domenica 11 giugno 2006

Carte sporche e coscienze pulite

Nel mio paese, almeno fino a qualche tempo fa, chi era tornato dall'emigrazione in un altro paese diceva spesso: "Ah, ma in Svizzera ti arrestano, se solo butti una carta per terra!". Agli occhi della buona gente questo rigore, evidentemente, era una grande prova di civiltà.

Questo dimostra, se non altro, che chi aveva potuto vedere il mondo non trovava più “naturale” la sporcizia e l’abbandono anarcoide caratteristici di certi paesi del Sud (ho conosciuto un anziano signore che ha avuto seri problemi di riadattamento dopo una vita di lavoro passata a Torino). Ma purtroppo dimostrava anche un grosso abbaglio, del tutto al di fuori dell’intuizione della gente semplice. Ammettiamo pure che in Svizzera, o in qualunque altro posto “civile”, la severità arrivi fino all’arresto di chi getta una carta per terra (a Singapore lo fanno per davvero). Ma come mai gli stessi svizzeri o gli stessi cittadini di Singapore che arrestano lo straniero “sporco” e “trasandato” aprono le porte del Grand Hotel al mafioso che ricicla montagne di denaro, quello sì veramente sporco?

E’ facile esercitare una severità draconiana contro gli sprovveduti, probabilmente gente indifesa socialmente ed economicamente. Ma forse sarebbe meglio che certi paesi “civili” guardassero un po’ meno alle carte sporche, e facessero più attenzione alle coscienze pulite.

Giovanni Romano

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