L'altro ieri la BBC ha pubblicato un articolo sulla svolta religiosa dell'ex premier britannico Tony Blair. La trovate qui, e la riporto nella mia traduzione:
L'ex primo ministro Tony Blair ha promesso di "trascorrere il resto della propria vita" nel tentativo di unire le religioni del mondo.
Ha dichiarato che la fede potrebbe essere "una forza civilizzatrice nella globalizzazione", utile a mettere insieme le persone per risolvere problemi quali la malaria e la povertà estrema. Mr Blair, che è ora un inviato di pace in Medio Oriente, ha dichiarato alla rivista TIME che la fede religiosa gli ha dato "forza" mentre era al potere. La sua intenzione è quella di varare una "fondazione per la fede" a New York entro venerdì 30.
Mr Blair, di recente convertito al cattolicesimo, ha dichiarato: "La fede è una parte del nostro futuro, ed essa, oltre ai valori di cui è portatrice, sono parte essenziale di quel che può far funzionare la globalizzazione".
"Una cosa fantastica"
La sua fondazione cercherà di mettere insieme le religioni per affrontare problemi globali quali l'ottavo Programma di Sviluppo per il Millennio delle Nazioni Unite, che spaziano dall'eliminazione della povertà estrema fino al raggiungimento della sostenibilità ambientale. Una delle sue priorità immediate sarà combattere la diffusione della malaria. Mr Blair ha dichiarato: "Se si riesce a mettere insieme al lavoro le chiese, le moschee e i fedeli di religione ebraica per fornire le reti fondamentali necessarie per eliminare la malaria, che cosa fantastica sarebbe!. Questo mostrerebbe la fede in azione, mostrerebbe l'importanza della cooperazione tra le fedi, e mostrerebbe quel che la fede può fare per il progresso". Ha aggiunto inoltre che sarebbe possibile "raggiungere una maggiore comprensione tra le diverse fedi religiose, così da poter elaborare piattaforme d'azione comuni per queste fedi e affrontare alcuni di maggiori problemi del mondo".
L'addetto stampa di Mr Blair Alasdair Campbell, quando gli sono state poste domande sulla fede del suo principale, rispose una volta con l'osservazione divenuta celebre che il governo "non menzionava Dio". Ma Mr Blair, che ora ha 55 anni, di recente si è pronunciato apertamente sulla questione molto più che durante i suoi 10 anni a Downing Street. Analizzando le decisioni da lui prese come primo ministro, ha detto a TIME: "Non si può avere una linea diretta con Dio e ottenere le risposte. La cosa peggiore in politica è quando si è talmente timorosi di perdere popolarità che non si è più disposti a fare quel che si pensa sia la cosa giusta. Quel che la fede può fare non è dire quel che è giusto, ma darti la forza per farlo".
Mr Blair non riceve compensi per il suo ruolo di inviato di pace in Medio Oriente per conto del "Quartetto" dell'ONU, degli Stati Uniti, dell'UE e della Russia, ma percepisce consulenze ben retribuite per la società assicuratrice Zurich e la banca d'affari JP Morgan, oltre alla somma stimata di 5 milioni di sterline per le sue memorie di Downing Street.
Stupisce la mancanza assoluta di coscienza e di riflessione in quel che Blair dice. Non un dubbio, non un rimorso, non un ripensamento per lo scempio bioetico morale di cui il suo governo, e lui in primo luogo, è stato ed è responsabile. Solo la marcia trionfale verso il "progresso", ispirata a un positivismo ossificato e ottuso, degno tutt'al più del Balletto Excelsior. E quest'uomo sarebbe un cattolico! Certi cattolici meglio perderli che trovarli…
Giovanni Romano