Una vicenda triste davvero. Per la bambina in primo luogo, rispedita a forza lontano da una famiglia che le ha voluto bene ed è stata capace di rischiare per lei il tutto per tutto. Per la famiglia Giusto, che da questa esperienza esce emotivamente distrutta. E anche per la miopia e il fariseismo delle associazioni delle famiglie affidatarie, troppo preoccupate di soddisfare i propri bisogni emotivi per mostrare solidarietà a una bambina tanto gravemente traumatizzata, e per interrogarsi sulla qualità degli orfanotrofi bielorussi. Va comunque detto che la Bielorussia non ha esitato a ricattare ignobilmente anche loro, creando un'assurda "guerra tra poveri" con la famiglia Giusto.
Questa vicenda mi ha fatto capire quanto siano vuote e mistificatrici le parole “dialogo” e “legalità” quando nei fatti significano schiacciare i più deboli e chi li vuole difendere.
Giovanni Romano
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