La morte di Cristo sulla croce è "una leggenda" per il 13% degli statunitensi e il 17% dei canadesi, convinti altresì che Gesù fosse sposato e avesse figli. Sono i risultati di un sondaggio Ipsos- CanWest su un campione di 1.600 perso- ne,realizzato nella settimana pasquale. Secondo il vicepresidente della società di sondaggi, il dato -sorprendentemente alto in 2 Paesi tradizionalmente religiosi e conservatori- sarebbe legato al successo del "Codice da Vinci"."Ci mostra il potere di una storia, un romanzo, per modellare l'opinione pubblica".
Ci sarebbe più di una osservazione da fare. Prima di tutto l'esiguità estrema del campione rispetto a una popolazione che abbraccia i due terzi del continente nordamericano. In secondo luogo, e specialmente con l'esperienza di numerose elezioni politiche, è fin troppo facile far dire ai sondaggi quel che si vorrebbe sentire. In terzo luogo, definire "religioso e conservatore" il Canada, un paese ormai completamente scristianizzato, anzi nemico del cristianesimo, specialmente nella sua élite culturale e politica (lo so per esperienza diretta) è quantomeno fuorviante.
C'è un'altra osservazione da fare, altrettanto importante. Dire che Gesù fosse "sposato e con figli", secondo il codice culturale ormai dominante in USA e Canada, non significa affatto affermare che fosse un uomo responsabile, un padre di famiglia capace di dar vita a una aggregazione duratura, stabile, piena d'affetto. Significa al contrario due cose:
- Che fosse incapace di trattenere i desideri della carne, sottomesso all'istinto sessuale come tutti (il che, ovviamente, non solo schernisce la verginità, ma libera un sacco di gente -specialmente il 13% di cui sopra- dalla fatica di seguirlo sulla strada del dominio di sé);
- Che fosse divorziabile come tanti altri, che fosse disposto cioè a trattare gli altri -la donna in particolare- non come esseri che avessero ognuno un valore infinito -come nei Vangeli- ma per soddisfare un tornaconto esclusivamente suo.
In conclusione, questa "ricerca" offre un comodo alibi per non credere, per non impegnarsi, per dare anzi al lettore il sollievo di sentirsi colto, "iniziato", e di vedere Cristo ridimensionato alle sue misure più basse. Quanto è comodo poter guardare Cristo dall'alto in basso e dire: "Chi è questo scocciatore che pretende di dirmi come mi devo comportare? Chi si crede di essere?".
Libri come Il codice Da Vinci, con il contorno delle "ricerche" altrettanto pseudo-scientifiche che li accompagnano, non sono che una ennesima conferma della narcosi della coscienza occidentale.
Giovanni Romano