venerdì 20 novembre 2009

Quando a essere aggrediti sono gli etero...

Dal sito Catholicnewsagency traduco un articolo relativo alle minacce contro i sostenitori della "Question 1", un referendum con cui gli elettori del Maine hanno respinto a larga maggioranza la decisione dell'assemblea dello stato di legalizzare il "matrimonio" omosessuale. La reazione non si è fatta attendere, e ora c'è gente che vive nella paura. Senza contare che prima o poi verrà qualche giudice a ribaltare la volontà popolare e ad "aggiustare" il risultato...

I sostenitori della Proposizione 1 non dovrebbero vivere nella paura di ricevere minacce di morte, dice un ex leader omosessuale


Augusta, Maine, 14 novembre 2009 / 07:30 pm (CNA)I sostenitori della Proposizione 1 del Maine hanno denunciato di aver ricevuto minacce di morte da rabbiosi oppositori della misura, che ha messo il veto alla mozione della legislatura dello stato che permetteva il “matrimonio” tra persone dello stesso sesso. In risposta, un ex leader omosessuale dice che i sostenitori non “dovrebbero vivere nella paura” ma dovrebbero “mantenersi forti” e mostrare un amore che aiuti i loro avversari a cambiare.

Il 3 novembre, gli elettori del Maine approvarono la Proposizione 1 con un margine del 53 per cento contro il 47, causando disappunto e sconcerto tra i suoi avversari.

Lunedì 9 novembre il quartier generale dell’organizzazione Stand for Marriage ricevette un messaggio vocale minatorio da una donna che diceva: “Siete morti. Forse non oggi, forse non domani, ma presto… sarete morti”.

Secondo il Portland Press Herald, il portavoce di Stand For Marriage Scott Fish disse che a scoprire il messaggio è stato un collaboratore dell’organizzazione che stava chiudendo l’ufficio a Yarmouth.

Il sergente Daniel Gallant, della polizia di Yarmouth ha dichiarato che il messaggio non identificava nessuno per nome. Ha riferito che la polizia sta prendendo seriamente la minaccia e che cercherà di rintracciare la chiamata. La polizia interrogherà i membri di Stand for Marriage che possono essere stati minacciati durante la campagna.

Venerdì scorso, un anonimo ha minacciato l’ex direttore della Christian Civic League del Maine, sostenitrice della Proposizione 1.

“Sto chiamando a proposito di Mr. Mike Heath, il direttore della vostra Christian Civic League del Maine. Lui pensa che le persone gay dovrebbero vedersi revocati i diritti che già possiedono. Be’, io gli posso dire questo: io sono un gay che possiede pistole, e lui è il mio prossimo obiettivo”.

Heath non lavora più per l’organizzazione e non è stato coinvolto attivamente nella campagna per la Proposizione 1, riferisce il Portland Press Herald. E’ stato coinvolto nell’opposizione alle proposte di attribuire diritti per gli omosessuali nel 1998, 2000 e 2005.

La polizia di Augusta sta investigando sulle minacce. Heath è stato avvertito dalla polizia.

La Christian Civic League ha riferito di aver ricevuto altri commenti critici che dicevano che “avrebbero bruciato all’inferno” per non aver creduto “nell’uguaglianza per tutti”. Altri messaggi sostenevano anche che Gesù avrebbe odiato il gruppo e hanno attaccato l’organizzazione per aver promosso “odio, intolleranza e menzogne”.

Secondo il sito MyFoxMaine.com, il comitato per il NO alla Proposizione 1 ha dichiarato che continua a condannare “ogni discorso o azione che non tratti le persone con rispetto… anche i nostri sostenitori hanno dovuto affrontare intimidazioni simili di tanto in tanto”.

Il comitato ha dichiarato di condividere l’opinione di Mark Mutty, direttore dello Stand For Marriage del Maine, il quale ha detto che gli avversari devono trattarsi l’un l’altro come “vicini di casa e collaboratori sul posto di lavoro”.

La CNA ha parlato delle minacce con Michael Glatze, un ex leader del movimento omosessuale che ha smesso di identificarsi come gay.

“Questa roba mi disturba veramente”, ha detto a proposito delle minacce. “Ogni volta che dici qualcosa sull’omosessualità è certo che si solleverà un sacco di odio, e la gente diventa piuttosto agitata e furiosa. Sono le stesse persone che stanno cercando di fare approvare la legge sull’omofobia”.

“Tutto questo può essere davvero spaventoso per qualcuno che si trovi in un posto cercando di aiutare e che cerca di andare controcorrente rispetto a tutti i messaggi che sentiamo nella nostra società”.

