venerdì 4 novembre 2005

L'Eurabia sta a guardare, l'Italia no

La fiaccolata pro-Israele di ieri sera ha avuto un successo bipartisan superiore a ogni previsione. Mi aspettavo, onestamente, un paio di migliaia di persone al massimo. Ne sono venute diecimila, secondo le stime più prudenti.

Direi che è un segnale, il superamento di una soglia psicologica, il rifiuto morale di subire prepotenze e intimidazioni dall'islam. Siamo stanchi di vivere con il coltello alla gola, abbiamo capito che oltre un certo limite non si può andare, e nonostante tutta la retorica sul "dialogo" e sulla "pace" stiamo cominciando a intuire quello che l'islam vuole veramente: annientare la nostra civiltà.

Mi chiedo se questa iniziativa sia per ora l'unica in tutta Europa. I pacifisti, ad esempio, sempre pronti a sfilare contro Bush, perché non organizzano sit-in davanti alle ambasciate iraniane? Perché le "mamme coraggio" USA, che il coraggio lo trovano solo quando sono sotto l'obbiettivo della telecamera, non hanno ricordato ieri il sequestro del personale diplomatico statunitense a Teheran?

Una volta tanto, siamo noi italiani a essere all'avanguardia. Anziché imitare servilmente l'Eurabia in quel che ha di peggio, una volta tanto dovremmo essere fieri di noi stessi, e rinfacciare al resto del mondo la sua inerzia e la sua vigliaccheria.

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