martedì 27 novembre 2007

Il Celentano che non fa paura

Che Adriano Celentano avesse la tendenza a pontificare lo sapevamo fin dai tempi remoti di Joan Lui. Quello che oggi deprime non è la sua attitudine predicatoria ma la scontatezza degli argomenti e dei bersagli.

Attacchi Berlusconi? E chi degli "intellos" non ti applaudirebbe? Ti lanci coraggisamente in una tirata animalista, antinucleare e/ o ambientalista? La claque a scena aperta è assicurata. Lecchi Prodi? E quale di giornali di regime come La Repubblica o Il Corriere non corre a incensarti?

Dov'è finito, però, il Celentano che difendeva il matrimonio, a cominciare dal suo? Dov'è il Celentano che proclamava ad alta voce la sua contrarietà all'aborto? Un Celentano così in RAI oggi non l'avrebbero fatto più entrare. E allora l'Adriano nazionale ha fiutato il vento, e si è adeguato. Una tigre senza denti, un conformista politicamente corretto che va bene a chi comanda. Più comodo di così...

Meno male che lui, da uomo di spettacolo veramente di razza qual è, ha avuto il buon senso di far durare poco il suo strapagato spettacolo. Se è pesato sulle tasche dei contribuenti, almeno non li ha annoiati più di tanto.

Giovanni Romano

mercoledì 21 novembre 2007

Necrosi morale

Ci sono dei momenti, nella vita apparentemente monotona di un insegnante, che invece sono straordinariamente rivelatori della mentalità che ci circonda. Uno di questi momenti l'ho vissuto stamattina.

Non ricordo come, il discorso era caduto sulla pedofilia via Internet, e a questo punto i ragazzi hanno cominciato a tirar fuori delle cose che mi hanno lasciato allibito, sgomento. Uno di loro, candidamente, mi ha detto di aver visto uno di quei video (e dove? E come?). Altri si sono messi a vantarsi apertamente dei siti porno che visitavano (senza curarsi delle due ragazze presenti in aula). Altri hanno cominciato a descrivere addirittura filmini d'incesto. Ed erano ragazzi di appena 14 anni!

In tutti c'è una concezione del sesso paurosamente banalizzata, meccanica, che non sa e non vuole sapere nulla di affettività. E non mi venite a dire che si tratta solo di vanterie ed esagerazioni. Per descrivere certe cose bisogna proprio averle viste.

Inutile parlare loro di "valori", ormai non sanno più nemmeno cosa siano. E anche se gliene avessero parlato li disprezzano. C'è solo il soddisfacimento immediato degli istinti. E questi istinti, anzi, non sono più nemmeno naturali, ma stuzzicati e suscitati a bella posta.

Sono uscito da quella classe profondamente amareggiato, senza sapere cosa dire perché ogni discorso mi sembrava un moralismo fuori posto. Però è accaduto qualcosa d'imprevisto. Con una mia collega per la prima volta abbiamo "inaugurato" la Scuola di Comunità nel mio istituto (quelli di CL sanno di cosa sto parlando). E allora mi è venuto in mente quel che dovevo dire. Bisognava partire dai desideri stessi dei ragazzi che questa "cultura" sta uccidendo. Sono piombato lì nel mezzo di un'altra lezione e gli ho detto: "Ragazzi, voi potete fare tutto il sesso che volete, ma scommetto che fra voi non c'è nemmeno uno che non voglia sentirsi amato".

Li ho piantati lì, e chi vuole capire capisca.

Giovanni Romano

martedì 20 novembre 2007

Telethon: i cattolici non comprano più a scatola chiusa!

Riporto il breve dialogo illuminante che ho avuto stamattina con una collega, in corridoio:

LEI (speranzosa): Vuoi comprare una sciarpa Telethon?

IO (freddo) Mi puoi garantire che quei soldi non saranno usati in esperimenti contro gli embrioni umani? Altrimenti non dò un centesimo!

LEI (si allontana seccata, borbottando).

Fine della conversazione. E magari lei è una di quelle che ti piantano una grana di prim'ordine sui cetrioli geneticamente modificati...

Sono stato contento di averle risposto così. E' ora che qualcuno si accorga che i cattolici non comprano più a scatola chiusa. E basta buonismo.

Giovanni Romano