giovedì 16 dicembre 2010

Ma una bancarella di pesce vale così tanto?


Ieri il TG1 ha trasmesso un servizio su un avvenimento apparentemente marginale ma che rivela una mentalità. A Chioggia i venditori al tradizionale mercato del pesce fresco sono in subbuglio perché un cinese avrebbe rilevato la bancarella di uno di loro.

La cosa ha destato molto scalpore e preoccupazione in un ambiente tradizionalmente chiuso e diffidente verso i forestieri, dove il mestiere si tramanda per generazioni e dove tutti si conoscono per soprannome. Razzismo? Forse, ma prima di pronunciare frettolose condanne varrebbe la pena di prendere in considerazione alcune domande "scomode".

Corre voce infatti che il cinese abbia pagato la bancarella ben quattro volte il suo valore. Non c'è mezzo di verificare questa notizia. Può darsi che sia stato necessario per superare la radicata diffidenza di cui sopra, ma questa ipotesi non quadra con la situazione di crisi economica -e dunque di bisogno- in cui versano molti dei pescivendoli della città. Chi è in ristrettezze vende anche per un pezzo di pane, non a quattro volte tanto. Come mai tanto interesse, tanta generosità?

La risposta, purtroppo, potrebbe essere trovata in alcune tattiche d'infiltrazione nel mercato che sono state applicate con successo dai cinesi ovunque sono andati, principalmente a Roma e a Milano, dove alcuni quartieri sono ormai diventati delle vere e proprie enclaves. All'inizio presso i commercianti si presentano delle persone molto gentili e offrono molto, ma veramente molto, per rilevare l'attività. Tutti soldi buoni e a pronta cassa, qualche volta anche troppo pronta perché queste persone gentili portano con sé valigette piene di denaro contante. Se il commerciante è disposto effettivamente a vendere, l'affare si conclude nel migliore dei modi e tutti sono contenti. Se invece si dimostra non interessato o troppo attaccato al suo negozio, dopo un po' di tempo cominciano a succedergli cose alquanto antipatiche, sul genere di incidenti, danneggiamenti, furti e compagnia bella. Allora, mangiata la foglia, quando si riprensentano le persone gentili il commerciante è molto più disponibile, anzi a volte ha addirittura fretta di vendere e andare via.

Ed ecco le tre domande scomode che pone la vicenda di Chioggia:

  1. Da dove ha preso tanti soldi il compratore?
  2. Perché è così interessato alla bancarella fino al punto di pagarla ben al di sopra del suo valore?
  3. Cosa succederà ai prezzi quando il mercato del pesce sarà interamente controllato dai cinesi?
Chiamatemi razzista se volete, ma non rinuncio a porre queste domande.

Giovanni Romano

P.S.: Quanto alla domanda n.1 c'è forse una risposta. Il compratore non è solo. Dietro di lui c'è il clan familiare dove ognuno mette una quota per rilevare l'attività, così che poi tutti i componenti troveranno un lavoro. Mentre per la nostra mentalità follemente irresponsabile la famiglia è ormai diventata un peso e un fastidio, per i cinesi -giustamente- è una grande risorsa. C'è da meravigliarsi che stiano prendendo il sopravvento?

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