venerdì 30 dicembre 2011

Nigeria: legittima difesa, ma mai vendette!

Una violenta polemica in corso sul mio precedente articolo a proposito di Seattle e della Nigeria ha avuto almeno un merito: richiamare all'attenzione l'attacco a una scuola coranica nel sud della Nigeria (dove i cristiani sono la maggioranza, a differenza che al Nord) che ha lasciato almeno sei bambini feriti (vedi qui la notizia dalla ADNKRONOS). La strage è stata evitata per puro miracolo. L'attentato è chiaramente una ritorsione contro le stragi di cristiani avvenute alla vigilia di Natale nella parte centro-settentrionale del paese.

Non ritiro e non cambio nemmeno una virgola di ciò che ho scritto, ma effettivamente questa notizia andava segnalata e approfondita. Nei conflitti etnici e religiosi non sono mai gli aggressori che pagano, l'odio si sfoga sui bersagli più indifesi e a portata di mano. I cristiani in un contesto fortemente ostile -come anche i musulmani- di fronte ad aggressori decisi a ucciderli hanno il diritto e il dovere di difendersi anche a mano armata (specialmente in assenza di qualsiasi intervento da parte del governo centrale), ma se la legittima difesa è ammissibile, la vendetta non lo è in nessun caso. La legittima difesa colpisce e scoraggia l'aggressore, la vendetta giustifica nuove aggressioni e nuove stragi.

Giovanni Romano

P.S.: E' di questi minuti la notizia di un attentato a una moschea di Kano, nel nordest della Nigeria. Si parla di quattro morti. Un gesto folle che scatenerà nuove violenze.

Non è successo nei paesi della sha'ria. E' successo in Scozia

Il Daily Mail riporta questa notizia che se fosse vera sarebbe purtroppo tutt'altro che incredibile, anzi rischia di diventare sempre più normale in un paese come il Regno Unito dove la cristofobia è ormai di casa:

 
Un preside e sua moglie sono stati licenziati da un college il cui scopo dichiarato è quello di promuovere il multiculturalismo perché sono cristiani di razza bianca, secondo quando sostengono.

Il professor Malury Nye, 47 anni, dice di essere stato rimosso dall'Al-Maktoum College di Higher Education di Dundee, in Scozia, perché la sua razza e la sua religione sono state considerate dai suoi superiori come una minaccia ai loro fondamentali valori musulmani.

Ha detto che gli scopi dichiarati dal college – il perseguire valori multiculturali – erano un'impostura e che è stato rimosso così da poter essere sostituito da un musulmano.

Sua moglie Isabel Campbell-Nye, 42 anni, aggiunge di essere stata costretta ad abbandonare la sua posizione di direttrice del centro linguistico inglese perché attraeva troppi studenti che non erano né musulmani né arabi.

Il college indipendente, il cui finanziatore è lo sceicco Hamdan Bin Rashid Al-Maktoum, viceré del Dubai, si pubblicizza come un'istituzione votata alla ricerca “che promuove una maggiore comprensione delle diverse religioni e culture in un contesto multiculturale, a beneficio della comunità nel suo complesso”.

La coppia porterà il college davanti a un tribunale del lavoro con l'accusa di discriminazione razziale e religiosa nonché di licenziamento senza giusta causa.

La signora Campbell-Nye presenta anche l'accusa di discriminazione sessuale, a quanto pare perché è sposata con il professor Nye.

La coppia, originaria di Perth, è stata buttata fuori dal college nel giugno scorso e non le è stato permesso di ritornare da allora.

I due sostengono di non avere ricevuto alcuna spiegazione per la loro sospensione, e sono stati licenziati a novembre nonostante la totale mancanza di accuse a loro carico.

La coppia ha anche citato in giudizio il cancelliere del college, Lord Elder – un pari laburista e intimo amico dell'ex primo ministro Gordon Brown – per la sua gestione di quello che essi descrivono come “una farsa di procedimento disciplinare”.

