venerdì 14 aprile 2006

Lettera aperta ai vegetariani, animalisti & C.

Cari amici,

come da un po' di tempo a questa parte, all'avvicinarsi della Pasqua voi state cercando di far sentire in colpa noi cristiani per la "strage" di agnelli pasquali, che per i più oltranzisti di voi è un chiaro segno dell'"ipocrisia" e della "violenza" del cristianesimo. In questo, la TV vi dà sempre più man forte, sponsorizzando campagne così etiche che più etiche non si può.
Vorrei sapere, allora, perché non avete mai avuto niente da ridire sul fatto che ormai, nelle mense scolastiche (quelle pubbliche, ovviamente) si serve carne anche nei Venerdì di Quaresima agli alunni cattolici, senza alternative (come rilevava ieri "Avvenire").
A parte il fatto che io non condivido la dieta vegetariana, specialmente per i bambini (ai quali i più fanatici di voi negano persino il latte), perché l'organismo ha bisogno delle proteine nobili della carne, mi chiedo se voi credete davvero di salvarvi l'anima con quel che mangiate o non mangiate. Ricordo ancora le acrobazie e i sofismi con cui si è cercato di far passare Cristo per un vegetariano, quando invece nel Vangelo è scritto chiaramente: "Non quello che entra nella bocca rende impuro l'uomo, ma quello che esce dalla bocca rende impuro l'uomo!". (Matteo, 15,11).
E troppo spesso dalla vostra bocca escono discorsi arroganti, di disprezzo e di condanna per chi non la pensa come voi, i puri e i migliori per definizione. Fece bene San Francesco (che è stato snaturato come giuggiolone pacifista) a opporsi vittoriosamente alla deriva spiritualista di alcuni suoi frati (poi probabilmente confluiti nell'eresia) che volevano imporre la dieta vegetariana. E rattrista, invece, che in più di una famiglia cattolica si adotti acriticamente il vostro modo di pensare, che sotto il manto del pacifismo e dell'armonia con la natura nasconde vergogna di sé e disprezzo verso l'uomo.
Giovanni Romano

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