mercoledì 31 dicembre 2008

La cremazione: davvero "una conquista di civiltà"?


La rivista "Altroconsumo", di cui riproduco l'articolo apparso sul numero 220, novembre 2008 p35, tra un video al plasma e un servizio sulle cosce di pollo si è occupata anche di sepolture e cremazioni. Un servizio interessante, in verità, ma questo trafiletto, che suona come una propaganda aperta per la cremazione, è stato troppo per me, e ho reagito inviando loro la lettera che riporto qui sotto.

Non si possono trattare con tanta superficialità, e in un'ottica puramente utilitaristica (di consumo, appunto) argomenti tanto delicati e dolorosi. E se siamo disposti a trattare i morti con tanta indifferenza, non stupisce affatto che poi vogliamo sbarazzarci anche dei vivi. come nel caso Englaro.

Spett.le Redazione,

quando ho letto il trafiletto “Cremazioni: l’Italia lontana dall’Europa” mi è tornata in mente un’osservazione di Amleto: “E’ un costume che fa più onore trasgredire che osservare”.

Non vedo nulla di positivo nella diffusione di tale pratica, profondamente contraria alla pietas che non solo i cristiani, ma anche altre civiltà praticano verso i defunti (una pietas che voi liquidate sbrigativamente come “pregiudizio”). Né vedo perché mai dovremmo essere contenti di seguire supinamente un costume che non è il nostro, solo perché è praticato diffusamente altrove (è significativo che i paesi del Nordeuropa la pratichino più di noi. Il protestantesimo ha sempre avuto repulsione per la materia, per la fisicità della carne. Per non parlare dell’uso che della cremazione hanno fatto i tedeschi non molto tempo fa…).

La cremazione, e in particolare quella praticata qui in Europa, non è altro che privatizzazione estrema della morte, rimozione del cadavere – e di tutte le memorie legate ad esso – disconoscimento della dignità del corpo, chiusura definitiva dentro un tabù che non si ha il coraggio di affrontare.

Mi dispiace inoltre che non abbiate fatto cenno ad alcuni gravi abusi nella cremazione avvenuti per l’appunto in Lombardia, la regione più “avanzata”: ceneri dei morti mischiate alla rinfusa e date ai parenti così come capitava, resti umani parzialmente combusti gettati nella spazzatura. Il corpo umano ridotto appunto a cosa, per giunta fastidiosamente ingombrante perché una sepoltura occupa spazio. Sotto questo aspetto, la pubblicità del comune di Torino è vomitevole. E che ne sanno loro, poi, di corpi e anime?

Quanto a me, è evidente che da morto rivendico il diritto a essere sepolto, e ho già in mente precisamente dove, in un posto molto poetico fra l’altro. Ma non lo voglio rivelare. Gente con la mentalità dei pubblicitari del comune di Torino non lo capirebbe mai, e nemmeno è degna di saperlo. Non si gettano le perle ai porci.

Per il nuovo anno, auguriamoci piuttosto che l’appuntamento col crematorio o col becchino venga il più tardi possibile.

Giovanni Romano

Il Presepe dei formaggini


A volte il dilettantismo, o la ricerca dell'effetto a tutti i costii, possono giocare brutti scherzi. Quello che vedete è il presepe che quest'anno ha fatto la mia parrocchia. Non è brutto in sé, ma la voglia di strafare (o peggio ancora: il non pensare a quello che si stava facendo) ha prodotto un risultato tutto sommato grottesco. Le punte della stella (che in realtà sono molto grandi) danno l'idea di gigantesche fette triangolari di formaggino, impressione accresciuta dal fatto che la stella gialla è in gommapiuma.

A me i presepi piacciono molto, in questo caso un po' di sobrietà in più avrebbe giovato.

Buon Anno,

Giovanni Romano

martedì 30 dicembre 2008

Il presidente ceco Vaclav Klaus: la UE mette in pericolo la democrazia e la libertà


Attraverso il sito Italianiliberi ho trovato la cronaca di un episodio che ha dell'incredibile: l'attacco senza precedenti al Presidente ceco Vaklav Klaus, nella sua residenza ufficiale, da parte di membri del Parlamento Europeo apertamente spalleggiati dal presidente Hans-Georg Poettering. Si è trattato di un dibattito molto teso e senza esclusione di colpi.

La colpa del Presidente? Quella di aver salutato il "no" del referendum irlandese al Trattato di Lisbona come una vittoria della democrazia e della libertà. Apriti cielo! Subito gli sono piovute addosso accuse violentissime di essere colluso con personaggi equivoci quali Declan Ganley, capo del fronte del "no" al referendum. Si sa, chi è contro l'iperburocazia UE è un delinquente per definizione...

E' una tattica ben collaudata da parte degli eurocrati: gettare fango addosso al beraglio di turno fino a confonderlo e a ridurlo al silenzio. Ma se la cosa funzionò con Buttiglione, messo al rogo per aver dubitato che l'omosessualità sia poi così "normale", non funzionò con Berlusconi, che appioppò giustamente il nomignolo di "Kapò" a Shulz (e mi auguro che quel nomignolo gli sia rimasto), e ha funzionato ancora meno con Klaus.

Il presidente Klaus, infatti, ha replicato colpo su colpo, come riporta qui sotto la mia traduzione di un estratto del dibattiuto riportata sul sito Brusselsjournal . Particolarmente degno di nota il fatto che il Presidente Klaus ha paragonato indirettamente ma chiaramente le tattiche intimidatorie e falsificatorie degli eurodeputati (e dello stesso presidente Poettering) a quelle dei comunisti, cosa che nella Repubblica Ceca è ancora vivamente risentita.

Ho riportato in neretto corsivo le frasi più significative di questo importantissimo dibattito. L'allusione di Daniel Cohn-Bendit alla bandiera UE si riferisce al fatto che nella Repubblica Ceca non è ancora obbligatoria sugli edifici pubblici; l'allusione alla "legge contro le discriminazioni" ri riferisce alla promozione attiva dell'omosessualismo sul quale il popolo ceco, probabilmente, ha molte riserve. Per quanto riguarda il referendum in Irlanda, è sotto gli occhi di tutti la decisione a dir poco scandalosa dell'Alta Corte irlandese che ha autorizzato un secondo referendum in aperto spregio della volontà popolare, e al solo scopo di creare un consenso manipolato.

Buona lettura, se vi sta a cuore la libertà.


Il presidente ceco: la democrazia e la libertà
stanno perdendo terreno in Europa

© The Brussels Journal, 12 dicembre 2008 05:16
Source URL: http://www.brusselsjournal.com/node/3682

Estratto dell'incontro tra Vaclav Klaus, Presidente della Repubblica Ceca, e i membri della Conferenza dei Presidenti del Parlamento Europeo, venerdì 5 dicembre 2008, Castello di Praga

Daniel Cohn-Bendit, MEP: Le ho portato una bandiera, che – a quanto ci vien detto – sventola dappertutto qui al Castello di Praga. E' la bandiera dell'Unione Europea, e la metterò qui davanti a lei. Sarà una presidenza difficile (...) il Trattato di Lisbona – non m'interessa quel che ne pensa lei. Io voglio sapere quel che lei ha intenzione di fare se la Camera dei Deputati Ceca e il Senato lo approveranno. Rispetterà la volontà dei rappresentanti del popolo? Lei avrà il dovere di firmarla.

Voglio che lei mi spieghi qual è il livello della sua amicizia con l'irlandese Mr Ganley. Come può incontrare una persona le cui fonti di finanziamento non sono trasparenti? Non è corretto da parte sua, nell'esercizio delle sue funzioni, incontrare una persona del genere. E' un uomo le cui risorse provengono da fonti dubbie, e che vuole usarle per finanziare la sua campagna elettorale al Parlamento Europeo.

Presidente Vaclav Klaus: Devo dire che nessuno mi ha parlato in un modo e su un tono simile in tutti i 6 anni scorsi. Voi qui non siete sulle barricate di Parigi. Pensavo che queste maniere fossero finite per noi 18 anni fa, ma vedo che mi ero sbagliato, io non mi azzarderei a chiedere come sono finanziate le attività dei verdi in Germania. Se a lei interessa una discussione razionale nella prossima mezz'ora che abbiamo a nostra disposizione, per favore ceda il posto a qualcun altro alla tribuna, Signor Presidente...

Hans-Georg Poettering, presidente del Parlamento Europeo: No, abbiamo tutto il tempo che vogliamo. Il mio collega continuerà, perché chiunque dei membri del Parlamento Europeo può chiederle qualunque cosa desideri, (A Cohn-Bendit) Prego, può continuare.

Presidente Vaclav Klaus: E' una cosa incredibile! Non avevo mai provato niente del genere prima d'ora!

Daniel Cohn-Bendit: Perché non aveva mai incontrato me...

Presidente Vaclav Klaus: E' una cosa incredibile!

Daniel Cohn-Bendit: Abbiamo sempre avuto un buon rapporto col Presidente Havel. E che cosa mi dice del suo atteggiamento verso la legge contro le discriminazioni? Sarò lieto d'informarla sulle nostre fonti di finanziamento.

Hans-Georg Poettering: Brian Crowley, per favore.

Brian Crowley, MEP: Vengo dall'Irlanda e sono membro di un partito al governo. Mio padre ha combattuto per tutta la vita contro il dominio britannico. Molti dei miei parenti sono stati uccisi. Ecco perché oso dire che gli Irlandesi desiderano il Trattato di Lisbona. E' stato un insulto, signor Presidente, per me e per il popolo irlandese, quello che lei ha detto durante la sua visita di stato in Irlanda. E' stato un insulto che lei abbia incontrato Declan Ganley, un uomo che non ha ricevuto alcun mandato elettorale. Quest'uomo non ha rivelato le fonti da cui provenivano i finanziamenti per la sua campagna elettorale. Voglio soltanto informarla di quel che pensano gli Irlandesi. Vorrei che lei metta in pratica il programma della sua presidenza e che metta in pratica quel che i cittadini europei vogliono vedere.

