Sulla bacheca di un mio contatto Facebook ho letto che aveva portato
i suoi bambini a una cena di fine anno scolastico in un agriturismo,
dove ovviamente i bambini si erano scatenati in giochi, corse, gare,
tutto inventato da loro, spontaneamente, “senza bisogno di
animatori e giocolieri”.
Cosa c'è dietro quest'ultima osservazione? Con tutto il rispetto per
gli animatori e i giocolieri, direi che il mio contatto ha proprio
ragione. Innanzitutto c'è il sollievo di stare finalmente coi propri
figli, senza l'intermediazione di gente pagata per far divertire. In
secondo luogo, la presenza di animatori e giocolieri è roba da
città, è necessaria negli ambienti chiusi come le ludoteche che in
realtà – anche qui con tutto il rispetto – sono degli “scatoloni
del divertimento” che impediscono ai bambini di fruire direttamente
del mondo esterno. La natura, invece, è già di suo un mondo
sconfinato da esplorare, dove si possono incontrare gli altri bambini
e divertirsi con loro senza alcun bisogno di organizzare
gramscianamente alcunché.
Ecco spiegata l'insofferenza liberatoria di quest'uomo che ha
riscoperto il gusto di essere finalmente, semplicemente un papà,
senza discorsi e – c'è da scommetterci – senza i messaggi
subliminali e devastanti che certi giocolieri e certi animatori fanno
passare a danno dei bambini.
Giovanni Romano