Probabilmente al Cairo qualcuno avrà festeggiato la notizia degli scontri di Rosarno, perché ha dato all'Egitto il pretesto per uno dei più spudorati voltafaccia che si siano mai verificati nella storia delle relazioni internazionali.
Gli incidenti di Rosarno, lo ricordiamo, sono avvenuti dopo la strage dei cristiani copti il 7 gennaio, giorno del Natale ortodosso. E per quanto odioso, criminale e non giustificabile in nessun modo sia stato il comportamento dei baby-killer della 'ndrangheta, che si sono esercitati al tiro al bersaglio con armi ad aria compressa giusto per allenarsi ad ammazzare davvero, non si può paragonare, se non in assoluta malafede, la sistematica, secolare oppressione e discriminazione dei cristiani copti con gli scoppi di esasperazione della popolazione di Rosarno che si è vista improvvisamente minacciata anche per l'irresponsabilità della mafia calabrese.
Tra la strage dei cristiani e i fatti di Rosarno non c'è alcun legame, tranne uno: il coraggio del ministro degli Esteri Frattini nel denunciare apertamente la brutale, calcolata violenza contro i cristiani (che a differenza degli immigrati sono cittadini egiziani), in forte contrasto col vile silenzio della UE. Agli egiziani non sarà parso vero trovare il pretesto per inventarsi una fantomatica "ritorsione" e un parallelo che non sta né in cielo né in terra.
Quanto l'Egitto abbia mentito è dimostrato dalle sue dichiarazioni che parlavano di "violenze subite dagli arabi e dai musulmani". Sul secondo punto torneremo tra breve ma, a giudicare dalle riprese televisive, di arabi dovevano essercene davvero pochi, dal momento che i manifestanti erano neri al 99,9%, e certamente non tutti provenienti da paesi musulmani.
Il secondo punto è più interessante - e più inquietante. L'Egitto non ha esitato a cavalcare la tigre del fondamentalismo parlando di una guerra di religione che qui in Italia almeno ora non esiste. I copti sono stati uccisi all'uscita della Messa di Natale (che era stata molto abbreviata perché si temevano le violenze che poi si sono verificate). Non risulta invece che a Rosarno nessun immigrato sia stato colpito mentre stava pregando, o perché stava pregando.
Frattini ha derubricato la questione come "nuvole d'estate". Io non ne sarei tanto sicuro (e lo stesso Ministro, a porte chiuse, probabilmente lo sa meglio di chiunque altro). Negli scontri di Rosarno la religione non c'entra, ma a Nag Hammadi c'entra eccome. L'unico che ha avuto il coraggio di parlare fuori dai denti e di dire a voce alta quello che tutti pensano è stato Bossi: "Guardate come trattano i cristiani...". Se proprio ci stiamo avvicinando a uno scontro di civiltà (e io ne sono pienamente convinto) almeno abbiamo il coraggio di impugnare l'arma più importante: la verità.
Giovanni Romano
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