Presidente Vaclav Klaus: Grazie per l'esperienza che mi avete fatto fare con questo incontro. Non pensavo che una cosa del genere fosse possibile e non avevo mai visto niente del genere negli scorsi 19 anni. Pensavo che fosse una questione del passato e che vivessimo in una democrazia, ma è la post-democrazia, in realtà, che governa l'UE.

Voi avete menzionato i valori europei. I valori più importanti sono la libertà e la democrazia. I cittadini degli stati membri della UE hanno a cuore la libertà e la democrazia, soprattutto. Ma la democrazia e la libertà stanno perdendo terreno nella UE oggi. E' necessario darsi da fare per esse e lottare per esse.

Vorrei mettere in rilievo, soprattutto, quel che la maggioranza dei cittadini cechi sente, ossia che per noi l'appartenenza alla UE non ha alternative. Sono stato io a sottoporre la domanda di partecipazione alla UE nel 1996, sono stato io a firmare il trattato di accesso nel 2006. Ma gli accordi all'interno della UE hanno molte alternative. Prendere uno di loro come sacrosanto, intoccabile, sul quale non è possibile dubitare né formulare critiche, è contro la natura stessa dell'Europa.

Quanto al Trattato di Lisbona, vorrei far notare che non è stato ratificato neppure in Germania. Il Trattato Costituzionale, che era basilarmente lo stesso del Trattato di Lisbona, è stato rifiutato per referendum in altri due paesi. Se Mr. Crowley parla di un insulto al popolo irlandese, allora devo dire che l'insulto più grande al popolo irlandese è non accettare il risultato del referendum. In Irlanda ho incontrato qualcuno che rappresenta la maggioranza nel suo paese. Voi, Mr. Crowley, rappresentate un'opinione che in Irlanda è la minoranza. Questo è un risultato tangibile del referendum.

Brian Crowley, MEP: Con tutto il rispetto, signor Presidente, lei non può venire a dire a me cosa pensano gli Irlandesi. Come irlandese, lo conosco meglio io.

Presidente Vaclav Klaus: Io non sto a ricamare su quel che pensano gli Irlandesi. Io affermo solo gli unici dati misurabili che sono stati dimostrati dal referendum.

Nel nostro paese il Trattato di Lisbona non è stato ratificato perché il parlamento non si è ancora pronunciato. Non è colpa del Presidente. Stiamo aspettando la decisione di entrambe le camere del Parlamento, che è la fase corrente del processo di ratifica in cui il Presidente non gioca assolutamente nessun ruolo. Io non posso firmare il trattato oggi, non è sul mio tavolo, ora spetta al parlamento decidere cosa fare. Il mio ruolo verrà dopo l'eventuale approvazione del Trattato in Parlamento...

Hans-Georg Poettering: ... in conclusione – e vorrei lasciare questa stanza in buoni rapporti – vorrei dire che è più che inaccettabile che lei ci paragoni, che lei ci paragoni all'Unione Sovietica. Tutti noi siamo profondamente radicati nei nostri paesi e nei nostri elettorati. Tutti noi abbiamo a cuore la libertà e la riconciliazione in Europa, siamo gente di buona volontà, non degli ingenui.

Presidente Vaclav Klaus: Non vi ho paragonati all'Unione Sovietica, non ho pronunciato la parola “Unione Sovietica”. Ho detto soltanto che non avevo mai incontrato una simile atmosfera, un tale stile di dibattito nei passati 19 anni della Repubblica Ceca, davvero.

Traduzione di Giovanni Romano

P.S: Il Presidente Klaus è particolarmente inviso alla UE anche perché è uno dei pochi che osano opporsi all'isteria sul riscaldamento globale. Vedi questo link .

giovedì 25 dicembre 2008

Viva la GAZPROM!


E' di questi giorni la notizia delle minacce russe all'Ucraina e all'Europa di tagliare le forniture di gas naturale all'Europa.

Il solo annuncio è bastato per mandare in panico tutto il continente, con la prospettiva di un inverno senza riscaldamento.

Ma come, non dovremmo essere contenti? Non ci vanno ripetendo tutti i santi giorni che il clima è in pericolo, che la Terra si sta surriscaldando, che l'effetto serra ci soffocherà tutti? Perché allora impaurirsi per qualche grado in meno?

Mi viene un dubbio: non è che tutto questa isteria per i cambiamenti climatici viene dal fatto che ormai da decenni i nostri inverni sono ben riscaldati? Ma basta che qualcuno chiuda il rubinetto e torniamo subito alla realtà...

Giovanni Romano

sabato 20 dicembre 2008

L'uomo OGM - Scienza Frankenstein

Questo è il testo di una email che ho inviato pochi minuti fa a Rai Televideo. La notizia cui si riferisce è riportata sotto.

E pensare che ci preoccupiamo tanto per i pomodori geneticamente modificati... Trovo che sia la forma peggiore di ipocrisia, o di cecità.

Spett.le Redazione,

avete dato con indifferenza, anzi con una sfumatura di approvazione, una notizia che io trovo orribile: la nascita in Inghilterra di una bambina geneticamente modificata contro il cancro. A parte che gli embrioni sottoposti a screening e scartati erano esseri umani in tutto e per tutto (solo il più dissennato riduzionismo scientista può farci pensare altrimenti) chi lo dice che quella bambina, una volta adulta (e speriamo molto anziana) non morirà di malattie altrettanto devastanti e dolorose? E chi lo dice che anche voi che scrivete, e io che vi rispondo, non siamo geneticamente programmati per chissà quale malattia?

Avreste voluto che qualcuno vi avesse eliminati per questo?

Giovanni Romano

INGHILTERRA, EMBRIONE SENZA GENE DEL CANCRO
20/12/2008 00:26


Nascerà in Inghilterra, la settimana prossima, il primo bebé geneticamente modificato per essere immune dal cancro al seno.I medici dell'University College Hospital di Londra hanno effettuato speciali screening sugli embrioni da impiantare e hanno scelto quelli senza il gene che espone al richio della malattia. Madre, nonna, cugina e sorella del papà del nascituro sono state colpite da un tumore al seno e una figlia avrebbe avuto tra il 50 e l'80% di possibilità di avere la stessa patologia.Per questo un uomo, insieme alla moglie, ha scelto di rivolgersi ai medici per selezionare un embrione immune dal cancro.

venerdì 19 dicembre 2008

CRISTOFOBIA I - Birra sì, Natale no

Da oggi, a intervalli irregolari, inizio traduzioni non autorizzate di articoli sulla discriminazione, sulle offese o sugli attacchi alla Chiesa e ai cattolici tratti da siti americani e tedeschi, per lo più Catholic News Agency e Kreuz . La fonte sarà comunque sempre citata con il relativo copyright.

Questa serie di articoli sarà raggruppata sotto la categoria "Cristofobia" e non "Cristianofobia" per due ragioni. Primo, l'odio a Cristo è diventato orm
ai così esplicito che non ha più nemmeno bisogno di nascondersi dietro la maschera del vecchio anticlericalismo. Secondo, attaccare e odiare la Chiesa e i cristiani è attaccare e odiare Cristo stesso.

Cominciamo col primo articolo, da
Catholic News Agency


Una norma “bizzarra” mette al bando dalle radio irlandesi
gli spot di una libreria cattolica

DUBLINO, 7 dicembre 2008 / 06:45 (CNA) – La commissione di vigilanza sulle radiotrasmissioni irlandesi (BCI) è sottoposta a dure critiche per alcune regole che hanno proibito a una libreria cattolica di farsi pubblicità via radio per attirare clienti in cerca di regali natalizi.

La BCI ha sostenuto che menzionare la parola “Natale” nelle pubblicità radiofoniche e dare l'indirizzo web del venditore potrebbe offendere la sensibilità di qualcuno, riferisce l'Irish Times.

La casa editrice Veritas, di proprietà della Conferenza Episcopale Irlandese, ha detto che il bando è ridicolo. La portavoce Maura Hyland ha accusato la commissione di adoperare due pesi e due misure e ha dichiarato che il gruppo editoriale sta prendendo in considerazione un ricorso in tribunale per fare annullare il bando.

“Abbiamo notato che c'è una miriade di spot trasmessi per radio che fanno propaganda a bevande alcooliche, ad esempio, e che per la BCI non creano nessun problema, ha dichiarato la Hyland secondo l'Irish Times. “I prodotti che vendiamo non causano danni né offendono nessuno, e li compreranno solo quelli che li cercano per fare regali o per uso personale”.

La BCI ha dichiarato che le sue riserve sono state provocate da tre frasi dello spot:

“Natale: non stiamo dimenticando qualcosa? - Perché non dare un dono che significa qualcosa di più? - Diamo dunque un dono che significhi qualcosa di più” - queste sono state le frasi incriminate.

A quanto pare la legge irlandese sulle trasmissioni radiofoniche mette al bando tutti gli spot che hanno un significato religioso.

“E' opinione della Commissione che i testi, come sono stati presentati, possano non ottemperare con la legislazione e le regole sulla pubblicità diretta a fini religiosi”, ha dichiarato la BCI in un comunicato stampa, accusando la Veritas di aver rifiutato la sua proposta di riscrivere il testo dello spot.

La Veritas ha controbattuto alle accuse affermando di aver sottoposto alla commissione tre versioni del testo, che sono state tutte rifiutate.

Gli avvocati Massan Hayes e Curran, consiglieri di Veritas, hanno sostenuto che una pubblicità del genere sarebbe stata accettata se fosse stata presentata da qualche grossa catena di distribuzione.

“Si è verificato quasi certamente il caso che una pubblicità identica da parte di organizzazioni del genere non sarebbe stata rifiutata dalla Commissione”, hanno detto, accusando la BCI di discriminazione.

L'Arcivescovo di Dublino Diarmud Martin ha detto che il bando è difficile da comprendere, e si è chiesto: “Abbisamo davvero dimenticato quello che il Natale significa?”.

“Spero sinceramente che ci sia spazio nella legislazione sulle emissioni radiofoniche attualmente dibattuta davanti all'Oireachtas per mettere fine a queste stravaganti interpretazioni della legge sulla pubblicità religiosa”, ha commentato l'Arcivescovo secondo l'Irish Times.

John Murray, portavoce dell'istituto cattolico di ricerca Iona Institute, ha anch'egli fatto sentire la sua voce critica.

“Nessuna persona ragionevole potrebbe sostenere che i vari spot della Veritas messi al bando sino ad oggi siano dannosi al bene comune”, ha dichiarato all'Irish Times.

L'anno scorso la Veritas fu accusata di aver violato le regole della BCI quando menzionò una “mangiatoia” in uno spot natalizio. Ad aprile la Commissione per i Reclami ha biasimato la Veritas quando un membro del pubblico ha distribuito un volantino pubblicitario per i regali della Prima Comunione.

© www.catholicnewsagency.com

Traduzione di Giovanni Romano

Osservazioni sulle cartoline natalizie


Mentre all'estero, particolarmente in Inghilterra, le cartoline natalizie a soggetto esplicitamente cristiano sono praticamente vietate, "per non offendere la sensibilità di altre religioni" (ma voi vivreste accanto a gente tanto permalosa?), ho osservato che quest'anno le cartoline natalizie in vendita sono in maggioranza a soggetto cristiano, forse addirittura di più dell'anno scorso.

Ne sono molto contento. Evidentemente molta gente non ha paura di "offendere" qualcuno. E soprattutto non ha paura di mostrare quello in cui crede.

BUON NATALE

Giovanni Romano

lunedì 15 dicembre 2008

La favola dei figli venduti

Fa certamente sensazione la notizia che in Belgio una donna ha messo in vendita i suoi due gemelli per 10.000 euro per potersi pagare un intervento di liposuzione.

Mi auguro di cuore che ci crepi, ma la notizia non dovrebbe meravigliare più di tanto. In una "cultura" dove quello che conta è l'autorealizzazione a tutti i costi, in cui grazie agli aborti i bambini sono dei semplici incidenti di percorso, dove sembra possibile procurarsi la vita a piacimento grazie alla fecondazione artificiale o agli uteri in affitto o a chissà che altro ancora, perché dovremmo stupirci che i bambini siano considerati niente altro che merce?

Giovanni Romano

Requiem per un cittadino onesto e coraggioso

E' stato assassinato il direttore di una banca sarda che l'anno scorso sventò a fucilate una rapina. Mi sembra la notizia più triste della giornata. "Il Giornale" se l'è sbrigata con un frettoloso trafiletto, come se la morte di un cittadino coraggioso fosse qualcosa di scontato e normale. Intanto la malavita impone la sua legge, la vera legge che è quella del terrore. E' l'ennesima dimostrazione di quanto mentisse Victor Hugo: il vero crimine non nasce dalla miseria, e in fondo il denaro non gl'interessa se non come mezzo. Il vero fine del criminale è imporsi sugli altri, e per questo sarebbe disposto persino a rimetterci.

Quello che mi disgusta è che quasi certamente non ci sarà nessun presidente della repubblica che lo commemorerà, mentre quando i carabinieri ammazzarono -per errore, poi- un bulletto che si dava arie da boss, poco ci mancò che Ciampi gli facesse l'elogio funebre.

E delle istituzioni come queste si aspettano collaborazione dai cittadini?

Giovanni Romano

domenica 14 dicembre 2008

Quando la costituzione (degli altri) è un optional...

Vorrei sapere come mai, mentre in Italia ci si straccia le vesti perché Berlusconi vuole cambiare le parti più datate e inefficienti della Costituzione, nessuno ha trovato da ridire sul brutale stravolgimento della costituzione lussemburghese, che esautora totalmente il granduca "reo" di essersi opposto all'introduzione dell'eutanasia (un provvedimento di cui, a quanto pare, il Lussemburgo aveva disperatamente bisogno).

Altrettanto dicasi per l'Irlanda, dove si voterà nuovamente sulla pseudo-costituzione "europea" che distrugge alla base i valori un popolo cattolico, in spregio alla volontà popolare chiaramente espressa nel suo risoluto NO. Anche qui, di fronte a un'eclatante manipolazione del consenso, tutti gli opinionisti politically correct si sono guardati bene dal protestare.

Giovanni Romano

giovedì 11 dicembre 2008

Natale: l'eutanasia silenziosa

Oggi il notiziario di una TV locale (non ricordo quale, forse Telesveva) ha riferito con grande enfasi che a Barletta, presso la Parrocchia di San Paolo, si è tenuto incontro con cori di scolari delle quinte elementari e terze medie, a base di canzoni e recite dedicate alla Pace, alla Solidarietà, alla Convivenza tra i Popoli e le Culture. Tutto bene, salvo un piccolo particolare. Come segnalava il servizio quasi di sfuggita, la manifestazione si è tenuta perché quest'anno il presepe nelle scuole non si è più fatto. E presumibilmente da quest'anno non si farà mai più.

Questo mi sembra uno dei tanti segni della scomparsa silenziosa di Cristo e dei suoi segni dalla vita pubblica, e in ultima analisi anche da quella personale. Ai bambini facciamo cantare un sacco di canzoni (il più possibile "politicamente corrette", presumo) ma chi gli riempirà il vuoto che lascia la mancanza di Gesù Bambino? Possono bastare le nostre buone intenzioni, se il fondamento del mondo è cacciato via? I bambini - e anche gli adulti - non hanno bisogno solo di cantare, ma anche di vedere, di toccare. Cristo è venuto nella carne, è un incontro e non un insieme di buone intenzioni, come ha detto splendidamente ieri il Papa. E' nella carne, nei segni sensibili che lo possiamo trovare. Altrimenti abbandoniamo l'umanità a favore dei pensieri astratti, fossero pure devoti (ma non saranno nemmeno questo, perché in quelle canzoncine sono pronto a scommettere che il Bambino non sarà stato nominato nemmeno una volta).

A questo proposito, il filosofo russo Solov'ev, agli inizi del '900, faceva un'osservazione acutissima: quando l'Islam invase il nordafrica, non trovò resistenza nella cristianità locale perché già da tempo vi avevano preso piede l'eresia monofisita e l'iconoclastia. Cristo era stato spiritualizzato, allontanato dall'uomo e dall'esperienza sensibile, la sua umanità non esisteva più. Per il rigido monoteismo islamico, che separa assolutamente e irrevocabilmente l'uomo da Dio, fu facile mettere fuori gioco un cristianesimo che ormai era tale solo di nome. Diciamo che i maomettani trovarono il lavoro già fatto per nove decimi. Dove invece si era mantenuta viva la coscienza dell'umanità di Cristo, il trionfo dell'islam è stato solo temporaneo.

Nel frattempo, mi angoscia questo ennesimo segno di un'apostasia strisciante in nome della "tolleranza" e dei "valori".

Giovanni Romano

E lo chiamano "morire con dignità"...

Sparare in diretta il suicidio di Craig Ewert davanti alle telecamere, trasmetterlo in prima serata come intrattenimento sarebbe una "morte dignitosa"?

CANI!

Giovanni Romano

lunedì 8 dicembre 2008

Ondata di rialzi per le Borse - e a noi che ne viene in tasca?

Ho sempre pensato che la Borsa è un'istituzione che quando va bene arricchisce pochi, e quando va male impoverisce tutti.

Giovanni Romano

Dedicato a Bindi, Prodi & C.

Una volta si chiamavano miscredenti. Oggi "cattolici adulti".

Giovanni Romano

domenica 7 dicembre 2008

Orgoglioso di essere diverso. Da Vendola.

Scrissi questa lettera, mai pubblicata, a un sito della mia città il 19 aprile del 2005. La pubblico ora sul mio blog per solidarietà contro gli ignobili e pretestuosi attacchi al Vaticano, e contro la sempre più subdola propaganda filo omosessuale che pervade tutti i media.

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Al messaggio di A.F. “Chi ha paura di non avere paura” ha risposto molto bene G. d’I., il cui scritto condivido in pieno, salvo l’ottimismo che gli fa scrivere “Non è la vittoria elettorale di un tale personaggio dal nome di Vendola che può in alcun modo scalfire l'istituzione famigliare tradizionale, né indurre qualcuno a pensare possibile uno stravolgimento delle regole della natura”.

Il contrasto, purtroppo, è culturalmente molto più profondo, e la lobby omosessuale è potente e bene organizzata. Il suo scopo è distruggere l’idea stessa di famiglia eterosessuale, l’idea stessa che esista una “natura” che non dipende dalle nostre preferenze. E ci stanno riuscendo attraverso una martellante, ossessiva campagna d’opinione, a livello internazionale e mediatico. Basti pensare a uno sceneggiato come “Mio figlio” oppure agli spot sull’omosessualità inseriti ormai in ogni sceneggiato “per famiglie” dove ormai è obbligatorio che compaia il personaggio dell’omosessuale positivo (si veda “Orgoglio” o il meno recente “Commesse”, e anche “Un medico in famiglia”, se ben ricordo). La normale famiglia etero non sarà affatto lasciata in pace, proprio perché “diversa” da questa cultura che si vuole imporre.

Detto questo, rispondo brevemente nel merito al Sig. F. Tanto per cominciare, non è il centrodestra ad aver “sbandierato” l’omosessualità di Vendola, ma lui stesso, nei libri che ha scritto e che ormai stanno inondando le librerie (vedi ad es. “Soggetti smarriti”).

“I comunisti non mangiano i bambini”? Può darsi, ma certo non li fanno mangiare. Per informazioni, rivolgersi ai bambini ucraini negli anni ’30, e più recentemente a quelli nordcoreani (la carestia provocata dal governo comunista è stata così grave da costringere il regime di Pyongyang a chiedere gli aiuti internaziali. E l’Occidente “marcio” e “capitalista” ha generosamente risposto). Su questi episodi la sinistra ha mantenuto una vergognosa congiura del silenzio, e la destra una colpevole inerzia.

Lo spartiacque tra ciò che è normale e ciò che non lo è ce lo deve spiegare il Sig. F., che vuole rendere uguale ciò che è diverso. E’ troppo facile prendersela con la famiglia appunto perché c’è, perché è un’istituzione sotto gli occhi di tutti. Se un “marito” gay uccidesse il suo compagno, il Sig. F. accuserebbe forse i gay in quanto tali?

Nella sua foga polemica, il Sig. F. tocca decisamente il grottesco quando ingiunge al centrodestra di chiedere scusa “ai divorziati, alle coppie di fatto, alle vedove ed ai vedovi, alle coppie che non possono avere figli, etc.”. Chiedere scusa a chi ha rotto le promesse matrimoniali? Chiedere scusa a chi nemmeno si è preso il disturbo di promettersi qualcosa? E quanto ai vedovi e alle coppie sterili, con tutto il rispetto per la loro sofferenza, la loro condizione è forse colpa del centrodestra? F. va ben oltre il “piove, governo ladro”, fino a giungere al “Sono rimasto vedovo, Berlusconi assassino!”.

Mi stupisce sinceramente che Vendola non parli mai di un poeta della statura di Majakovskij. Nonostante l’assoluta diversità di idee politiche, è uno dei poeti che amo di più, un grande che pagò di persona le folli utopie cui aveva creduto. E forse per questo Vendola non ne parla.

“E’ difficile farlo star zitto”. Dobbiamo forse prepararci a cinque anni di chiacchiere? Spero proprio di no. Più seriamente: ciò che è artificioso ha sempre bisogno di molte parole.

Concludo. Molti, anche nel centrodestra, hanno fatto cavallerescamente gli auguri a Vendola. Io no. Al contrario, penso che molte delle sue future e prevedibili scelte andranno contro le mie convinzioni, e contro le convinzioni di quella parte tutt'altro che trascurabile della Puglia che non l’ha votato. Penso soprattutto alla legge regionale sulla famiglia, una delle poche in Italia che riconoscono i diritti della famiglia fondata sul matrimonio, e i diritti del concepito fin dal primo istante. Anche a Vendola si potrà dire “NOT IN MY NAME”. Più per me che per lui, gli auguro di essere un presidente per tutti i pugliesi e non uno Zapatero da cortile.

Giovanni Romano

A proposito delle auto a gas...

A che serve la grande autonomia delle auto a gas? A raggiungere il più vicino distributore di gas.

Giovanni Romano

domenica 23 novembre 2008

Bellezza struggente


Stasera ero a Trani, il tramonto era tanto bello che ho voluto riprenderlo, sia pure col cellulare. Ne è venuta una foto d'insospettata bellezza (non per merito mio). Al di là delle polemiche e delle amarezze umane, Dio non si stanca di regalarci una bellezza che troppo spesso non guardiamo.


Giovanni Romano

Il caso "Lo Zuavo Pontificio"

Vorrei dedicare il post di stasera a un gruppo di coraggiosi amici cattolici, che hanno avuto il coraggio di andare controcorrente e di sfidare il politically correct che infesta anche la Chiesa. Hanno pubblicato materiale critico contro la vulgata patriottarda del Risorgimento. Hanno messo online contributi su questioni scottanti come la bioetica, critici del relativismo e della tentazione al ribasso etico che è un pericolo anche per il clero. Era un sito ricco, articolato, bello anche graficamente. Mi onoro di aver collaborato con loro, fornendo traduzioni dall'inglese e dal tedesco.


Ora il sito è stato distrutto. Gli attacchi cominciarono quando fu pubblicato uno studio che sosteneva la corresponsabilità del popolo ebreo nell'uccisione di Cristo. Immediatamente si fecero vivi gli hackers, ma non dev'essersi trattato solo di questo. Anche il sito Culturacattolica fu attaccato dagli hackers dopo aver criticato Lino Banfi per aver preso parte a quell'indegna buffonata che era "Il padre delle spose", eppure si è ripreso, e probabilmente si sarà dotato di protezioni molto più robuste. "Lo Zuavo Pontificio" invece è crollato definitivamente, e questo mi fa pensare che anche alcuni ambienti ecclesiali abbiano fatto pressione perché non esistesse più.

Ma ai macellai di Internet questo non è bastato. Oltre al danno anche la beffa. Se infatti ora si digita lozuavopontificio.net ecco cosa appare:



Sarebbe interessante scoprire chi si è impadronito dell'indirizzo IP (un caso di cybersquatting? Probabile), e perché nessuna tra le autorità di controllo ha alzato un dito per impedirlo.

Una triste fine davvero per un sito bello, ben fatto, bene impostato e coraggioso. Anche se vi hanno lasciato in pasto agli sciacalli, io vi ricorderò, amici. Avete combattuto la buona battaglia. Chi vi ha distrutto non farà altro che affogare nella melma della sua meschinità e dei suoi risentimenti.

Giovanni Romano

venerdì 21 novembre 2008

Alla fine la cassazione ce l'ha fatta. Anche l'Italia ha la sua Terry Schiavo

Fateci caso. Da un po' di tempo a questa parte, man mano che si avvicinano le feste natalizie, non sentiamo più parlare di bontà, di amore e riconciliazione tra gli uomini, di una pace che solo un Altro ci può donare (e che è liberamente venuto a donarci), ma sempre più insistentemente di morte. L'abbiamo visto col suicidio di Welby giusto la vigilia di Natale, gettato in faccia a chi la vita invece la vuole difendere, custodire, valorizzare anche nei suoi momenti più dolorosi, accompagnandola fino alla fine. Così sarà probabilmente per Eluana Englaro. Forse anche quest'anno troveremo sotto l'albero un'altra morte strombazzata da tutti i media. Un'irrisione e uno schiaffo tirato a freddo contro la speranza cristiana. Come ha detto suo padre con ineguagliabile umorismo: "In Italia finalmente si vive in uno stato di diritto". Credevo volesse dire che finalmente in Italia si muore grazie al diritto, ma che volete farci, è una "conquista di civiltà". Quella stessa "civiltà" che censura il Natale quasi fosse sconveniente solo il ricordarlo. Quella stessa "civiltà" che continua i suoi esperimenti inutili e distruttivi sugli embrioni umani. Quella stessa "civiltà" che rende intrinsecamente violenti i rapporti umani perché rivendica gli omo-matrimoni nel momento stesso in cui rende il divorzio il più facile e accelerato possibile. Diceva Chesterton che un giorno sarebbe corso il sangue per affermare che l'erba è verde, il cielo è azzurro, e due più due fa quattro. Quel momento è arrivato, perché noi cristiani siamo chiamati a contrastare una mentalità impazzita, e riaffermare la positività della vita come ce l'ha data Nostro Signore.

Giovanni Romano

mercoledì 29 ottobre 2008

Brunetta e la stupida demagogia dei tornelli

Confesso di essere rimasto veramente indignato quando ho sentito il ministro Brunetta proporre l'adozione dei tornelli per controllare il lavoro dei giudici. Prima di tutto, è uno schiaffo calcolato alla loro dignità, perché si vuole trattare il giudice come un qualsiasi travet. In secondo luogo, si dà il caso che io abbia fatto esperienza personale di come funziona la giustizia quando, nel 2003, partecipai a un processo penale abbastanza importante. Ecco quello che scrissi dei magistrati con cui collaborai in un breve memoriale a mio uso privato:

Da questa esperienza ho imparato un enorme rispetto per loro e per il loro spirito dì sacrificio. Non dimenticherò mai la cortese disponibilità del Dott. C., un carattere signorile e al tempo stesso semplice, un magistrato scrupoloso come ce ne sono pochi, sempre corretto verso gli imputati e la difesa, sempre disponibile a chiarirci i dubbi, sempre attento a metterci in guardia da giudizi precipitosi e prematuri. Ma il particolare che non dimenticherò davvero mai è la pesante valigia con il trolley che la Dott.ssa G. [il giudice a latere, N.d.R.] si trascinava costantemente appresso con gli incartamenti completi del processo. Doveva ricorrere alla valigia ci spiegò perché prima portava i documenti in una borsa a tracolla ma era così pesante che le erano venute tre ernie al disco. Non aveva un servizio di segreteria che l'aiutasse, doveva fare tutto da sola. E come se niente fosse, dopo un dibattimento tanto impegnativo, nel giro di due giorni entrambi avrebbero dovuto iniziare un maxiprocesso ai clan mafiosi di Bari vecchia, con più di ottanta imputati, schiere di avvocati e decine di testimoni. Non esistono parole per esprimere la nostra ammirazione nei loro confronti. La valigia della dott.ssa G. è il simbolo più forte del carico dì responsabilità che pesa su un giudice, delle enormi difficoltà del suo lavoro, della sconcertante mancanza di risorse di fronte a compiti tanto impegnativi.

Dottor Brunetta, crede veramente che bastino i tornelli a risolvere inefficienze tanto scandalose? Crede davvero di migliorare la giustizia insultando volgarmente quelli che la mandano avanti? Invece che gettar polvere negli occhi dei cittadini con provvedimenti tanto demagogici quanto stupidi, non è un preciso dovere del Suo governo fornire ai giudici i mezzi per lavorare, non i guinzagli per umiliarli?

Giovanni Romano

sabato 18 ottobre 2008

Ladri col senso dell’humor

Oggi "La Gazzetta del Mezzogiorno" (credo) riportava la notizia di due ladri acciuffati mentre rubavano parecchi metri di una recinzione metallica.

Per farne che? Una barriera contro i ladri, no?

Giovanni Romano

I confessori degli esiliati


Ai miei baristi ed edicolanti

Che hanno la bontà di sopportarmi ogni giorno


Mi sono sempre chiesto perché i baristi e gli edicolanti non scrivano libri. Spesso si mostrano stanchi e annoiati da una vita apparentemente monotona, ma col campionario di caratteri che gli passa davanti, con l'esperienza di tante vite ascoltate, forse avrebbero da raccontare più di molti romanzieri.


Lasciamo perdere i clienti occasionali, quelli che si vedono una volta sola, pagano e vanno via. Lasciamo perdere anche le comitive e le gite scolastiche, causa di fatiche improvvise e nevrotiche. Quelli che forniscono il vero materiale da osservazione siamo noi, i clienti abituali, noialtri fissi -e qualche volta anche fissati.


Tante volte entriamo per trovare un po' di quell'amicizia e di quella compagnia che spesso ci manca altrove. Un'amicizia un po' mercenaria, un momento di sfogo pagato a prezzi tutto sommato modici: un quotidiano, o un espressino e un cornetto (quando capita).


Ma non è quello che in fondo c'interessa. E' la possibilità di incontrare, anche se per pochi minuti, qualcuno che s'interessi a noi. Perché il tempo che si trascorre a ciondolare in un'edicola o in un bar è un buon indice della solitudine che si vive.


La solitudine, però, è un serpente che si morde la coda. Parliamo, sfogandoci, ci aspettiamo che loro s'interessino a noi, siamo molto attenti all'impressione che facciamo, ma quasi mai li guardiamo e li consideriamo veramente. Esiliati da noi stessi,in fondo non ci aspettiamo più di trovarci davanti a delle persone in carne e ossa.


Forse l'edicola o il bar sono luoghi dove non è possibile fare diversamente, e dobbiamo accontentarci di questo contatto fugace, fatto troppo spesso di parole da una parte sola. Ma dovremmo avere almeno un pensiero di gratitudine e un grande rispetto per chi pazientemente ci sta a sentire.


Giovanni Romano

venerdì 10 ottobre 2008

L'ipocrisia "politically correct" di Vnunet


Il sito Vnunet riporta la notiza che un hacker ha violato -e dopo se ne è apertamente vantato- la posta elettronica privata di Sarah Palin e l'ha pubblicata sul Web. Pare che il tizio sia un ventenne, figlio di un esponente del partito democratico, che quando è stato pizzicato dall'FBI ha immediatamente abbandonato le arie di bravaccio e adesso strilla ai quattro venti di essere innocente.

Chi sia o come si comporti quel moccioso a me non interessa più di tanto. Quello che penso degli hackers l'ho già scritto il 12 luglio del 2006. Se è lui il colpevole, si è dimostrato tanto prepotente prima di essere scoperto quanto vigliacco ora.

Quello che m'interessa veramente è la mentalità che sta dietro questi episodi di teppismo informatico e l'inqualificabile ipocrisia dei media, a seconda che la vittima sia un democratico o un repubblicano, di "sinistra" o di "destra".

Sarah Palin, con la sua difesa decisa e senza compromessi della vita e della maternità, rappresentava un obiettivo troppo ghiotto per questi sciacalli, e troppo facile per lasciarselo sfuggire. Quel che lascia disgustati non è soltanto la particolare, meschina malignità dell'aggressione contro di lei (mettere in piazza tutta la sua corrispondenza privata), ma da una parte l'indifferenza completa dei media verso di lei (fosse successo a Obama. tutto il mondo si sarebbe stracciate le vesti), e dall'altra la sghignazzata di aperto compiacimento con cui è stata riportata la notizia. Da questo punto di vista, Vnunet è un caso da manuale. Ecco come ha commentato il fattaccio:

La vera domanda da porsi non è se Kernell sia un abile hacker o no. Ma piuttosto: un candidato alla vice presidenza Usa, deve proprio affidarsi a una Web Mail commerciale per la posta elettronica? O non può usare maggiore sicurezza e accortezze, per evitare furti ai propri messaggi email?


A parte l'uso barbaro della virgola tra soggetto e verbo, l'articolo finisce per minimizzare quel che ha fatto il colpevole e accusare la vittima. Vorrei chiedere a Vnunet, se mai si degnasse di rispondere: cosa avreste detto se la Palin avesse usato una linea di comunicazione ultra-blindata e ultra-riservata, accessibile solo a pochi privilegiati? Non l'avreste forse accusata di essere un'elitaria, una snob, una riccona che viveva lontana anni luce dalla gente comune? Non è stata invece proprio la Palin a darci una lezione di democrazia, usando la stessa posta che usiamo noi, esponendosi agli stessi rischi (anzi di più, perché oggi chi non censura la propria fede e il proprio rifiuto dell'aborto si espone a essere deriso e umiliato).

Forse Sarah Palin si aspettava di vivere in un paese normale, dove anche gli avversari politici erano disposti a rispettare certe regole di correttezza. Evidentemente era chiedere troppo, specialmente ai democratici.

Giovanni Romano

sabato 4 ottobre 2008

Le mie scuse a Radiconcini...

L'amica Radiconcini ha lasciato un commento al mio post precedente. Mi scuso di averlo pubblicato con notevole ritardo ma ero fuori città.

Giovanni Romano

martedì 23 settembre 2008

Alla faccia dell'equosolidale!

Stamattina camminavo per strada a Trani vicino al negozio "Pachamama" (Madre Terra). Questo negozio vende sia prodotti artigianali che alimentari provenienti dal commercio equosolidale. Mi veniva incontro la giovane cameriera di un bar lì vicino, aveva in mano un vassoio con due o tre caffé, naturalmente prodotto dalle multinazionali tanto odiate dagli equosolidali... ed è entrata proprio in quel negozio, che pure di caffé "equosolidale" (e dunque più caro) ne dovrebbe avere a iosa.

Sono rimasto letteralmente a bocca aperta. O è superficialità o è ipocrisia. Certo è che ora in poi non mi fiderò più di tante chiacchiere.

Giovanni Romano

martedì 26 agosto 2008

Cristiani uccisi in India: l'assordante silenzio dell'ONU e della UE

Di solito le violenze contro i cristiani non "bucano" lo schermo. Intimidazioni, violenze, veri e propri massacri vengono sistematicamente taciuti dai media non cattolici, o le poche volte che se ne parla si ha cura di mettere le parti in conflitto ingiustamente sullo stesso piano, liquidando il tutto come "conflitti interetnici".

Le violenze avvenute nelle ultime ore contro i cristiani dell'Orissa, tuttavia, hanno costretto anche i media più restii a dedicare qualche minuto del loro tempo prezioso alla questione (vedi ad es. la Reuters). Quello che stupisce, leggendo i flashes d'agenzia, è che nessuna istituzione internazionale, a parte il Vaticano, sembra aver alzato un dito per protestare. Il silenzio dell'ONU e della UE, tanto ampollosamente celebrati dall'ex presidente Ciampi e (un po' meno, per fortuna) dall'attuale presidente Napolitano, è vergognoso e insultante. C'è da sperare soltanto nel precedente della risoluzione adottata dal parlamento europeo per opera del suo valoroso vicepresidente Mario Mauro.

Ma soprattutto c'è da sperare nella preghiera di cristiani che non dimentichino, magari in nome del "dialogo", i loro fratelli perseguitati.

Giovanni Romano

sabato 7 giugno 2008

Dai, sorridi alla vita! :-(

Se guardi la pubblicità, quanta gente sorride! Ma se vai per la strada, quanta gente vedi sorridere?


Giovanni Romano

giovedì 5 giugno 2008

Ecco dove è finito il voto cattolico...

Nel mio post precedente mi ero chiesto se la Commissione Diocesana di Trani avesse considerato dov'era finito il voto cattolico. A questa mia domanda ha risposto oggi "Avvenire" nel trafiletto che cito integralmente qui di seguito. A quanto pare, ben il 56.4% del voto cattolico che andò all'Unione nel 2006 è andato perso, certamente a causa delle ambiguità, degli inganni e delle spregiudicatezze dei "cattolici adulti" sui temi etici. La ricerca però afferma che di questo voto cattolico mancato non hanno beneficiato né il Pdl né l'UDC, ma genericamente "altri partiti". Quali, di grazia? Quelli della sinistra arcobaleno? Conoscendo l'ingenuità (per non dire la dabbenaggine) di tanti cattolici praticanti, non mi meraviglierei più di tanto, ma credo che le conclusioni del Prof. Segatti siano quantomeno "self serving", dal momento che provengono dall'area cattolica più schierata a sinistra.

Che senso ha, ad esempio, dire che "un gruppo maggioritario di cattolici praticanti oggi vota per il Pdl, ma questo probabilmente perché la maggioranza degli elettori italiani ha fatto questa opzione"? E' vero che in Italia i cattolici praticanti sono una minoranza rispetto a quelli nominali, ma è vero anche che i cattolici rappresentano, fino a prova contraria, la maggioranza assoluta dell'elettorato italiano. Non sono stati i cattolici a seguire la maggioranza, per il semplice fatto che essi stessi costituiscono la maggioranza, e come tali hanno deciso.

Resta poi inspiegabile il dato del 20,3% di consensi persi dal PD che sarebbe andato a fantomatici "altri partiti"? Mi chiedo quali. Se la sinistra arcobaleno non è riuscita a eleggere un solo rappresentante, se l'UDC ce l'ha fatta soltanto per il rotto della cuffia e soltanto in Sicilia, possibile che una percentuale così vistosa di voti in libera uscita sia andata dispersa senza lasciare traccia? C'è dunque seriamente da dubitare dell'attendibilità di un sondaggio del genere, al quale lo stesso Avvenire non ha dato tutto sommato grande risalto.

Una cosa è certa comunque: l'impatto etico delle scelte del governo Prodi è stato devastante, lo scollamento con le convinzioni più profonde del nostro popolo è stato politicamente suicida, e la scossa è stata decisiva per la coscienza di molti cattolici. Fortunatamente per il paese.

Giovanni Romano

Solo il 43,6% dei cattolici che sostenne Prodi ha votato per il Pd alle Politiche dell’aprile scorso

ROMA. Il Pd non ha saputo catturare alle elezioni di aprile la fiducia della maggior parte dei cattolici che nel 2006 avevano votato per l’Unione: per l’esattezza solo il 43,6% di quanti scelsero la coalizione di Prodi 2 anni fa hanno votato il Pd alle ultime politiche. È quanto emerge da uno studio condotto dal professore Paolo Segatti dell’Università di Milano e presentato durante un convegno dei Cristiano sociali. Dalla ricerca risulta che la disaffezione è minore tra i cattolici praticanti rispetto ai non praticanti. Segatti comunque ridimensiona la lettura che vede in questi dati una «fuga del voto cattolico» verso il centrodestra. «È possibile che oggi un gruppo maggioritario di cattolici praticanti voti per il Pdl; ma questo probabilmente perché è la maggioranza degli elettori italiani che ha fatto questa opzione. I due campioni più o meno combaciano in termini percentuali». In realtà, secondo il docente, «il Pd ha perso molti voti al centro», come è spiegato in una tabella che fotografa i flussi rispetto alle elezioni del 2006. Tra i cattolici praticanti che votarono Unione solo il 43,6% ha scelto ad aprile il Pd; il 2,3% è passato all’Udc e il 5,2% al Pdl; mentre il 20,3% ha scelto altri partiti.

lunedì 2 giugno 2008

Quei cattolici che santificano lo stato e laicizzano la Chiesa…

Uno dei crucci – purtroppo rimasti ignorati – sia di Papa Giovanni Paolo II che dell'attuale Papa Benedetto XVI è la proliferazione incontrollata di documenti ecclesiali sui più svariati argomenti, tanto che qualche giornalista dalla penna graffiante ha coniato un calembour giustamente celebre: "E il Verbo si fece carta". Non sono completamente d'accordo, perché la Chiesa non solo ha il diritto, ma anche il dovere di pronunciarsi e dare giudizi su quello che avviene intorno a lei, più che mai ora che i valori cristiani sono pesantemente sotto attacco.

Tuttavia non sempre i documenti ecclesiali – specialmente quelli prodotti in periferia – rispecchiano adeguatamente gli insegnamenti del Magistero, e certe prese di posizione possono dare adito a perplessità anche gravi tra i fedeli.

A questo proposito, mi sembrano particolarmente indicativi due recenti documenti della Commissione diocesana Pastorale Sociale e del Lavoro, Giustizia e Pace, Salvaguardia del Creato (non è la parodia dell'introduzione ai "Promessi Sposi": le maiuscole sono tutte nell'originale), Arcidiocesi di Trani. Se li prendo in considerazione solo ora, è perché solo ora ho avuto il tempo di esaminarli con la serietà e l'approfondimento che meritano. Dal momento che non si tratta di questioni dottrinali bensì di orientamento politico, mi sentirò libero di criticarli laicamente (questo avverbio, tra parentesi, ricorre nei due testi in maniera quasi ossessiva).

Il primo s'intitola: "Verso le elezioni politiche del 13 e 14 aprile", e rappresenta un richiamo ai cattolici sull'orientamento da assumere nell'imminenza del voto. Com'è giusto, non viene data alcuna indicazione quanto ai partiti da votare, ma mi sembra che il linguaggio, scrupolosamente pesato col bilancino del "politicamente corretto", contenga a dir poco delle pesanti ambiguità e omissioni molto vistose. Finché ci si tiene sulle generali il discorso resta sempre corretto e pulito, inattaccabile in via di principio. Come non essere d'accordo, ad esempio, con affermazioni quali:

"Nessuno può rivendicare esclusivamente per sé l'autorità della Chiesa" (Gaudium et Spes, parr.75 e 43)

Molto ben detto, anche perché bisogna evitare il pericolo di una "religione civile" tanto esteriore quanto vuota e ultimamente oppressiva. E tuttavia, questo giusto principio di precauzione rischia di diventare, se abusato, un atteggiamento rinunciatario, un auto-imbavagliamento della Chiesa e dei cattolici di fronte a un mondo sempre più consapevolmente secolarizzato, quando i cattolici stessi cominciano a mettere tutte le opinioni indistintamente sullo stesso piano, anche quelle più contrarie non tanto alla Chiesa quanto all'uomo stesso.

E' proprio vero, ad esempio, che il cattolico "deve mettersi in atteggiamento di attento ascolto dell'altro senza la pretesa di possedere la verità in ordine alla soluzione dei problemi sociali"? Certo, la Chiesa non ha tra i suoi compiti la soluzione dei problemi umani, ma questo non significa che i cattolici debbano censurare il loro modo diverso di accogliere e di trattare l'umano che né il liberalismo né tantomeno il socialismo hanno conosciuto. Il cattolico deve ascoltare attentamente l'altro, ma non mi sembra che negli ultimi tempi gli altri abbiano ascoltato attentamente i cattolici, nemmeno quando erano in un milione al Family Day! E' davvero sullo stesso piano l'opinione di chi si fa avvocato dell'eutanasia, dell'aborto e della manipolazione genetica rispetto a quella di chi afferma che l'essere umano possiede diritti inalienabili dal concepimento fino alla morte naturale? Su quest'argomento, la Commissione tace in modo assoluto.

Mi ha poi lasciato esterrefatto il tono reticente e ambiguo di questa frase:

… anche i valori cosiddetti 'non negoziabili' vanno incarnati e mediati – secondo coscienza – nel temporale hic et nunc, utilizzando le modalità e gli strumenti previsti allo scopo dall'ordinamento democratico e pluralista.

Non so dove la Commissione abbia visto torme di inferociti sanfedisti avventarsi con manganelli e asce contro le sedi del partito radicale o di quello socialista (mentre è avvenuto il contrario coi banchetti del Movimento per la Vita), ma quel che dà veramente a pensare è il tono quasi infastidito quando si toccano i "cosiddetti (!) valori non negoziabili" (fossi stato in voi, cari amici della Commissione, quelle virgolette non le avrei usate). Perché mai "cosiddetti"? Chiamarli così è stato forse uno sghiribizzo del Papa? Che significa poi che tali valori vanno "mediati"? Storicamente, temo che la parola "mediazione" sia costata all'Italia il divorzio e l'aborto, leggi firmate fa cattolici fin troppo inclini a "mediare". E poi, "secondo coscienza". Ma la coscienza soggettiva è un assoluto? Per i protestanti, forse, ma per il cattolico la Chiesa è precisamente il luogo dove la coscienza si forma, e viene messa in guardia da un soggettivismo che può diventare presunzione e arbitrio. Questo lo abbiamo visto nell'atteggiamento supponente di tanti cattolici "adulti" (qui invece le virgolette ci stanno proprio bene!).

Eppure è proprio nei sopra citati documenti conciliari che si sarebbe potuto trovare un inquadramento molto più preciso della questione. Il citato paragrafo 43, ad esempio, mette impietosamente a nudo il nocciolo della questione:

La dissociazione, che si costata in molti, tra la fede che professano e la loro vita quotidiana, va annoverata tra i più gravi errori del nostro tempo.

Queste parole non vanno lette in senso solo etico, ma molto più a fondo in senso ontologico. La dissociazione tra la fede e la vita diventerebbe particolarmente grave in politica, se i cattolici, in nome di una democrazia senza valori e ridotta a puro gioco formale, acconsentissero a votare norme eticamente inaccettabili. Se è vero, com'è vero, che la costituzione è la casa di tutti, come mai molti cattolici non hanno trovato niente da dire quando è stato messo sotto attacco l'articolo 29 a colpi di PACS e DICO? Non vi siete accorti allora quanto si cercasse di scardinare la costituzione? Vi preoccupate tanto della laicità delle istituzioni ma a quanto pare non ve ne importa nulla del laicismo al quale si è tentato di piegarle!

Lo stesso paragrafo 75 della Gaudium et Spes non è affatto così neutro, dal punto di vista etico, come appare dalla citazione che ne è stata fatta. Contiene anzi un'affermazione capitale sul principio di sussidiarietà:

Si guardino i governanti dall'ostacolare i gruppi familiari, sociali o culturali, i corpi o istituti intermedi, né li privino delle loro legittime ed efficaci attività, che al contrario devono volentieri e ordinatamente favorire.

Quanto ai cittadini, individualmente o in gruppo, evitino di attribuire un potere eccessivo all'autorità pubblica, né chiedano inopportunamente ad essa troppi servizi e troppi vantaggi, col rischio di diminuire così la responsabilità delle persone, delle famiglie e dei gruppi sociali.

Ognuno può vedere quanto il Governo Prodi e la sinistra abbiano favorito questo principio… ma anche di questo nel documento della Commissione non c'è traccia. L'idea complessiva che emerge dalla lettura è quella di una grande piattezza, di una notte dove tutti i gatti sono bigi.

Vediamo ora il secondo documento, sempre della stessa commissione (ma stavolta citata pudicamente con le minuscole, meno male). Anche qui le inesattezze non mancano, e qualcuna di loro è addirittura sbalorditiva.

Le elezioni politiche e amministrative di aprile u.s. hanno innovato profondamente il panorama politico: il cd. 'bipolarismo ingessato', che ha dominato la scena negli ultimi 14 anni, si è frantumato e dalle sue ceneri sono nate due formazioni partitiche (PD e PDL) a chiara 'vocazione maggioritaria'; i partiti di estrema destra, la sinistra arcobaleno e il partito socialista non sono riusciti a far eleggere propri esponenti al Parlamento; la Lega Nord e l'Italia dei Valori hanno aumentato la rispettiva base elettorale; l'U.D.C., alleandosi con la Rosa Bianca, ha dato vita ad una formazione di centro fortemente identitaria ed è riuscita a far eleggere al Parlamento propri candidati.

Sarebbe un'analisi abbastanza corretta se non sorvolasse con disinvoltura sul fatto che l'UDC è sì riuscita a far eleggere propri rappresentanti, ma soltanto in Sicilia. L'ambizione – o la velleità – di Casini di fare da "ago della bilancia" è completamente naufragata, così come è naufragata l'iniziativa fin troppo ambiziosa di Ferrara di una lista monotematica. Certo, il richiamo al "voto utile" avrà avuto la sua importanza, ma secondo me l'errore di fondo sia del centro cattolico che di Ferrara è aver voluto fare campagna sui temi etici (Ferrara in maggior misura, comunque) completamente a prescindere dal Pdl, che pure da sempre ha compreso – e più di una volta difeso – questi valori. Una miopia grave ma comprensibile: l'ideologismo fin qui dominante ha sistematicamente negato qualsiasi dignità morale e intellettuale a chi non si è mai riconosciuto nella sinistra. Un "razzismo etico" che ha finito per ignorare ciecamente il paese reale. A suo rischio e pericolo, come l'esito delle urne ha confermato.

Ma più ancora che la defaillance del centro, queste elezioni hanno portato un risultato di portata storica ben maggiore: la parabola del comunismo in Italia si è conclusa. Si può dire che queste elezioni chiudono il ciclo iniziato con il 18 aprile 1948, quando alla sinistra sfuggì il potere che sembrava a portata di mano. Stavolta però, se posso azzardare una simile previsione, non si tratta di un semplice risultato elettorale ma anche di un cambiamento culturale: gli italiani hanno detto risolutamente NO alle derive etiche propugnate dal centrosinistra, alla liberalizzazione delle droghe, alla distruzione della famiglia, a una fiscalità invadente e oppressiva, alla stagnazione economica, a uno statalismo tanto autoreferenziale quanto onnivoro. E soprattutto hanno detto BASTA alla rappresentazione falsa e ideologica che la sinistra ha fatto del Paese, quasi ne fosse l'unica interprete autorizzata. Forse sarà veramente possibile, da ora in poi, ragionare sul nostro passato – e sul nostro futuro – con categorie diverse da quelle ormai stantie del marxismo o del post-marxismo.

Quanto al voto cattolico, il documento della Commissione si limita a constatare che "i cattolici hanno votato partiti diversi; il pluralismo politico dei cattolici è un dato ormai acquisito". Vero, ma non dice quanto e come si è spostato il voto cattolico, rispetto alle elezioni precedenti. Siamo proprio sicuri che le prese di posizione contro il Magistero di "cattolici adulti" del calibro di Prodi e della Bindi non abbiano avuto alcun effetto? Siamo proprio sicuri che molti elettori cattolici non si siano accorti dell'irrilevanza, della degnazione e a volte dell'aperta ostilità con cui sono stati trattati i "teodem" nel Partito Democratico? Altro che "convivenza plurale", come sostiene Padre Sorge! E a prezzo di quali acrobazie di coscienza quei signori si saranno mantenuti attaccati alle poltrone?

Al contrario, è stato nel Pdl che i cattolici hanno potuto esprimere la loro cultura più liberamente e da molto più tempo, pur se certamente non manca un agguerrito "laicismo di destra" che in futuro probabilmente si farà sentire (Fini e Prestigiacomo in primo luogo). Questo conferma, tra parentesi, l'intuizione del Magistero che i cattolici non possono delegare a nessun partito la rappresentanza degli interessi loro propri, ma devono avere il coraggio di essere protagonisti e soprattutto testimoni, non esitare a portare in politica il loro specifico senza gettarselo dietro le spalle in nome di una male intesa "laicità".

In nessun modo la facoltà dei politici cattolici di svolgere il mandato ricevuto equivale a una cambiale in bianco sugli orientamenti etici. In nessun modo, per i cattolici, le realtà terrene sono "autonome" al punto da costringerli al silenzio o peggio ancora alla connivenza quando s'indirizzano contro l'uomo. La "richiamata, declamata e proclamata" autonomia dei politici cattolici non può in nessun modo prescindere da quel che si dichiara nello stesso paragrafo 16 della Gaudium et Spes citato
da Padre Sorge (ma chissà perché queste altre parole non si è sentito in dovere di citarle…):

L'uomo ha in realtà una legge scritta da Dio dentro al cuore; obbedire è la dignità stessa dell'uomo, e secondo questa egli sarà giudicato… Nella fedeltà alla coscienza i cristiani si uniscono agli altri uomini per cercare la verità e per risolvere secondo verità numerosi problemi morali, che sorgono tanto nella vita privata quanto in quella sociale. Quanto più, dunque, prevale la coscienza retta, tanto più le persone e i gruppi si allontanano dal cieco arbitrio e si sforzano di conformarsi alle norme oggettive della moralità.

Si noti che il Concilio non ha paura di parlare di verità e di norme oggettive, l'esatto contrario del relativismo che certi uomini di chiesa cercano oggi di spacciare per "dialogo"! E' vero che la Gaudium et Spes aggiunge:

Tuttavia succede non di rado che la coscienza sia erronea per ignoranza invincibile, senza che per questo essa perda la sua dignità.

Ma ogni possibile equivoco è immediatamente dissipato da quel che viene dopo:

… ciò non si può dire quando l'uomo poco si cura di cercare la verità e il bene, e quando la coscienza diventa quasi cieca in seguito all'abitudine del peccato.

Ancora una volta il Concilio non ha paura di pronunciare la parola proibita: verità. Non si potrebbe immaginare un ritratto più calzante dei giorni nostri, quando le coscienze sono così addormentate (anche perché poco richiamate) da aver fatto l'abitudine al peccato, e sono diventate realmente indifferenti alla verità e al bene. Né aiuta a risvegliarle un ossequio alla "laicità delle istituzioni" che si rifiutasse di mettere in discussione degli orientamenti apertamente laicisti e anticristiani. Anche quando Padre Sorge cita l'autonomia delle realtà terrene, quasi bastassero a se stesse, e si appoggia al paragrafo 36 della Gaudium et Spes, chissà perché "dimentica" l'ammonimento che quello stesso paragrafo contiene:

Se invece con l'espressione « autonomia delle realtà temporali » si intende dire che le cose create non dipendono da Dio e che l'uomo può adoperarle senza riferirle al Creatore, allora a nessuno che creda in Dio sfugge quanto false siano tali opinioni.

Ma non è finita. E' stupefacente come Padre Sorge riesca a non citare le due potenti, lapidarie affermazioni che chiudono splendidamente il paragrafo 36 e valgono non solo per il credente, ma per l'uomo in quanto tale:

La creatura, infatti, senza il Creatore svanisce. (…)Anzi, l'oblio di Dio rende opaca la creatura stessa.

Dobbiamo dire che era integralista anche il Concilio? O piuttosto che i documenti conciliari sono molto meno "relativisti" di quanto qualcuno vuole farli apparire?

Ci sarebbe ancora molto da discutere sulle ultime affermazioni di Padre Sorge (ad esempio, la famiglia è una risorsa per il paese, non una semplice destinataria di aiuti che lo stato dovrebbe erogare più o meno di malavoglia) ma penso che ormai il quadro sia sufficientemente chiaro. Una sola cosa vorrei raccomandare a certi cattolici: state attenti a non laicizzare la Chiesa e sacralizzare indebitamente quelle che sono solo istituzioni umane.

Giovanni Romano

venerdì 30 maggio 2008

Blair vuole dedicare la vita alla fede. Resta da sapere quale...

L'altro ieri la BBC ha pubblicato un articolo sulla svolta religiosa dell'ex premier britannico Tony Blair. La trovate qui, e la riporto nella mia traduzione:


 

L'ex primo ministro Tony Blair ha promesso di "trascorrere il resto della propria vita" nel tentativo di unire le religioni del mondo.

Ha dichiarato che la fede potrebbe essere "una forza civilizzatrice nella globalizzazione", utile a mettere insieme le persone per risolvere problemi quali la malaria e la povertà estrema. Mr Blair, che è ora un inviato di pace in Medio Oriente, ha dichiarato alla rivista TIME che la fede religiosa gli ha dato "forza" mentre era al potere. La sua intenzione è quella di varare una "fondazione per la fede" a New York entro venerdì 30.

Mr Blair, di recente convertito al cattolicesimo, ha dichiarato: "La fede è una parte del nostro futuro, ed essa, oltre ai valori di cui è portatrice, sono parte essenziale di quel che può far funzionare la globalizzazione".

"Una cosa fantastica"

La sua fondazione cercherà di mettere insieme le religioni per affrontare problemi globali quali l'ottavo Programma di Sviluppo per il Millennio delle Nazioni Unite, che spaziano dall'eliminazione della povertà estrema fino al raggiungimento della sostenibilità ambientale. Una delle sue priorità immediate sarà combattere la diffusione della malaria. Mr Blair ha dichiarato: "Se si riesce a mettere insieme al lavoro le chiese, le moschee e i fedeli di religione ebraica per fornire le reti fondamentali necessarie per eliminare la malaria, che cosa fantastica sarebbe!. Questo mostrerebbe la fede in azione, mostrerebbe l'importanza della cooperazione tra le fedi, e mostrerebbe quel che la fede può fare per il progresso". Ha aggiunto inoltre che sarebbe possibile "raggiungere una maggiore comprensione tra le diverse fedi religiose, così da poter elaborare piattaforme d'azione comuni per queste fedi e affrontare alcuni di maggiori problemi del mondo".

L'addetto stampa di Mr Blair Alasdair Campbell, quando gli sono state poste domande sulla fede del suo principale, rispose una volta con l'osservazione divenuta celebre che il governo "non menzionava Dio". Ma Mr Blair, che ora ha 55 anni, di recente si è pronunciato apertamente sulla questione molto più che durante i suoi 10 anni a Downing Street. Analizzando le decisioni da lui prese come primo ministro, ha detto a TIME: "Non si può avere una linea diretta con Dio e ottenere le risposte. La cosa peggiore in politica è quando si è talmente timorosi di perdere popolarità che non si è più disposti a fare quel che si pensa sia la cosa giusta. Quel che la fede può fare non è dire quel che è giusto, ma darti la forza per farlo".

Mr Blair non riceve compensi per il suo ruolo di inviato di pace in Medio Oriente per conto del "Quartetto" dell'ONU, degli Stati Uniti, dell'UE e della Russia, ma percepisce consulenze ben retribuite per la società assicuratrice Zurich e la banca d'affari JP Morgan, oltre alla somma stimata di 5 milioni di sterline per le sue memorie di Downing Street.


 

Stupisce la mancanza assoluta di coscienza e di riflessione in quel che Blair dice. Non un dubbio, non un rimorso, non un ripensamento per lo scempio bioetico morale di cui il suo governo, e lui in primo luogo, è stato ed è responsabile. Solo la marcia trionfale verso il "progresso", ispirata a un positivismo ossificato e ottuso, degno tutt'al più del Balletto Excelsior. E quest'uomo sarebbe un cattolico! Certi cattolici meglio perderli che trovarli…


 

Giovanni Romano


 

sabato 24 maggio 2008

Il paradiso di Zapatero (e l’inferno dei cattolici)


Dal sito Catholicnewsagency traduco una notizia che arriva dalla Spagna dell'ineffabile Zapatero. Per ora l'abbiamo scampata bella, in futuro non si sa, specialmente se l'UE darà una mano ai laicisti di casa nostra:


Un arcivescovo difende il diritto di praticare la fede in risposta ai "dieci comandamenti" del secolarismo


MADRID, 22 maggio 2008 ore 03,53 – L'arcivescovo emerito di Pamplona Fernando Sebastian difende il diritto dei cattolici a vivere senza restrizioni la propria fede in risposta alla pubblicazione dei "dieci comandamenti" del secolarismo da parte di un giornale schierato nell'area del partito socialista.

L'arcivescovo ha riassunto i "comandamenti" elencati dal quotidiano Publico e li ha definiti "una barriera per escludere i cristiani dalla società".

  1. Insegnerai con uguaglianza verso tutti. Si capisce che l'uguaglianza imposta dal secolarismo non fa alcun riferimento a Dio o a ogni altra religione, nemmeno alla trascendenza dell'essere umano.
  2. Non predicherai fuori dal pulpito. Questo significa che l'espressione religiosa può essere tollerata soltanto dentro le chiese. L'insegnamento della religione a scuola dev'essere eliminato.
  3. Non imporrai i tuoi simboli allo stato. Gli atti ufficiali devono essere rigorosamente secolari. I funerali di stato e persino i matrimoni cattolici della famiglia reale non saranno permessi.
  4. Non mischierai quello che appartiene alla terra con quello che appartiene al cielo. Niente inni, niente bandiere, niente funzionari pubblici alle cerimonie religiose, niente simboli religiosi negli affari ufficiali dello stato.
  5. Non monopolizzerai le vacanze.
    Cercheranno di eliminare le feste religiose e renderle commemorazioni civili.
  6. Non invaderai le pubbliche istituzioni. Con l'eccezione dei cappellani ospedalieri, dei cappellani militari e dell'esistenza dell'Ordinariato militare.
  7. Noi controlleremo il vostro patrimonio.
    La Chiesa dovrà riconoscere che le cattedrali, i musei e i monasteri sono proprietà pubblica.
  8. Noi faciliteremo l'apostasia. Qui non c'è bisogno di spiegazioni.
  9. Tu non apparirai nei media di stato. I programmi religiosi dovranno essere eliminati dai media statali.
  10. Nemmeno un centesimo alla Chiesa. No n sarà accettabile neanche destinare una porzione del proprio reddito alla Chiesa rispetto al proprio reddito.

L'Arcivescovo ha dichiarato che secondo questi comandamenti "La Chiesa. I cattolici, la religione cristiana non meritano la stessa considerazione e assistenza che viene data agli sport, ai film o ai concorsi di bellezza. L'unica cosa che gli resta è multarci per essere cattolici", ha aggiunto.

L'Arcivescovo ha anche difeso il diritto dei cittadini a esprimere pubblicamente [la loro fede], dicendo: "I cittadini hanno perfettamente diritto di vivere e agire in modo religioso in tutte le aree della vita personale, familiare e sociale, secondo la nostra coscienza e in accordo coi nostri desideri. Non c'è autorità umana che possa metterlo fuori legge".

L'Arcivescovo Sebastian ha avvertito che i secolaristi sono mossi da un concetto totalitario dello stato. Secondo questa mentalità, lo stato è una sorta di Essere Supremo che è al di sopra di noi e ci dice come vivere. Ma questa non è la realtà", ha detto. "E' lo stato che deve conformarsi alla società di cui è al servizio, non viceversa. L'essenza della democrazia è questa. L'opposto è dittatura e totalitarismo".

"Nel caso della religione, l'unica cosa che lo stato deve fare, e non è molto, è proteggere la libertà dei cittadini così che ognuno possa esercitare ed esprimere liberamente la propria religione, secondo la propria coscienza, senza molestare o attaccare i diritti legittimi di alcuno. Il giusto secolarismo, dunque, così come la lotta contro il settarismo, consiste nel fatto che lo stato protegge la libertà religiosa dei cittadini di praticare la religione in cui credono, senza immischiarsi nelle questioni religiose che sono oltre la sua competenza", ha aggiunto.

"Se noi cattolici spagnoli vogliamo rimanere liberi e responsabili, dovremo cominciare ad affrontare seriamente queste questioni. Non è materia solo per i vescovi, ma qualcosa che riguarda direttamente tutta la società e tutti i cittadini. Quello che è a rischio non sono i privilegi dei preti, ma la libertà dei cittadini spagnoli di vivere liberamente secondo la propria coscienza".

Tradotto da Giovanni Romano


Fonte:
Catholicnewsagency

domenica 11 maggio 2008

Maremma amara, suore dolciastre e bambini fritti



Dal sito Culturacattolica leggo una notizia che ormai non sconcerta più di tanto: il Corriere della Sera è partito lancia in resta a sostegno delle "famiglie arcobaleno" (che Rino Cammilleri con folgorante perspicacia ha definito "omocolore"). Le "famiglie" omosessuali, insomma, con particolare riferimento ai bambini che ci vivono. In accordo al più vieto politically correct, il Corrierone descrive la loro situazione in termini addirittura lirici:

Margherita Bottino, psicologa, e Daniela Danna sociologa, descrivono i figli degli omosessuali come bambini più tolleranti, meno conformi agli stereotipi di genere.

A parte il fatto che essere maschio o femmina è un dato biologico, non uno "stereotipo di genere", quel che fa impressione non è tanto questa mistificazione grossolana (e al Corriere si stanno ancora chiedendo come mai le vendite sono in calo...). No, quel che fa veramente paura sono il buonismo e la vigliaccheria di certo "mondo cattolico" di fronte a questa mentalità.

Il Corriere infatti nota con soddisfazione che

In Maremma una coppia manda il bimbo in un asilo di suore perché non c’è quello comunale: “Il piccolo è stato accolto così bene che le maestre per rispettarlo non hanno festeggiato la festa della mamma e del papà”.

Questa mi sembra la vera notizia orribile. Non solo le suore hanno peccato gravemente di rispetto umano, forse per paura di essere messe alla gogna mediatica (ma questo non le scusa. Avevano il dovere di dare testimonianza, costi quel che costi); si sono spinte addirittura fino al punto di cancellare la festa della famiglia naturale. Sembra di essere in pieno Brave New World: i bambini sono concepiti soltanto in provetta, la famiglia naturale non esiste più, anzi le parole più sconce sono diventate "padre" e "madre".

Che delle suore abbiano potuto fare questo, e che nessun Vescovo, per quanto io ne sappia, sia intervenuto con la massima energia per richiamarle, dà tutta la misura di come tanto "mondo cattolico" sia diventato del inconsistente e buonista fino all'idiozia. Ma queste brave suorine maremmane faranno bene a tenere presente l'ammonimento di Nostro Signore, che a quanto pare se ne infischiava altamente del politically correct:

Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà render salato? A nullaltro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini (Mt 5,13)


Naturalmente, penso che le brave suorine di cui sopra da ora in poi si guarderanno bene dal parlare ai bambini di Dio Padre o di Maria Madre di Dio, per non offendere la suscett... pardon, la sensibilità delle famiglie omocolore.


Giovanni Romano

Immagino che dobbiamo anche ringraziarli...

Oggi quasi tutta la stampa prende atto con soddisfazione che il corteo anti-Israele di Torino "si è concluso pacificamente", e poco ci manca che si si profondano in lodi sperticate agli organizzatori e ai partecipanti.

Ma cosa c'è di speciale in tutto questo? Dimostrare pacificamente non era una loro gentile concessione. Era il loro preciso dovere di cittadini democratici in uno stato democratico che non si rassegna a diventare quel che Oriana Fallaci, con giustificato disprezzo, chiama "Eurabia". Se le leggi valgono per tutti, compresa quella di manifestare pacificamente, non vedo perché ne dovessero essere esentati, a qualsiasi titolo, i manifestanti di Torino. E quindi non vedo alcuna ragione per lodarli.


Giovanni Romano