venerdì 12 maggio 2006

Magliette a strisce

Da un paio d'anni ormai mi sono completamente disinteressato del calcio, in parte per snobismo intellettuale, ma soprattutto perché, con l'avvento di Moggi & C., sentivo che la qualità si era abbassata, ed ero persuaso che "tanto è tutta una combine". E poi mi chiedevo anche perché quelli che hanno difficoltà ad arrivare a fine mese debbano appassionarsi per le vicende di gente strapagata, ai cui occhi la "gente comune" è meno che polvere.
C'è una cosa che francamente non capisco. come ha potuto un signor nessuno come Moggi non tanto arrivare alla carica di direttore generale della Juventus (nella vita ognuno è libero di cogliere le sue grandi occasioni) quanto arrivarci a condizioni che qualunque ditta seria avrebbe rifiutato su due piedi. Come è possibile, infatti, che l'abbiano nominato "direttore generale a tampo indeterminato", praticamente a vita, del tutto indipendentemente dalla stessa proprietà? Come ha fatto la Juventus, una squadra che si vantava della propria probità e serietà, mettersi nelle mani di un faccendiere di quella risma? E perché le altre "grandi" tacciono? Chi c'era, e chi c'è, dietro Moggi e gli altri?
Domande che probabilmente resteranno senza risposta. Ma non ho nessun sentimento di malevola rivalsa per quello che si sta scoprendo in questi giorni. Al contrario, mi dispiace molto. Perché al di fuori dei giochi, delle combines, dell'isteria mediatica, il calcio è davvero un bello sport. Specialmente quello praticato. Preferisco il più scalcinato dei campetti di periferia al più patinato dei talk-show.
Un consiglio a Moggi & C.: toglietevi le magliette a strisce delle grandi squadre e preparatevi a indossare altri vestiti, anch'essi a strisce. E' quello che meritate!
Giovanni Romano

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