Non saranno un granché, ma li garantisco tutti autentici...
· L’aforisma è il parente povero della filosofia, ma lo zio ricco del proverbio.
· Il numero delle chiavi è direttamente proporzionale al numero dei ladri.
· Posso perdonare solo quelli che odio con ammirazione. Mai quelli che odio con disprezzo.
· Lo Stato leggero va bene soltanto a chi ha il portafogli pesante.
· “Non bisogna mai scendere al livello dei criminali…”. Già, ma perché loro ci si trovano tanto bene?
· Dire “ti amo” è infinitamente più facile che dire “ti capisco”.
· Facile imbattersi in un’anima innamorata. Quasi impossibile trovare un’anima sorella.
· Troverai sempre chi è disposto a consolarti nel dolore. Il difficile è trovare chi aiuti a crescere la tua libertà.
· Troppe volte il computer ci riduce a segretari di noi stessi.
· Il “diritto mite” è solo impotenza codificata.
· Guarda sempre dove t'indica un bambino. Non ti mostrerà mai nulla di banale.
· Dove comincia la cattedra finisce la logica.
· Non esistono geni incompresi. L’incompreso permanente è solo un ciarlatano.
· Non crederò mai a nessuno che sia
soltanto intelligente.
· La “superiorità morale” è quasi sempre la consolazione impotente dei perdenti.
· Spesso le grandi parole sono il nascondiglio preferito dei piccoli uomini.
· “Dove c’è gusto non c’è perdenza…”, ma c’è tanta sofferenza!
· Nei momenti di crisi, la lacrimuccia facile di oggi si trasforma in molte lacrime amare domani.
· Dopo l’amore della donna, la cosa più bella nella vita è la stima di un uomo intelligente.
· L’occasion fa l’uomo laico.
· Il razzista appartiene alla specie più disgraziata di profeti: quelli che si autoadempiono.
· Il razzista si condanna a sottovalutare sempre chi ha di fronte. Per questo si condanna a molte amare sorprese.
· “Va’ dove ti porta il cuore”? Non è questa la legge della vita. Di' piuttosto: porta il cuore dove
devi andare.
· Nessuno è troppo leggero per non fungere, di tanto in tanto, da zavorra.
· La lunghezza di una lettera d'amore è inversamente proporzionale alla vicinanza tra due cuori.
· La vita dei mediocri gira sempre intorno alle premesse.
· L'ordine è l'arte di disporre artisticamente il vuoto.
· Non farei mai conoscere mia moglie a un uomo troppo geloso della sua.
· Il pessimismo è un buon antidoto prima del pericolo, ma un veleno mortale
durante.
· I virtuosi raggiungono la pace dei sensi. I fortunati raggiungono la pace
nei sensi.
· Il critico si esenta dalla fatica di creare proprio come la remora si esenta dalla fatica di nuotare.
· C'è solo una cosa peggiore del gossip. La nullità di chi li commenta.
· Chi si basta, a me non basta.
· Simona Ventura non presenta. Onnipresenta.
· L’affanno è il pedaggio che si paga alla pigrizia.
· Se ci limiteremo a essere cristiani buoni, non saremo mai cristiani vivi.
· Il primo amore è un volo. Il secondo una mutua.
· Da giovani, la musica è un presentimento. Da vecchi, una rivelazione.
· Si perde realmente fiducia nell’uomo quando si è perduta la fiducia nella donna.
· L’uomo oggi pensa di essere finito quanto all’eterno, ed eterno quanto al finito.
· Scoprire l’amore non significa scoprire che qualcuno ci vuole bene. Significa incontrare qualcuno che è fatto per noi.
· Il silenzio è la colonna sonora delle menti al lavoro.
· Può darsi che l'uomo non sia l'unica specie animale che uccide la prole, ma è l'unica a giustificarlo sui giornali.
· Non sappiamo affrontare l'istante perché abbiamo perso il senso dell'eterno.
· L’appagamento è nemico giurato del miglioramento.
· Non c’è silenzio più profondo di quello che segue un’opera portata a termine.
· Chi odia i libri prima o poi adorerà i moduli.
· Il credente è un cieco che non porta rancore alla luce.
· Il più crudele paradosso che esista al mondo è la gratuità del nascere e la necessità del morire.
· L'aforisma è succo di risentimento spremuto nelle macine dell’indifferenza.
· Chissà perché quando uno è felice, lo fanno subito smettere.
· Abbiamo il dovere di essere pronti, perché i fatti hanno il diritto di accadere.
· L’anarchico vive della società che disprezza.
· La metacognizione è il “reverse engineering” della conoscenza. E come tale difficilmente crea qualcosa di nuovo
Giovanni Romano