venerdì 12 settembre 2014

Non ci era arrivato nemmeno George Orwell...

George Orwell non fu mai tenero verso la Chiesa cattolica e il cristianesimo in generale. Da un capo all'altro della sua opera si susseguono polemiche, attacchi, sarcasmi e frecciate. I suoi riconoscimenti di un ruolo positivo del cristianesimo nella storia sono estremamente rari. 

Indagare sui motivi della sua polemica antireligiosa e sul modo in cui essa finì per sviare e sminuire la portata della sua lotta al totalitarismo è argomento che supera di gran lunga le possibilità di un blog. Qui mi limiterò a una sua osservazione che ha direttamente a che vedere con quello che sta avvenendo all'interno della Chiesa cattolica oggi.

In uno dei suoi saggi più imporanti, Literature and Totalitarianism, Orwell rende un omaggio impensato alla coerenza della Chiesa cattolica:

“Ci sono parecchie importanti differenze tra il totalitarismo e tutte le ortodossie del passato, sia in Europa che in Oriente. La più importante è che le ortodossie del passato non cambiavano, o almeno non cambiavano rapidamente. Nell'Europa medievale la Chiesa vi imponeva cosa dovevate credere, ma almeno vi permetteva di mantenere le medesime convinzioni dalla nascita alla morte. Non vi diceva di credere a una cosa il lunedì e a un'altra il martedì. E lo stesso oggi vale più o meno per ogni ortodosso cristiano, indù, buddista o musulmano. In un certo senso i suoi pensieri sono circoscritti, ma egli passa la vita intera all'interno della medesima struttura di pensiero. Le sue emozioni non vengono manipolate.” [Il neretto è mio, N.d.T.] (1)

È chiaro che, scrivendo queste parole, Orwell aveva in mente il voltafaccia dell'URSS che si era alleata con la Germania Nazista mediante il patto Molotov-Ribbentrop, e le disinvolte, ciniche capriole della propaganda comunista per giustificare quella manovra. Nondimeno la sua osservazione va oltre il motivo occasionale che l'ha generata. Poteva odiare la Chiesa ma almeno la rispettava perché non aveva mai cambiato bandiera e dottrina, né cercato di mistificare il passato a differenza dei totalitarismi atei del XX° secolo.

Nemmeno lui, però, avrebbe forse potuto immaginare che anche la Chiesa, o quantomeno qualcuno dei suoi esponenti più importanti, si sarebbe esibita in piroette e capriole ancora più disinvolte, e su delicatissime questioni etiche. È quanto ha fatto il Cardinale Dolan a New York per la festa di San Patrizio, e peggio ancora per l'esclusione dei pro-life dalla medesima parata nel momento stesso in cui, per la prima volta, sono state ammesse ufficialmente le associazioni gay.

Probabilmente alla sua avversione si sarebbe aggiunto anche un non infondato disprezzo.

Giovanni Romano

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1. The Collected Letters, Journalism and Letters of George Orwell, Vol. II, Harmondsworth 1984, p.163.

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