mercoledì 25 gennaio 2006

Stavolta il Presidente Ciampi ha fatto bene!

Anche i sassi avranno capito che io non sono un ammiratore del Presidente Ciampi. Molte sue prese di posizione mi hanno lasciato freddo a causa di una retorica spesso datata, lontana dalla gente, dai valori della maggioranza e dai suoi veri interessi. Tuttavia, in questi ultimi giorni devo in parte ricredermi. Sarà stata la particolare sincerità del suo ultimo messaggio agli italiani il 31 dicenbre scorso, ma mi è piaciuto soprattutto il suo rinvio della legge-vergogna sull'inappellabilità delle assoluzioni, una legge così spudoratamente truffaldina e ad personam, assurdamente squilibrata a favore dell'imputato, da farmi vergognare di essere italiano.

Fino al momento in cui il Presidente ha imposto autorevolmente l suo "alt". Da questo punto di vista, trovo particolarmente meschino il tentativo di Berlusconi di guadagnare due settimane di tempo per l'approvazione delle ultime sue leggi. Domina un'atmosfera da "si salvi chi può". Se infatti fosse sicuro di essere rieletto, ci sarebbe bisogno di chiedere affannosamente "i minuti di recupero" (e non "dall'84° al 90°", come diceva bugiardamente Giovanardi. Questo per restare nella metafora calcistica).

Senza contare che manipolare il calendario del Parlamento crea un gravissimo precedente, e autorizza anche la sinistra, una volta che sarà al potere, a stravolgere la Costituzione come le pare e piace. Credo che in questi giorni stiamo assistendo a uno strappo molto grave, politico prima ancora che giuridico. La democrazia di regge anche -forse soprattutto- sul rispetto delle regole formali. Averle violate in modo tanto plateale significa che non c'è nulla che rimanga al di sopra delle parti, non c'è un minimo terreno d'intesa sul quale maggioranza e opposizione possano incontrarsi. Lo Stato è di chi se lo prende. Siamo lontani diecimila miglia da qualunque idea di cittadinanza comune.

Tutto sommato, se non ci fosse stato Ciampi a noi cittadini sarebbe potuta andare peggio.

Grazie, Presidente, nonostante tutto.

Giovanni Romano

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