Fateci caso. Da un po' di tempo a questa parte, man mano che si avvicinano le feste natalizie, non sentiamo più parlare di bontà, di amore e riconciliazione tra gli uomini, di una pace che solo un Altro ci può donare (e che è liberamente venuto a donarci), ma sempre più insistentemente di morte. L'abbiamo visto col suicidio di Welby giusto la vigilia di Natale, gettato in faccia a chi la vita invece la vuole difendere, custodire, valorizzare anche nei suoi momenti più dolorosi, accompagnandola fino alla fine. Così sarà probabilmente per Eluana Englaro. Forse anche quest'anno troveremo sotto l'albero un'altra morte strombazzata da tutti i media. Un'irrisione e uno schiaffo tirato a freddo contro la speranza cristiana. Come ha detto suo padre con ineguagliabile umorismo: "In Italia finalmente si vive in uno stato di diritto". Credevo volesse dire che finalmente in Italia si muore grazie al diritto, ma che volete farci, è una "conquista di civiltà". Quella stessa "civiltà" che censura il Natale quasi fosse sconveniente solo il ricordarlo. Quella stessa "civiltà" che continua i suoi esperimenti inutili e distruttivi sugli embrioni umani. Quella stessa "civiltà" che rende intrinsecamente violenti i rapporti umani perché rivendica gli omo-matrimoni nel momento stesso in cui rende il divorzio il più facile e accelerato possibile. Diceva Chesterton che un giorno sarebbe corso il sangue per affermare che l'erba è verde, il cielo è azzurro, e due più due fa quattro. Quel momento è arrivato, perché noi cristiani siamo chiamati a contrastare una mentalità impazzita, e riaffermare la positività della vita come ce l'ha data Nostro Signore.
Giovanni Romano
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