giovedì 6 agosto 2015

Odio i portoni vetrati...

 ... e amo invece quelli antichi, di legno massiccio, che quando li richiudi dietro di te creano di colpo uno spazio di frescura, intimità e silenzio. 

Li amo perché proteggono dalla curiosità indiscreta di quelli che passano. Li amo perché non sono un transito distratto come quelli vetrati, ma un locale prezioso dove si può sostare e riprendere fiato anche per un solo istante. Fanno già parte della casa ma non sono ancora il pianerottolo, la porta, le stanze dove si combatte la battaglia quotidiana della sopravvivenza, con le sue preoccupazioni e le sue miserie.

Fortunato chi ci abita. Può dire di poter vivere almeno un pezzo di vita propria, sfugge alla trasparenza ossessiva di un mondo dove si viene controllati dallo stato, dal fisco e da Internet peggio che in Noi di Zamyatin o di Farenheit 451. Il portone solido è un sano confine, il confine che taglia fuori la vita pubblica e introduce in quella privata, contro la retorica bugiarda di un "mondo-senza-frontiere" dove chiunque si sente autorizzato a invaderci e venire a ficcare il naso nei nostri affari.


Giovanni Romano

Nessun commento: