venerdì 16 marzo 2012

Lettera aperta a Roberto Benigni sulla Divina Commedia

Stimatissimo Signor Benigni,

mi rivolgo a Lei con il rispetto dovuto a un regista che ha saputo affermarsi a livello internazionale e a un uomo di cultura che ha divulgato l'amore per la Divina Commedia a beneficio di un grandissimo pubblico.

Lei certamente non ignora che in questi ultimi giorni un comitato di "esperti" stipendiati dall'ONU ha chiesto ufficialmente la messa al bando del capolavoro universale di Dante in nome di deliranti accuse di "antisemitismo", "razzismo", "islamofobia" e "omofobia". La meschinità paranoica di queste accuse non ha bisogno di essere dimostrata. Starebbe a quegli "esperti" dimostrare, se mai, quali pogrom, quali crociate, quali roghi di omosessuali siano stati istigati dai versi danteschi.

Da Lei però, mi dispiace dirlo, finora non ho letto un solo intervento né alcun pronunciamento in difesa di Dante. L'autorevolezza di regista che Lei si è conquistata a livello mondiale, la popolarità che Lei ha meritatamente acquisito con le Sue letture pubbliche dei canti più belli della Divina Commedia La metterebbero in grado di fare da buon contrappeso a delle tesi che definire faziose, inquisitorie e deliberatamente distorte è poco. Mi dispiace ancor di più aver dovuto riscontrare un analogo mutismo a livello del Ministero della Pubblica Istruzione, quasi che la cosa non riguardasse l'intera cultura italiana e la sua immagine nel mondo.

Se è stata superficialità da parte mia La prego vivamente di perdonarmi. non esiterò a cancellare questo intervento.

Codialmente,

Giovanni Romano

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