martedì 8 marzo 2011

Aprés Berlusconi, le déluge?

Tre giorni fa, Assuntina Morresi sul blog Stranocristiano (“Biotestamento”) cercava di fare il punto sulla situazione molto confusa della legge sul biotestamento. L'articolo individuava tre schieramenti: in primo luogo le forze di opposizione, con il Pd spaccato tra la componente laica (sempre più laicista) e quella cattolica (sempre meno rilevante). Quanto all'UDC, paralizzata dal disegno velleitario del “grande centro” con Fli, si può dire solo che sta alla finestra, limitandosi a fare la parte dell'”anima bella”.


Il secondo schieramento riguarda il mondo cattolico, e la diagnosi non è confortante: “Una parte del mondo cattolico ha le idee confuse, e pur essendo di orientamento pro-life, sostiene che la legge non servirebbe, perché basta la costituzione, il codice deontologico dei medici, etc. Forse si dovrebbero chiedere come mai sono d’accordo con Ignazio Marino, Veronesi e con i radicali, che questa legge non la vogliono più”.


L'unico schieramento ad avere le idee chiare, a quanto pare, sarebbe il terzo: “La maggioranza adesso al governo sta invece cercando di portare a casa la legge: se non ci riescono adesso, questa legge non si farà mai più, qualsiasi sia il prossimo governo, proprio perché sarà pressoché impossibile che ci sia uno schieramento sufficientemente compatto da approvare una legge che divide così tanto. La prossima maggioranza, molto probabilmente, sarà più frammentata di questa, e con più persone laiche, o comunque indifferenti ai valori non negoziabili”.


Devo confessare che queste ultime parole mi hanno particolarmente preoccupato. Cosa significa infatti dire: “La prossima maggioranza, molto probabilmente, sarà più frammentata di questa, e con più persone laiche, o comunque indifferenti ai valori non negoziabili” se non ammettere implicitamente una debolezza culturale, una deriva tanto inesorabile quanto inarrestabile, il definitivo venir meno di quella che prima era un'evidenza al di sopra di ogni discussione, la convinzione che la vita umana sia un bene da difendere e di cui avere cura fino all'ultimo?


Dopo Berlusconi il diluvio, dunque? E' lui l'unica e ultima diga contro la marea montante del relativismo e del nichilismo? La rete tessuta con tanta pazienza dal Card. Ruini si è già sfilacciata? La prevalenza della cultura della morte è solo questione di tempo?


Anche se l'orizzonte sembra molto buio, non sarei così pessimista. Victor Hugo diceva che niente può fermare un'idea il cui momento è venuto. Niente se non un fatto imprevisto. Nessuno in America aveva previsto i Tea Party. Nessuno aveva calcolato la forza e il radicamento dell'opposizione popolare a molte “riforme” volute da Obama. Così come nessuno aveva previsto le rivolte nel Maghreb, indipendentemente dalle conseguenze che potranno avere. Questo non significa un tranquillo attendismo o peggio ancora un'attesa miracolistica. Significa anzi lavorare il più possibile, ognuno nel proprio ambito, per preservare e diffondere le evidenze fondamentali sulla vita, sulla famiglia, sulla libertà di educazione. Non sappiamo se questo avrà successo, ma se i cattolici non faranno la loro parte, certamente la profezia di Hugo è destinata ad avverarsi.


Giovanni Romano

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