Domenica scorsa è passata sotto casa mia una limousine mostruosamente lunga come il modello della foto. Era dipinta di bianco e rosa e sembrava un confetto gigantesco, pareva le mancasse solo un fiocco legato sopra. Un capolavoro kitsch. La precedeva un veicolo pubblicitario anch'esso bianco e rosa dov'era scritto il nome dell'agenzia che la noleggiava per matrimoni.
Non ho potuto fare a meno di sorridere amaramente. Le macchine per la festa nuziale diventano sempre più lunghe proprio quando i matrimoni diventano sempre più corti o stanno scomparendo del tutto.
Ma si ostenta di più, temo, appunto perché il matrimonio sta perdendo d'importanza. Più viene meno la convinzione che sia una cosa capitale e definitiva, più si cercano lo sfarzo e l'ostentazione, ormai oltre i limiti della pacchianeria più volgare.
Prendiamo ad esempio un altro degli aspetti attraverso cui si è banalizzato il rito delle nozze, i fotografi. In quel giorno gli sposi sono praticamente degli ostaggi in mano loro, vengono costretti ad assumere le pose più strane, a volte persino buffonesche, sbatacchiati da uno sfondo all'altro e da un tavolo all'altro (quest'ultima è una fatica spiacevole ma necessaria, noblesse oblige!). Quanto tempo resta per pensare a quello che si sta facendo, a vivere un giorno che non tornerà mai più e che dovrebbe segnare un punto di svolta nella vita?
Non parliamo poi di quello che succede in chiesa. Si riprende di tutto, anche le inquadrature più banali e insignificanti, con primi piani esasperati degni di una telenovela di terz'ordine, ma non resta niente di essenziale. Se mi fossi sposato, avrei chiesto esplicitamente che nel filmato del matrimonio fosse registrata per intero l'omelia del sacerdote, che viene sempre saltata. Questo per ricordarmi sempre delle ragioni di quel giorno, dei passi che era stato necessario fare per arrivare a quel momento, degli obblighi e delle gioie che ci avrebbero attesi. Sempre sperando che il sacerdote fosse all'altezza, ma anche la peggiore delle omelie è comunque meglio della melensaggine di certe inquadrature.
Preferirei di gran lunga vedere macchine più corte e matrimoni più lunghi.
Giovanni Romano