Il professor Nye e sua moglie hanno cominciato a lavorare al college rispettivamente otto e quattro anni fa, decidendo di sposarsi al campus l'anno scorso.

Tuttavia, essi ritengono che i loro tentativi di indirizzare il college in senso più cosmopolita hanno destato le ire dei loro superiori. Il professor Nye ha detto che la sua sospensione è arrivata pochi giorni dopo aver cambiato il nome del college, che in precedenza era “Al-Maktoum Institute for Arabic and Islamic studies”.

La coppia sostene che Abubaker Abubaker, il direttore operativo, e Mirza al-Sayegh, presidente del consiglio di amministrazione e segretario privato dello sceicco, hanno deciso di buttarli fuori perché britannici, bianchi e cristiani.

Il professor Nye ha dichiarato al Telegraph: “Mi è chiaro che c'è una collusione tra questi due individui per fare in modo che io dovessi essere rimosso dalla mia posizione, dal momento che non sono un arabo né un musulmano e che la persona che ha il ruolo di preside debba essere araba e/o musulmana”.

“Avevo pensato che il multiculturalismo e il rispetto delle diversità culturali e religiose fossero i valori basilari del college. Tuttavia credo che un tale multiculturalismo inclusivo non vada più bene per il tipo particolare di visione multiculturale di certi managers e del presidente, ossia l'accettazione delle diverse culture, fintantoché la maggioranza degli studenti sono musulmani e/o arabi e il loro ethos è distintamente islamico. La mia faccia e la mia mancanza di fede islamica evidentemente non vanno più bene”.

Mrs Campbell-Nye dice che Mr Abubaker voleva anche la sua rimozione perché aveva attratto al suo corso d'inglese troppi studenti europei e asiatici, che non erano musulmani.

Ha detto: “Alcuni vengono da un retroterra arabo o musulmano. Tuttavia un numero significativo proviene da altre parti del mondo e da altre culture. Credo che Mr Abubaker si sentisse a disagio perché noi reclutavamo studenti da queste provenienze dal momento che non si adattavano alla sua particolare visione multiculturale della lingua inglese. Le uniche volte che Mr Abubaker m'incoraggiava ad accogliere studenti per il mio corso di lingue inglese erano quando si trattava di arabi o musulmani. Credo che la discriminazione di Mr Abubaker nei miei confronti perché non sono araba, non sono musulmana e sono anche una donna – e perché ho portato al college un buon numero di studenti non musulmani e non arabi al college – sia una ragione significativa per la mia sospensione”.

Nonostante una lista d'attesa per frequentare le sue lezioni di lingua inglese, il college ha chiuso il dipartimento il mese scorso, lasciando in esubero i suoi due tutors rimasti.

Il college, che opera come associazione benefica in partnership con l'Università di Aberdeen, pubblicizza nelle sue brochures che “il multiculturalismo è al centro della nostra mentalità e della nostra struttura. Il nostro ethos multiculturale è tradotto e messo in pratica visibilmente nelle nostre attività quotidiane. Il nostro staff e i nostri studenti provengono da diversi retroterra nazionali, culturali e religiosi, inclusi i musulmani e i non musulmani”, afferma.

Un portavoce del college ha dichiarato: “Possiamo confermare di aver ricevuto una citazione dal tribunale del lavoro e che un procedimento è stato intentato contro di noi a nome del professor Malory e di sua moglie, Isabel Campbell-Nye. Il college, un'istituzione benefica indipendente e senza scopo di lucro, colloca la diversità, il pluralismo religioso e il multiculturalismo fermamente alla base dei suoi programmi di educazione superiore – e delle sue attività quotidiane”, ha detto il portavoce.

“Il college Al-Maktoum difenderà vigorosamente la sua reputazione di centro di eccellenza nel settore dell'educazione superiore, e il buon nome che si è guadagnato negli anni scorsi qui a Dundee, a livello nazionale e a livello internazionale. Il professor Nye è stato licenziato dal suo posto di preside del college dopo un periodo di sospensione a stipendio pieno e un'inchiesta condotta dal cancelliere del college. Sono stati messi in atto provvedimenti per assicurare il funzionamento continuativo e senza problemi del college. Ci stiamo consultando coi nostri avvocati e, di conseguenza, non siamo in grado di commentare oltre sulla questione in questo momento”..

