Ieri "Avvenire" recensiva il film svedese di Nils Ander Oplev "Uomini che odiano le donne" tratto dal best seller del defunto Stieg Larsson "Millennium". E' un film che tratta, in modo anche troppo crudo, uno dei problemi più gravi e al tempo stesso nascosti in quella società apparentemente tanto ordinata, tollerante e pacifica: gli stupri. La conclusione "politicamente corretta" dell'autore (e purtroppo anche del recensore) è che questo si deve imputare alla "mentalità patriarcale" che ancora non si è spenta, nonostante tutte le riforme.
Non credo di poter condividere questa tesi. Secondo me gli stupri avvengono precisamente perché la mentalità patriarcale è stata definitivamente sradicata, e con essa la figura del padre, dell'uomo responsabile. Aver dato tanto spazio all'omosessualità (con l'incapacità sia di accettare il padre sia di diventarlo a propria volta), aver considerato i maschi come anonimi "donatori" di sperma e nient'altro, o addirittura superflui per la riproduzione, ha avvelenato sentimenti ed energie che in altre epoche s'incanalavano in modo diverso e ben altrimenti costruttivo.
Giovanni Romano
Non credo di poter condividere questa tesi. Secondo me gli stupri avvengono precisamente perché la mentalità patriarcale è stata definitivamente sradicata, e con essa la figura del padre, dell'uomo responsabile. Aver dato tanto spazio all'omosessualità (con l'incapacità sia di accettare il padre sia di diventarlo a propria volta), aver considerato i maschi come anonimi "donatori" di sperma e nient'altro, o addirittura superflui per la riproduzione, ha avvelenato sentimenti ed energie che in altre epoche s'incanalavano in modo diverso e ben altrimenti costruttivo.
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