sabato 12 febbraio 2011

Ciechi davanti al rischio islamico

Traduco questo articolo dal sito Catholicnewsagency . Ma credo che questo sarà l'ennesimo avvertimento che passerà inascoltato, come passò inascoltato l'avvertimento dell'arcivescovo di Smirne al quale un alto esponente islamico dichiarò tranquillamente: "Con le vostre leggi democratiche vi invaderemo, con le nostre leggi islamiche vi domineremo". Certo non lo ha ascoltato il Cardinale Tettamanzi, che anziché preoccuparsi degli islamici che violarono il sagrato del Duomo di Milano per pregare in aperto spregio ai cordoni della polizia, si preoccupa con la massima sollecitudine di far costruire moschee e minareti...
L'Occidente non riesce a capire il rischio di "islamizzazione",
avverte un arcivescovo iracheno
KIRKUK, Iraq, 11 febbraio 2011 / 01:35 pm - Il mondo occidentale secolarizzato è incapace di comprendere pienamente la minaccia di un "risveglio dell'islam" nel Medio Oriente, secondo un vescovo iracheno assediato dai movimenti radicali nella sua stessa arcidiocesi.
In un'intervista con l'agenzia dei vescovi italiani SIR, l'arcivescovo Luis Sako di Kirkuk, Iraq, ha definito il Medio Oriente "un vulcano spaventoso" a causa delle possibili conseguenze di agitazioni diffuse.
"Ci sono forze e movimenti islamici che vogliono cambiare il Medio Oriente, creando stati islamici, i califfati, dove domini la Sha'ria", ha avvertito.
I gruppi radicali presenti in Iraq come Al Quaeda e Ansar al Islam stanno facendo appello ai cittadini di altre nazioni del Medio Oriente per inoculare un'influenza islamica in proteste altrimenti non religiosamente motivate come in Tunisia e in Egitto.
Per l'arcivescovo Sako questi appelli hanno "la chiara intenzione di alimentare... un totale cambiamento religioso" nell'area.
"Sono voci che potrebbero trovare terreno fertile in Egitto e altrove e quindi non dovrebbero essere sottovalutate. anche perché ci sono potenze regionali i cui leaders hanno definito queste rivolte come un 'risveglio dell'islam'", ha dichiarato.
In pratica, lo scopo di questi fondamentalisti è "creare un vuoto per poterlo riempire di temi religiosi, convinti che l'islam sia la soluzione per ogni problema".
In Egitto, i manifestanti insistono che le proteste diffuse non hanno motivazioni religiose o etniche, ma nascono piuttosto da un malcontento generale contro situazioni sociali e politiche di estrema povertà.
Alcuni temono, però, che le associazioni islamiche organizzate come i Fratelli Musulmani siano in ottima posizione per trarre vantaggi0 dalla confusione a proprio beneficio politico.
Perché le agitazioni potrebbero venire manipolate da opportunisti fondamentalisti, l'arcivescovo Sako ha definito il Medio Oriente "un vulcano spaventoso".
Se l'Egitto dovesse diventare uno stato islamico, ha detto, sarebbe "un problema per tutti" e avrebbe "innegabili contraccolpi negativi per le minoranze cristiane".
Secondo l'arcivescovo, l'Europa e il Nord America sono ciechi di fronte alla possibilità di una tale "islamizzazione" del Medio Oriente.
"La mentalità occidentale non permette di comprendere pienamente quel rischio", ha detto.
Ha spiegato che la politica e la religione sono interconnesse nel Medio Oriente, mentre vi è "un vuoto tremendo" tra le due nelle nazioni occidentali.
Il risultato sono due estremismi, ha detto. La mentalità mediorientale è dominata dall'islam, mentre in Occidente domina un secolarismo che nega le radici cristiane e relega i valori cristiani alla sfera privata.
Sebbene la "violenza materiale" non appaia in Occidente, la privatizzazione generale del cristianesimo è "contro la democrazia", ha detto. "In Oriente, al contrario, vale l'opposto: la religione pervade ogni cosa".
Ha definito "sconosciuto e inquietante" il futuro del Medio Oriente, e ha detto che la comunità internazionale è "incapace di muoversi" per fare fronte ai recenti sviluppi degli avvenimenti.
I cristiani iracheni -tormentati dalla violenza e dalla mancanza di sicurezza- guardano alla crisi egiziana con "tristezza", ha detto all'agenzia SIR. Hanno paura che la nazione nordafricana potrebbe cadere in preda alle stesse divisioni etniche e religiose.
L'arcidiocesi dell'arcivescovo Sako è stata duramente colpita dalla violenza degli estremisti. Nove cristiani sono morti e altri 104 sono rimasti feriti a Kirkuk.
La paura che hanno i sopravvissuti per la situazione egiziana, ha detto il prelato, è che diventi "un nuovo Iraq".
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Unathorized translation by
Giovanni Romano

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