martedì 4 giugno 2019

I clown, le lucciole e un papà felice

Sulla bacheca di un mio contatto Facebook ho letto che aveva portato i suoi bambini a una cena di fine anno scolastico in un agriturismo, dove ovviamente i bambini si erano scatenati in giochi, corse, gare, tutto inventato da loro, spontaneamente, “senza bisogno di animatori e giocolieri”.

Cosa c'è dietro quest'ultima osservazione? Con tutto il rispetto per gli animatori e i giocolieri, direi che il mio contatto ha proprio ragione. Innanzitutto c'è il sollievo di stare finalmente coi propri figli, senza l'intermediazione di gente pagata per far divertire. In secondo luogo, la presenza di animatori e giocolieri è roba da città, è necessaria negli ambienti chiusi come le ludoteche che in realtà – anche qui con tutto il rispetto – sono degli “scatoloni del divertimento” che impediscono ai bambini di fruire direttamente del mondo esterno. La natura, invece, è già di suo un mondo sconfinato da esplorare, dove si possono incontrare gli altri bambini e divertirsi con loro senza alcun bisogno di organizzare gramscianamente alcunché.

Ecco spiegata l'insofferenza liberatoria di quest'uomo che ha riscoperto il gusto di essere finalmente, semplicemente un papà, senza discorsi e – c'è da scommetterci – senza i messaggi subliminali e devastanti che certi giocolieri e certi animatori fanno passare a danno dei bambini.

Giovanni Romano

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