(c) Daily Mail
Unathorized  translation by
Giovanni Romano

Il bastone, la carota e la menzogna fiscale

Ieri sera mi è capitato di sentire per l'ennesima volta al TG la balla che ci viene propinata sulle tasse, una sorta di carota per farci dimenticare la brutalità del bastone fiscale adoperato dal comitato d'affari delle ban... pardon, Governo Monti.

La menzogna è questa: "Se-tutti-pagassimo-le-tasse-ognuno-pagherebbe-di-meno". Invece non è vero. Negli anni scorsi abbiamo sempre sentito ripetere il ritornello: "Boom delle entrate fiscali", "Entrate fiscali in aumento del ....%". Vi risulta che i tributi siano stati diminuiti di un solo centesimo? Lo stato moderno, per la sua stessa natura, è onnivoro, divoratore del risparmio privato, una macchina funzionale solo a se stessa. Più gli diamo, più vorrebbe.

Sia chiaro: con questo non intendo giustificare in nessun modo l'evasione fiscale, ma semplicemente ricordare che anche lo stato ha le sue responsabilità verso i cittadini che non sono semplicemente dei polli da spennare. Le tasse diminuirebbero davvero se anche lo stato facesse la sua parte nel tagliare le spese. Il punto è quali spese dovrebbero essere tagliate. I contributi allo spettacolo e all'editoria? Gli assegni di accompagnamento e le pensioni d'invalidità? Le indennità dei politici (argomento tanto sfruttato quanto ultimamente demagogico, negli USA la gente protesta giustamente contro le banche, non contro Capitol Hill)? Metteteci quello che volete, e per ognuna di queste voci sentirete levarsi alte grida di protesta.

Ma questo è il punto, ci piaccia o no. Lo stato deve ora operare delle scelte, non può permettersi di tassare illimitatamente i cittadini, pena l'aggravamento di una recessione che non sono stati i cittadini a causare.

Giovanni Romano

martedì 27 dicembre 2011

Da Seattle alla Nigeria, storie di ordinaria cristofobia


Due notizie apparentemente lontanissime tra loro, non solo in senso geografico. La cronaca locale del Seattle Times riporta un episodio significativo datato 24 dicembre: a Wenatchee, nello stato di Washington, un uomo che da cinque anni esponeva un presepe nel giardino di casa sua se l'è visto vandalizzare per tre notti di fila da giovinastri incappucciati. Nonostante avesse installato una webcam di sorveglianza dopo il primo attacco, il proprietario si è detto così sconfortato che dall'anno prossimo rinuncerà probabilmente a installare il presepe. È giusto dire che sul sito del quotidiano gli sono arrivati numerosi messaggi di solidarietà (vedi qui l'articolo).

La seconda notizia viene dalla Nigeria ed è tristemente di pubblico dominio: gli attentati simultanei alle chiese cattoliche (dico cattoliche, non genericamente “cristiane”) sempre durante la vigilia di Natale. È chiaro che non si possono paragonare le bravate teppistiche di Wenatchee con il terrorismo anticristiano della setta Boko Haram, ma vale la pena riflettere un attimo. Gli attacchi vandalici al presepe sono avvenuti in un ambiente a elevata secolarizzazione. Lo stato di Washington è uno dei più liberal degli USA, dove si parla seriamente di legalizzare la marijuana e le “nozze” gay, dove si festeggia molto Halloween ma il Natale dà fastidio, se ne parla quasi con imbarazzo. All'opposto, le stragi in Nigeria sono avvenute in un contesto di acceso fondamentalismo religioso, ed è purtroppo inutile che gli stessi esponenti della gerarchia cattolica cerchino di minimizzare gli scontri negando che si tratti di una guerra di religione. No, questa è veramente una guerra di religione, e le vittime sono state uccise in odium fidei. Gli esiti sono ovviamente diversi ma l'atmosfera di odio, di scherno e di avversione è la medesima. Continuare a mentire a se stessi è peggio ancora che ammettere la realtà, per quanto dura possa essere.

