europa sì, ma della storia, non dell'utopia. Europa, non solo UE. Ben venga la "Giornata per l'Europa" se servirà a ridestare la coscienza e l'identità dei cristiani (ma sinceramente ne dubito). Altrimenti si sarà trattato di una manifestazione non solo inutile ma addirittura controproducente, buona a farci fare per l'ennesima volta la figura degli utili idioti.

Giovanni Romano