domenica 24 luglio 2011

Il fondamentalista politicamente corretto

La doppia strage norvegese stata percepita dai media e dall'opinione pubblica in modo esattamente contrario a quella di Madrid. A Madrid si pensò sulle prime a un attentato dell'ETA e solo in seguito venne allo scoperto la matrice islamica (1). A Oslo si è pensato subito a un attentato jihadista, per poi scoprire, con orrore anche maggiore, che la matrice è domestica, nata all'interno di una destra estrema e delirante che agisce con modalità simili a quelle che si erano viste negli USA con l'attentato di Timothy McVeigh agli uffici dell'FBI di Oklahoma City. Errore comprensibile, perché Al Quaeda ci ha abituati (se è umanamente possibile abituarsi) ad attentati particolarmente clamorosi, efferati, con decine o centinaia di vittime, e il suo modus operandi evidentemente ha fatto scuola. Sul Web, inoltre, non sono mancate insensate rivendicazioni da parte di musulmani esaltati almeno quanto Beirik.

Orrore e sgomento a parte, quello che mi ha dato fastidio nella vicenda è stato sentir ripetere fino alla nausea l'aggettivo “cristiano” associato al nome dell'attentatore. Mai è stato associato con altrettanta nettezza l'aggettivo “islamico” agli attentatori dei vari gruppi jihadisti. Si parla in modo anodino di “terrorismo internazionale”, o di “presunti attentatori islamici”, di “terrorismo di matrice jihadista”, e naturalmente ci si affannava a spiegare che l'islam in realtà “è-una-religione-di-pace” e banalità del genere. Nemmeno gli ecologisti in quanto tali sono mai stati associati all'omicidio di Pym Fortuyn.

Intendiamoci: qui non intendo incolpare né islamici né ecologisti per un crimine cui sono del tutto estranei. Intendo invece mettere sotto accusa i media per l'atteggiamento usato contro i cristiani. Sembrava proprio che laici e laicisti stessero aspettando questo momento da molto tempo. Eccoli, i cristiani che tramano nell'ombra! Eccoli, i lupi travestiti da agnelli! Eccoli, gli oscurantisti pronti a colpire! Poco importa che la Norvegia sia uno dei paesi più secolarizzati al mondo. Poco importa se il cristianesimo protestante lascia libero chiunque di piegare le Scritture a proprio uso e consum (lo chiamano “libero esame”, se ben ricordo). Poco importa che Beirik sul suo sito si dichiarasse interessato all'esoterismo e alla massoneria, roba che col cristianesimo non ha nulla a che vedere. Il colpevole, e che colpevole!, si è servito da solo su un piatto d'argento. Ignorante, violento, marginale, appassionato di armi da fuoco, islamofobo dichiarato (anche se tra le sue vittime non risulta che ci siano dei musulmani, almeno che io sappia). Cosa potrebbe desiderare di più il “politically correct”? Un colpevole “naturaliter” di destra, uscito pari pari dalle pagine del Mein Kampf!

Cosa accadrà, adesso? A parte le domande inquietanti sulla solitudine e la violenza che covano all'interno di società come quelle scandinave dove ci si è illusi di eliminare ogni imprevisto, temo che nel lungo periodo. saranno i cristiani a dover sopportare le conseguenze peggiori. Già un cristiano certo della propria fede viene correntemente accusato di “comportarsi come se avesse la verità in tasca”; da ora in poi sarà possibile anche ricattarlo come potenziale assassino. Possibile che a nessuno, men che mai al primo ministro norvegese, sia venuto in mente che chi ha agito in questo modo lo ha fatto contro tutti gli insegnamenti del cristianesimo? A tal punto si è diventati ignoranti – volutamente ignoranti – sui contenuti della fede cristiana? Siamo così superficiali che ci accontentiamo di etichette? Ci hanno abituati a ragionare così un paio di secoli d'ideologie e di “lumi”. E per i laici sarà molto più facile, da ora in poi, spingere sui temi etici ed emarginare ancor più i cristiani (quelli che con Beirik non c'entrano nulla) in nome della “tolleranza”.

Di fronte a un'atmosfera che si farà sicuramente più pesante, cosa dovremo fare noi cristiani? Nient'altro che essere noi stessi, senza farci né ricattare né intimidire. Prima di tutto, pregare, nella consapevolezza che l'ultima parola nella storia non appartiene all'uomo. Mai rinunciare alla gioia e alla bellezza che l'incontro col cristianesimo porta nella vita. Mai esitare ad alzare la voce quando saranno calpestati i diritti della vita e della persona. In modo pacato ma fermo, lasciando ai loro avversari il pregiudizio e la malafede. E mai dimenticarsi di pregare per loro, perché una ferita all'umano così grande come la strage di Oslo si può affrontare solo con la misericordia.

Giovanni Romano

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(1) Non senza che questo provocasse il crollo dei consensi al governo Aznar, la rivolta dell'opinione pubblica spagnola e l'imprevista vittoria di Zapatero. A questo proposito, il quotidiano El Mundo pubblicò un dossier molto informato in cui sosteneva che Aznar fu deliberatamente ingannato dai servizi segreti, in cui era forte la presenza dei socialisti.

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