Lo ammetto, gli anni scorsi avevo preso Halloween molto più sul ridere, ma mi sto ricredendo mano a mano che ho visto quanto stia dilagando una mentalità impregnata di morte. Non credo però che il rimedio sia scagliarsi a testa bassa contro questa "festa" (chiamiamola così: che cosa ci sia da festeggiare negli scheletri, nelle tombe e nei fantasmi proprio non lo so).
Personalmente ho trovato un piccolo rimedio, o meglio mi è capitato di trovarlo senza pensarci. Avevo notato che da molti anni ormai non ci si fanno più gli auguri di Buon Onomastico per la Festa di Ognissanti. E allora ieri, prima che la scuola chiudesse per un paio di giorni, ho augurato Buon Onomastico a tutti i colleghi che ho incontrato e alle classi dove sono stato presente.
Ho visto negli occhi di tutti un breve lampo di meraviglia, ma nessuno, dico nessuno, si è mostrato scontento o si è offeso. I più anzi mi hanno ricambiato di cuore l'augurio, quasi con gratitudine perché qualcuno si è ricordato di loro e gli ha fatto capire che erano importanti, e che la loro presenza era una cosa buona.
A quale punto di deserto spirituale siamo arrivati, ho riflettuto, se nessuno ormai si aspetta più niente? O meglio, siamo noi cristiani ad aver dimenticato che il cristianesimo è innanzitutto positività, non moralismo. Un augurio vale più di mille prediche, perché ci sono molti più cuori addormentati che cuori cattivi. E c'è bisogno di risvegliarli.
Giovanni Romano