Da molti mesi, ormai, il TG2 delle 13 (non so quello della sera) dedica uno spazio fisso a storie di animali. Vanno forte le balene, gli orsi, i caprioli, i cani, i gatti e ovviamente i delfini. C’è un chiaro intento ideologico in tutta questa insistenza sulle storie di animali: “dimostrare” che sono uguali a noi, e che devono avere “diritti” uguali ai nostri.
Idea più che mai mistificatoria, in realtà. Da quello che ho visto in più di una occasione, direi che in troppi casi ”l’amore per gli animali” è un’ottima scusa per disprezzare gli esseri umani, o quanto meno per non prendersi cura di loro. Penso a quell’allevatore di gazze che le aveva così bene ammaestrate da aver divorziato dalla moglie e rotto coi figli. Penso a quel gorillino appena nato in Germania, ricoverato d’urgenza nel reparto terapia intensiva dei bambini, amorosamente coccolato e assistito con ogni cura, mentre il giornalista commentava tutto tronfio “sembra proprio un bambino”. Ma se per curare un animale i medici avessero tolto il posto-letto a un bambino che ne aveva bisogno, cosa sarebbe stato se non un OMICIDIO?
Infine l’ultimo caso, non ricordo nemmeno quando. In Olanda, un delfino ferito viene sollecitamente raccolto da alcuni volontari, trasportato “con un mezzo speciale” fino a un “apposito centro per la cura dei delfini feriti” (proprio così!) dove gli viene messa a disposizione “un’apposita casetta dentro una vasca tutta per lui”. Commovente davvero! Peccato che l’Olanda sia anche il primo paese al mondo ad avere autorizzato l’eutanasia sui bambini. Per i quali, presumibilmente, scarseggiano i volontari, i mezzi appositi e le casette fabbricate a bella posta.
“L’amore per gli animali” dà il grande vantaggio di scaricarsi la coscienza con il sentimentalismo. Ma “amarli” in quel modo finisce per togliere cure e rispetto all’uomo. Per questo trovo ambigue e tristi vicende come queste, e meritevoli non di lode, ma di biasimo e disprezzo.
Giovanni Romano
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