I cristiani non sono odiati perché si comportano male, come qualche vescovo s'illudeva di spiegare. Sono odiati semplicemente perché esistono. Un presepe, con la sua semplicità e la sua mitezza, è un muto rimprovero ai bulli e agli scioperati che non badano a nulla fuorché ai propri istinti. Per i fanatici islamici i cristiani sono un insopportabile segno di contraddizione con la loro libertà, la loro umanità, il loro rispetto per la donna, la loro curiosità verso il mondo e la capacità di cambiarlo. O col vandalismo o con le bombe, si vuole togliere di mezzo l'unica vera novità che il mondo abbia mai conosciuto.

Giovanni Romano

lunedì 26 dicembre 2011

Un racconto di Natale a scacchi...


Il libro completo degli scacchi di Chicco e Porreca è una vera miniera di informazioni, dalle regole elementari alle aperture, dal mediogioco al finale, per non parlare della vastissima sezione dedicata agli studi e ai problemi.

Proprio in questa sezione, a pagina 485, è contenuto uno spettacoloso problema, ma per spiegarlo devo riassumere il “Racconto di Natale” che lo accompagna:

“Era la notte di Natale del 189... e un uomo avvolto in un grande mantello nero passeggiava nervosamente su e giù nella sala del circolo scacchistico “Icse” in Valdizeta. Di tanto in tanto guardava dalla finestra, spalancata nonostante il vento gelido. A un tratto riconobbe Babbo Natale che passava e lo sfidò a una breve partita a scacchi, una semilampo con 15 minuti a testa. Babbo Natale accettò e la sua posta furono i regali che doveva consegnare ai bambini. Fu sorteggiato il colore e a Babbo Natale toccò il nero.

I due giocarono rapidamente fino a quando si arrivò alla seguente posizione:



A questo punto l'uomo dal mantello annunciò il matto in sette mosse, ma nel momento in cui posava l'ultimo pezzo lanciò un urlo terribile e scomparve in una grande fiammata, lasciando una gran puzza di zolfo. Era naturalmente il Diavolo, che aveva cercato di derubare Babbo Natale che tanto imprudentemente si era giocato i suoi doni".

Cos'era successo, e perché Satana non aveva potuto portare a termine il suo piano?

Lo saprete se riuscirete a risolvere questo problema. Ricordatevi, è matto in sette mosse! Di nuovo auguri di Buon Natale... e di buona soluzione!

Giovanni Romano

mercoledì 21 dicembre 2011

Buon Natale


Sono passati quasi due mesi dal mio ultimo post. Avrei avuto molto da scrivere ma ho avuto anche molto da fare, e poi non ho passato un periodo facile.

Non amo le mailing lists, e dopo alcuni episodi spiacevoli ho deciso di non intervenirci mai più, ma attraverso questo messaggio vorrei salutare innanzitutto gli amici di Samizdatonline e augurare loro Buon Natale e Felice Anno nuovo, ringraziandoli per gli sforzi, la passione e l'intelligenza con cui portano online la presenza di Cristo.

Estendo poi questi miei auguri a tutti i miei lettori del blog. Ho smesso da molto tempo di formulare buoni propositi per l'anno nuovo, ma forse sbaglio. Un buon proposito è sempre un invito a ripartire, a non dare la vita per scontata. Il buon proposito è questo: attraverso quello che ho scritto e che scriverò, spero di dare occasione di riflessione a chiunque mi legga. Spero che i miei lettori - e me per primo - sentano interrogati dalla realtà e portati a dare un giudizio meno banale su quello che accade.

BUON NATALE
E FELICE ANNO NUOVO

Giovanni Romano