mercoledì 30 aprile 2008

Berlusconi e la cambiale con gli italiani


Non sappiamo ancora cosa farà il nuovo esecutivo, al di là di tutte le promesse fatte in campagna elettorale. Da parte mia, mi auguro un governo che abbia il coraggio di togliere molte norme (quelle introdotte a tradimento da Livia Turco in primo luogo, o quelle inutilmente vessatorie sugli assegni circolari) anziché aggiungere gride a gride.

Ma l'impegno più preciso che il governo ha preso con noi italiani, prima ancora che sulle tasse, è sulla sicurezza. Non so quali e quanti saranno i vincoli all'azione del nuovo governo, ma posso dire fin d'ora che almeno a parole si annuncia un esecutivo più duro, con meno remore rispetto al Berlusconi 2 per via dell'azzeramento di Casini. Ora però il governo deve dimostrare di mantenere le sue promesse, e tante, troppe leggi ne impacciano l'azione e vanificano il desiderio di giustizia dei cittadini.

Come fare a garantire una sicurezza reale senza essere velleitari o peggio ancora inutilmente forcaioli? Come fare a dar voce al vero senso di giustizia degli italiani senza cadere in cacce alle streghe? Come fare, d'altra parte, a impedire sentenze troppo "disinvolte" da parte di una magistratura tutta politicizzata contro il Pdl? Hic Rhodus, hic salta!

Caro Berlusconi, mi consenta: Lei ha detto di aver firmato un contratto con gli italiani. Ma forse, più che di un contratto, sarebbe giusto parlare di una cambiale, e non da poco. A Lei ora l'obbligo di onorarla, e a stretto giro di emissione.

Giovanni Romano

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