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sabato 27 agosto 2005
Forse adesso la buon’anima di Montanelli sarà contenta
Panico da pagina bianca? E perché?
Quando le feci osservare che compravo più libri di quanti riuscissi a leggere, una mia amica libraia mi rispose con una frase che non ho mai dimenticato: “Ma i libri sanno aspettare”. Niente di più vero, e col tempo ho capito che i libri sanno aspettare anche nella mente, dopo essere stati letti, perché una frase, una scena, un pensiero possono riaffacciarsi a distanza di anni e rivelare significati ai quali sul momento non si era minimamente pensato.
Ma anche per la pagina bianca è così. Anche una pagina bianca sa aspettare che un pensiero prenda forma e maturi. Certo, il bianco nella sua deserta impassibilità può far paura. Ma confesso di non aver provato tanto il panico della pagina bianca quanto quello della pagina tormentata e imbrattata dalle cancellature. Se non fosse stato per il computer e per la sua infinita pagina bianca virtuale, per il testo che si presenta sempre pulito e ordinato anche dopo centinaia di correzioni, avrei smesso di scrivere da un bel pezzo. Quando scrivo sono incontentabile, e anche quando ho finito spesso il risultato mi delude, o quantomeno mi lascia dubbioso. Dentro di noi c’è infatti un libro perennemente non scritto, che in tantissimi non scriveremo mai, i pensieri più profondi, le immagini più vivide, le impressioni più forti che non riusciamo a esprimere. Un po’ come i musulmani parlano di una copia perfetta, increata del Corano custodita in cielo, della quale quelle sulla terra sono solo una pallidissima approssimazione.
E intanto la pagina bianca aspetta, e noi passiamo la vita illudendoci di riempirla, di spiegare una buona volta a noi stessi e agli altri il mistero che siamo, di quello che proviamo e di quello che abbiamo vissuto. Ma solo ai più grandi scrittori è dato anche solo avvicinarsi alle fonti stesse della propria umanità.
“Adozione mite”: che roba è?
Durante il TG2 delle ore 13,00 di ieri (26 agosto) ho sentito parlare dell’iniziativa di un giudice barese che, sfruttando un comma poco noto della legge sull’affido, consente di fatto l’adozione ai single e alle coppie non sposate.
mercoledì 17 agosto 2005
Tremate, tremate, le gride son tornate!
Per una curiosa – ma forse non casuale – coincidenza, il Televideo di venerdì 12 agosto batteva due notizie analoghe, ma sconcertanti quanto alla disparità di trattamento usata dal legislatore: