Non ho avuto modo di leggere molti commenti sulla travolgente vittoria elettorale di Hamas, la mia opinione dunque rischia di essere più dilettantesca e approssimata del solito. Tuttava proverò a fare una breve analisi.
In Cisgiordania, con ogni evidenza, non hanno vinto i palestinesi, ha vinto l'islam. Certamente vi sono delle cause ben precise: la frustrazione popolare nei confronti d'Israele, la rabbia contro il regime dispotico e corrotto di Arafat. Ma c'è anche la marea montante del radicalismo islamico anti-ebraico e anti-occidentale, la sensazione che sia arrivata la resa dei conti tanto all'interno quanto con gli "infedeli", l'entusiasmo di essere parte di una umma di livello planetario, la convizione, così pericolosa per il resto dell'umanità e per lo stesso islam, che sia ricominciato il tempo della jihad, delle conquiste e delle aggressioni.
Non so se qualcuno ha visto un legame tra le elezioni iraniane e quelle palestinesi. Pur nella diversità dei contesti, l'elemento comune è appunto il radicalismo sempre più esasperato, e peggio ancora sempre più condiviso dalla popolazione.
E' un cocktail estremamente pericoloso, preludio certo di guerre e di lutti. La questione palestinese non si è mai, in nessun momento, limitata alla Terrasanta, ma in questo momento è di assoluto livello mondiale, più ancora che l'Iraq. Da quel che accadrà in Cisgiordania dipende lo scoppio, o meno, di una guerra mondiale, del tanto paventato scontro di civiltà.
In Cisgiordania, con ogni evidenza, non hanno vinto i palestinesi, ha vinto l'islam. Certamente vi sono delle cause ben precise: la frustrazione popolare nei confronti d'Israele, la rabbia contro il regime dispotico e corrotto di Arafat. Ma c'è anche la marea montante del radicalismo islamico anti-ebraico e anti-occidentale, la sensazione che sia arrivata la resa dei conti tanto all'interno quanto con gli "infedeli", l'entusiasmo di essere parte di una umma di livello planetario, la convizione, così pericolosa per il resto dell'umanità e per lo stesso islam, che sia ricominciato il tempo della jihad, delle conquiste e delle aggressioni.
Non so se qualcuno ha visto un legame tra le elezioni iraniane e quelle palestinesi. Pur nella diversità dei contesti, l'elemento comune è appunto il radicalismo sempre più esasperato, e peggio ancora sempre più condiviso dalla popolazione.
E' un cocktail estremamente pericoloso, preludio certo di guerre e di lutti. La questione palestinese non si è mai, in nessun momento, limitata alla Terrasanta, ma in questo momento è di assoluto livello mondiale, più ancora che l'Iraq. Da quel che accadrà in Cisgiordania dipende lo scoppio, o meno, di una guerra mondiale, del tanto paventato scontro di civiltà.
Giovanni Romano
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