Forse ricorderete come fu ostracizzato Rocco Buttiglione dalla carica di commissario europeo nel 2004 per la sua posizione di cattolico sugli omosessuali e l'omosessualismo. A nulla gli servì difendersi -in modo un po' goffo in verità, e anche alquanto ambiguo- sostenendo che le sue erano solo opinioni personali che non avrebbero inciso in alcun modo sulla sua condotta di alto responsabile della UE. E a nulla gli servì invocare l'arcinota e abusatissima frase di Voltaire "Detesto ciò che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo".
Qui non m'interessa ricordare l'ignobile linciaggio morale al quale venne sottoposto, né m'interessa richiamare l'attenzione sul fatto ben più pericoloso che un cattolico, secondo la vulgata UE, non dovrebbe avere nemmeno diritto alle sue opinioni private.
Qui m'interessa richiamare quello che scrisse Antonio Tabucchi sull'Unità del 25 ottobre 2004, il giorno dopo la cacciata di Buttiglione. C'è un passo particolarmente significativo che vale la pena di citare, a pagina 1. L'autore discute le affermazioni di un soi-disant "razzista" con cui gli è capitato di parlare in treno:
Probabilmente si attendeva che gli rispondessi che si trattava di una opinione personale sacrosanta, e che mi sarei fatto ammazzare piuttosto che impedirgli di esprimere la sua opinione, secondo quell’adagio devastante falsamente attribuito a Voltaire che in Italia è servito da sdoganamento alle dichiarazioni più nefande. Poiché al contrario del falso adagio illuminista... ecc. .
Anche qui non m'interessa discutere il merito dell'articolo ma questa affermazione assolutamente sorprendente. Delle due l'una: o ha mentito la secolare vulgata illuminista, sempre pronta a sbandierare la "tolleranza" (ma mai verso i cattolici e i credenti in generale) oppure ha mentito Tabucchi pur di dare addosso a Buttiglione. E temo purtroppo che sia stato Tabucchi a mentire, perché non ha portato la minima prova di affermazioni tanto apodittiche e di tale portata.
Dico "temo purtroppo" perché vorrei proprio che Tabucchi avesse ragione. Se fosse vero quello che lui ha affermato, se fosse vero che mai Voltaire avesse pronunciato o scritto quella frase, i cattolici si sentirebbero finalmente liberi dal benché minimo debito di gratitudine, dalla benché minima soggezione intellettuale verso la iena di Ferney.E di questo gli sarei perennemente grato.
Quasi certamente la frase di Tabucchi è solo una battuta polemica. Ma c'è un altro punto dell'articolo sul quale vale la pena che i cattolici riflettano anche oggi:
Quasi certamente la frase di Tabucchi è solo una battuta polemica. Ma c'è un altro punto dell'articolo sul quale vale la pena che i cattolici riflettano anche oggi:
E poi: possibile che un uomo fornito di saldi principi quali quelli dell’onorevole Buttiglione si dica disposto a sacrificarli, direi a rinnegarli, promuovendo l’integrazione sociale e i diritti civili di categorie o di persone di cui ha un’opinione così negativa? Possibile, mi chiedo, che un uomo di pensiero sia disposto a rinunciare agli ideali su cui si basano la sua filosofia e la sua morale per un modesto impiego da parlamentare europeo?
Ferma restando la prova d'intolleranza laicista che ha dato la UE in quell'occasione. bisogna ammettere che Tabucchi non aveva tutti i torti. Troppi compromessi rischiano di rendere i cattolici "a Dio spiacenti ed a' nimici Sui". Quando lo scontro arriva a livelli di tale asprezza, forse un cattolico farebbe meglio ad andarsene da istituzioni così contaminate scuotendo con disprezzo la polvere dalle sue scarpe.
Giovanni Romano