“Mi dispiace che quella gente nel Maine debba affrontare tutto questo”, ha detto Glatze delle minacce di morte.

Glatze ha detto che la questione “è così intimidatoria” oggi perché alcuni “stanno cercando di fare quello che è giusto”, ma sempre più gente dice: “lasciamo perdere, non voglio seccature, mi rassegno perché preferisco questo [legalizzare il "matrimonio" omosessuale, N.d.T.] piuttosto che vivere nella paura”.

Ha dichiarato alla CNA di non essere un sostenitore del “matrimonio” omosessuale perché crede che il matrimonio sia “una unione di uomo e donna, un patto creato per sostenere la vita e la crescita dei bambini”.

“E’ un patto divino, non fatto dall’uomo, quindi io penso che tutto questo movimento per il matrimonio omosessuale sia decisamente arrogante perché sostiene che l’uomo possa rimodellare questo patto divino per adattarlo ai suoi desideri particolari, che sono desideri in contraddizione con la felicità umana e alla riuscita della vita”.

L’accusa che i sostenitori del matrimonio tradizionale siano motivati dall’odio, dice, è “orribile” e lo fa stare male.

Glatze ha descritto alla CNA le sue conversazioni con un ex collega e compagno di stanza che ora lo definisce detestabile a motivo delle sue attuali posizioni.

“L’ironia è che io sono perfettamente calmo, e tanto più calmo sono tanto più arrabbiato è lui, e con tanta più veemenza mi sta cercando di dire quanto io sia detestabile. Non c’è bisogno che io descriva quanto sia ironica questa situazione”.

“La situazione è molto difficile per le persone perché sono completamente avvolte in uno stile di vita nel quale hanno vissuto per lungo tempo. Inoltre sono potentemente spalleggiate dalla nostra cultura e sempre più rinforzate da messaggi di leaders carismatici, organizzazioni scientifiche, divi di Hollywood, quasi tutti eccetto i cristiani, sfortunatamente”.

Quando gli è stato chiesto di discutere il suo passato, Glatze ha detto che si identificò per la prima volta come omosessuale all’età di 19 anni e divenne un attivista per cercare di “fare la differenza” ed “eliminare l’omofobia”.

“A un certo punto mi trovai a far parte di un gruppo di esperti ad Harvard e mi venne chiesto di rispondere a un mucchio di domande. Ricordo di aver espresso un mucchio di punti di vista pro-omosessuali, e mi resi conto di non essere del tutto sicuro di identificarmi con essi”.

“Improvvisamente arrivai a capire che non ero d’accordo”, spiegò, descrivendo questa esperienza come “molto, molto angosciante” perché significava che doveva sradicare la maggior parte delle sue ferme convinzioni.

“Finii con l’allontanarmi da quei miei errori e arrivai a quello che era un modo di vivere di gran lunga più aperto e non giudicatorio, il che naturalmente è l’opposto di quello che piace pensare alla maggior parte degli attivisti gay e ad altre persone”.

Ha detto che mentre era nel suo stato mentale precedente, l’amore della sua famiglia lo ha davvero aiutato.

Quando era sulla strada di diventare un leader di primo piano nel movimento, e persino la rivista TIME gli aveva dedicato un profilo, la sua famiglia di cristiani aveva “un amore che era l’amore che si può avere solo attraverso Dio”, ha detto.

“Questo traspira davvero attraverso tutto, non importa quali opinioni abbia una persona”, ha detto alla CNA.

Se avesse detto che aveva appena pubblicato il primo numero della sua rivista pro-omosessuali, la sua famiglia “non si sarebbe limitata a giudicare e dire che non era d’accordo. Avrebbero detto, ‘beh, buon per te Michael, siamo tanto orgogliosi di te’”.

“C’era un amore che sorpassava proprio tutto. Loro erano ancora lì, erano ancora con me. E a un certo punto è stato il loro amore che mi ha messo in grado di cambiare le mie idee”.

Quelli che vengono minacciati nel Maine e negli altri stati, ha detto, “non dovrebbero mai fermare quell’amore, l’amore di Dio, e mai dubitare di lui”.

“Ma al tempo stesso stiano attenti. Penso che davvero dovremmo mantenerci forti e aiutarci l’un l’altro perché è una situazione grave”, ha detto Glatze alla CNA.

“Ho ricevuto anch’io simili email. Mi spaventano, mi rendono molto nervoso. Questa è la nostra realtà oggi”.

Copyright © CNA
http://www.catholicnewsagency.com

Unauthorized translation by
Giovanni Romano

1 commento:

massimo ha detto...

grottesco e paradossale.