venerdì 11 novembre 2005

Ma Veltroni non si monti troppo la testa...

Anche questo è un post recuperato da appunti manoscritti di molti mesi fa. Ma io non ho fretta, aggiorno quando posso.

In occasione della morte di papa Giovanni Paolo II il sindaco di Roma Veltroni non ha perso l'occasione di rivendicare a Roma una efficienza e una capacità di accoglienza dei pellegrini del tutto insospettata, in aperta polemica con il razzismo della lega nord.

Difficile dargli torto, di fronte agli attacchi maligni e gratuiti dei nordici (non solo leghisti) e del pregiudizio radicato che vede i romani come gente pigra, sbafona, mangiona, prepotente e parassita.

Per smentire il Nord, in verità, basterebbe una conoscenza della storia anche inferiore a quella di Veltroni. La Roma dei parassiti e dei burocrati fu una creazione anche dell'accentramento sabaudo forse più che del Vaticano. E anche quanto alle opere pubbliche La Roma papalina batteva a mani basse quella risorgimentale. La facciata di S. Giovanni Laterano fu costruita in due anni soltanto: per costruire una scuola media di second’ordine in provincia oggi lo Stato impiega mediamente un tempo quattro volte maggiore.

Fa bene comunque Veltroni ha rivendicare a Roma e ai romani il rispetto che è loro dovuto. Ma chiediamoci: a quale Roma, e a quali romani? E’ proprio sicuro che il successo sia dovuto soltanto alla macchina organizzativa, e non anche alla natura dei pellegrini affluiti a Roma, e allo scopo per cui erano venuti? Il popolo di Wojtyla era tutto fuorché una massa di indisciplinati e di esaltati. I pellegrini erano più che disposti a collaborare con le forze dell'ordine e con le autorità, non erano venuti per protestare come i pacifisti e i no-global. Non erano venuti per scatenarsi come a un concerto di musica rock. Non erano venuti per sfasciare tutto come gli anarchici e i black block. Non si sono calpestati a morte, come il pellegrini islamici alla Mecca.

I problemi sono stati causati dall'immenso numero dei pellegrini, non dal loro comportamento. Si può dubitare se Veltroni, Bertolaso o chiunque altro, in qualunque altro luogo, aveva avuto lo stesso successo se avesse avuto a che fare con un altro tipo di folla. È certo Veltroni di dover ringraziare soltanto se stesso, e non anche i suoi "ospiti"?

Tenere presente lo scopo per il quale il pellegrini sono venuti porta automaticamente a domandarsi se l'organizzazione avrebbe funzionato così superbamente se fosse stata mossa da scopi diversi.

È stata osservata, e non da oggi la perfetta organizzazione del Vaticano. Eppure il personale di servizio molto spesso è costituito da italiani, quando non da romani. Che cosa cambia? Che cosa li mette in grado di lavorare in modo diverso e così efficiente? La grandezza dello scopo a cui danno la vita. Basterebbe questo per farci riflettere quanto sia stupido pensare allo stato come a una macchina autosufficiente e autoreferenziale.

Giovanni Romano

Nessun commento: