Qualche giorno fa, il noto quiz L'Eredità ha proposto un quesito: su che cosa si fonda la Repubblica italiana?
La risposta che vedete nella foto ha scatenato le facili ironie della Razza Eticamente Superiore. Quelli che leggono sempre La Repubblica, per intenderci, e che si autodefiniscono colti, illuminati e progressisti. Mi sembra quasi di sentire il loro grido scandalizzato: com'è possibile tanta ignoranza, tanta mancanza di senso civico? Mi sembra di vederli guardare con una smorfia di beffardo compatimento "quei due poveri ignoranti abbrutiti da venti anni di berlusconismo"...
La risposta che vedete nella foto ha scatenato le facili ironie della Razza Eticamente Superiore. Quelli che leggono sempre La Repubblica, per intenderci, e che si autodefiniscono colti, illuminati e progressisti. Mi sembra quasi di sentire il loro grido scandalizzato: com'è possibile tanta ignoranza, tanta mancanza di senso civico? Mi sembra di vederli guardare con una smorfia di beffardo compatimento "quei due poveri ignoranti abbrutiti da venti anni di berlusconismo"...
Io trovo però che forse ha più ragione l'ingenuità dei concorrenti, che hanno fatto riferimento a una realtà tangibile come la famiglia, rispetto a una definizione arida e astratta quale quella di "lavoro". Prima di tutto perché oggi di lavoro ce n'è ben poco, specialmente per i giovani di quell'età, e richiamarsi a un valore così evanescente rischia di suonare vuota retorica. In secondo luogo, nemmeno i costituzionalisti più smaliziati sono riusciti a mettersi d'accordo su una definizione soddisfacente di cosa rappresenti il lavoro come valore.
A parte il complesso di superiorità, forse la reazione della Razza Eticamente Superiore nasconde paura e nervosismo di fronte alla verità elementare che nel quiz è balenata per un attimo: la famiglia è un nucleo naturale che viene prima dello stato e costituisce anche un ostacolo potenziale alle sue pretese totalitarie. Un'evidenza che in questo momento è particolarmente sotto attacco, e che si cerca inutilmente di esorcizzare con beffe e spiritosaggini a buon mercato.
Giovanni Romano
Nessun commento:
Posta un commento