Nel libro "Il Signore degli Anelli" la parola "vecchio" s'incontra molto spesso, ma -in piena controtendenza con gli scrittori suoi contemporanei- Tolkien non le attribuisce praticamente mai un significato negativo, non l'associa mai alle idee di usura, di decadimento o di semplice passatismo ottuso. Al contrario, in Tolkien "vecchio" Significa "solido", "quel che ha resistito al tempo, quel che il tempo non è riuscito a distruggere". E' l'espressione di una vittoria, non di una sconfitta. Di continuità, non di immobilismo.
Un altro elemento su cui riflettere è che la Terra di Mezzo ha strade, ma sono tutte deserte. Non sono certo i "crocevia di popoli" tanto sperticatamente esaltati dai patiti del "dialogo" e della "contaminazione". Quando le percorrono gruppi numerosi, come ad esempio i Nani in fuga dall'Ombra, si tratta sempre di presagi d'inquietudine e di pericolo. I viaggiatori possono anche essere figuri molto sinistri, come i Cavalieri Neri. Ma in genere le strade, compresa la mitica Via, sono deserte, solitarie, silenziose. E non soltanto per l'avanzare dell'Ombra. Il mondo di Tolkien è una "static, incurious civilization", per dirla con Orwell. Le sue razze diverse sono pensate per stare dove stanno, il mondo degli Hobbit è una dolce, nostalgica comunità che ogni intervento esterno può soltanto turbare o distruggere. Non è solo per la minaccia dell'Ombra che le vie di Tolkien sono deserte. Sono vie interiori, per cui passa non il commercio ma l'avventura, la crescita sofferta dei personaggi.
Giovanni Romano
Un altro elemento su cui riflettere è che la Terra di Mezzo ha strade, ma sono tutte deserte. Non sono certo i "crocevia di popoli" tanto sperticatamente esaltati dai patiti del "dialogo" e della "contaminazione". Quando le percorrono gruppi numerosi, come ad esempio i Nani in fuga dall'Ombra, si tratta sempre di presagi d'inquietudine e di pericolo. I viaggiatori possono anche essere figuri molto sinistri, come i Cavalieri Neri. Ma in genere le strade, compresa la mitica Via, sono deserte, solitarie, silenziose. E non soltanto per l'avanzare dell'Ombra. Il mondo di Tolkien è una "static, incurious civilization", per dirla con Orwell. Le sue razze diverse sono pensate per stare dove stanno, il mondo degli Hobbit è una dolce, nostalgica comunità che ogni intervento esterno può soltanto turbare o distruggere. Non è solo per la minaccia dell'Ombra che le vie di Tolkien sono deserte. Sono vie interiori, per cui passa non il commercio ma l'avventura, la crescita sofferta dei personaggi.
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