giovedì 28 giugno 2007

La censura silenziosa di cui Travaglio non parla mai

Ho perso ormai le speranze di leggere il libro dell'On. Luca Volontè "La congiura di Torquemada - l'eclissi di luna che colpì Buttiglione", Rubbettino Editore. Un'inchiesta sul modo ignobile in cui Rocco Buttiglione venne escluso dalla nomina a commissario europeo solo perché aveva osato dichiarare che, da cristiano, l'omosessualità qualche piccolo dubbio almeno glielo faceva venire.

Ho ordinato il libro alla mia libreria di fiducia da quasi due mesi (speranze di trovarlo direttamente sugli scaffali: zero). Mai arrivato. Come se la Rubbettino non esistesse nemmeno. In questa interminabile attesa, però, una cosa importante l'ho scoperta ugualmente: chi comanda in libreria, chi fa il bello e il cattivo tempo non è Berlusconi, come fa comodo pensare ai signori Fo, Travaglio & C., ma i distributori. Sono loro a decidere quando e se inviare un libro agli scaffali. Altrimenti l'unica alternativa, a quanto pare, è ricorrere al samizdat.

A questo punto avrei due domande da fare:

  1. Come mai non è possibile trovare sugli scaffali dei libri che vanno davvero controcorrente?
  2. Come mai la sinistra, che pure si riempie la bocca di "pluralismo", non si è mai interessata a questa censura di fatto?
Ecco perché l'ipocrisia della sinistra mi dà veramente il voltastomaco. Fanno i martiri quando nessuno li perseguita, denunciano la censura mentre i loro libri inondano letteralmente gli scaffali. Ma sulla censura vera sono muti come pesci. Forse siamo davvero all'emergenza democratica, ma non per colpa di Berlusconi. Per colpa del "politicamente corretto".

Giovanni Romano

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