sabato 24 maggio 2008

Il paradiso di Zapatero (e l’inferno dei cattolici)


Dal sito Catholicnewsagency traduco una notizia che arriva dalla Spagna dell'ineffabile Zapatero. Per ora l'abbiamo scampata bella, in futuro non si sa, specialmente se l'UE darà una mano ai laicisti di casa nostra:


Un arcivescovo difende il diritto di praticare la fede in risposta ai "dieci comandamenti" del secolarismo


MADRID, 22 maggio 2008 ore 03,53 – L'arcivescovo emerito di Pamplona Fernando Sebastian difende il diritto dei cattolici a vivere senza restrizioni la propria fede in risposta alla pubblicazione dei "dieci comandamenti" del secolarismo da parte di un giornale schierato nell'area del partito socialista.

L'arcivescovo ha riassunto i "comandamenti" elencati dal quotidiano Publico e li ha definiti "una barriera per escludere i cristiani dalla società".

  1. Insegnerai con uguaglianza verso tutti. Si capisce che l'uguaglianza imposta dal secolarismo non fa alcun riferimento a Dio o a ogni altra religione, nemmeno alla trascendenza dell'essere umano.
  2. Non predicherai fuori dal pulpito. Questo significa che l'espressione religiosa può essere tollerata soltanto dentro le chiese. L'insegnamento della religione a scuola dev'essere eliminato.
  3. Non imporrai i tuoi simboli allo stato. Gli atti ufficiali devono essere rigorosamente secolari. I funerali di stato e persino i matrimoni cattolici della famiglia reale non saranno permessi.
  4. Non mischierai quello che appartiene alla terra con quello che appartiene al cielo. Niente inni, niente bandiere, niente funzionari pubblici alle cerimonie religiose, niente simboli religiosi negli affari ufficiali dello stato.
  5. Non monopolizzerai le vacanze.
    Cercheranno di eliminare le feste religiose e renderle commemorazioni civili.
  6. Non invaderai le pubbliche istituzioni. Con l'eccezione dei cappellani ospedalieri, dei cappellani militari e dell'esistenza dell'Ordinariato militare.
  7. Noi controlleremo il vostro patrimonio.
    La Chiesa dovrà riconoscere che le cattedrali, i musei e i monasteri sono proprietà pubblica.
  8. Noi faciliteremo l'apostasia. Qui non c'è bisogno di spiegazioni.
  9. Tu non apparirai nei media di stato. I programmi religiosi dovranno essere eliminati dai media statali.
  10. Nemmeno un centesimo alla Chiesa. No n sarà accettabile neanche destinare una porzione del proprio reddito alla Chiesa rispetto al proprio reddito.

L'Arcivescovo ha dichiarato che secondo questi comandamenti "La Chiesa. I cattolici, la religione cristiana non meritano la stessa considerazione e assistenza che viene data agli sport, ai film o ai concorsi di bellezza. L'unica cosa che gli resta è multarci per essere cattolici", ha aggiunto.

L'Arcivescovo ha anche difeso il diritto dei cittadini a esprimere pubblicamente [la loro fede], dicendo: "I cittadini hanno perfettamente diritto di vivere e agire in modo religioso in tutte le aree della vita personale, familiare e sociale, secondo la nostra coscienza e in accordo coi nostri desideri. Non c'è autorità umana che possa metterlo fuori legge".

L'Arcivescovo Sebastian ha avvertito che i secolaristi sono mossi da un concetto totalitario dello stato. Secondo questa mentalità, lo stato è una sorta di Essere Supremo che è al di sopra di noi e ci dice come vivere. Ma questa non è la realtà", ha detto. "E' lo stato che deve conformarsi alla società di cui è al servizio, non viceversa. L'essenza della democrazia è questa. L'opposto è dittatura e totalitarismo".

"Nel caso della religione, l'unica cosa che lo stato deve fare, e non è molto, è proteggere la libertà dei cittadini così che ognuno possa esercitare ed esprimere liberamente la propria religione, secondo la propria coscienza, senza molestare o attaccare i diritti legittimi di alcuno. Il giusto secolarismo, dunque, così come la lotta contro il settarismo, consiste nel fatto che lo stato protegge la libertà religiosa dei cittadini di praticare la religione in cui credono, senza immischiarsi nelle questioni religiose che sono oltre la sua competenza", ha aggiunto.

"Se noi cattolici spagnoli vogliamo rimanere liberi e responsabili, dovremo cominciare ad affrontare seriamente queste questioni. Non è materia solo per i vescovi, ma qualcosa che riguarda direttamente tutta la società e tutti i cittadini. Quello che è a rischio non sono i privilegi dei preti, ma la libertà dei cittadini spagnoli di vivere liberamente secondo la propria coscienza".

Tradotto da Giovanni Romano


Fonte:
Catholicnewsagency

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