domenica 2 settembre 2007

Il mio augurio ai giovani di Loreto


Carissimi,

in questi due giorni siete veramente tanti, almeno 500.000. Per una volta, un avvenimento cristiano ha “bucato” il video della TV di stato, sempre più impermeabile ai cristiani in generale e ai cattolici in particolare. Avrete certamente ascoltato le potenti esortazioni del Papa, in una comprensibile atmosfera di esaltazione e di entusiasmo.

Sarebbe sciocco e banale se cercassi di “mettervi in guardia contro un entusiasmo passeggero”. No, momenti come questi sono più che necessari! Il grande C.S. Lewis diceva che gli faceva paura la mancanza di “fertile e generosa emozione” nell’istruzione dei giovani inglesi. Eravamo ancora negli anni ’50 (Cfr. L’abolizione dell’uomo). Quindi, vivete pure quest’entusiasmo fino in fondo, perché momenti come questi formano il carattere molto più di quel che si crede. Ad esempio, i giovani –e non soltanto loro- che parteciparono alla veglia nell’agonia di Papa Giovanni Paolo II non dimenticheranno mai quest’esperienza, qualunque cosa gli potrà succedere.

Vi auguro però il coraggio più difficile, il coraggio della tenacia e della fermezza quando tra qualche anno sarete soli, coi vostri limiti, con il tempo che passa, con l'ambiente intorno a voi. Vi auguro il coraggio di stare da cristiani, non da bonaccioni accomodanti, sul posto di lavoro, in mezzo all’incredulità sprezzante di tanti colleghi (e quanto più il vostro lavoro sarà importante e prestigioso, tanto più ve ne accorgerete).

Quando sarete tornati ognuno a casa vostra, vi auguro il coraggio di sbugiardare il bombardamento mediatico a base di Codice da Vinci e di “casi pietosi” che portano all’eutanasia. Sbugiardate le accuse di evasione fiscale e di pedofilia alla Chiesa. Vi auguro di non tacere davanti alla distruzione della famiglia, alle forme deviate di sessualità che si vuole spacciare per “normali”. Quanti di voi, se avessero un negozio, avranno il coraggio di abbassare le saracinesche o chiudere le imposte quando passa il gay pride? Quanti di voi, quando insegneranno nella scuola, troverebbero il coraggio di prendere apertamente posizione contro la “Settimana del Preservativo”? Quanti di voi spegneranno la TV davanti alla famiglia quando vedranno la propaganda che il TG1 ha fatto alle convivenze, come più generose e meno sessiste rispetto al matrimonio? Quanti di voi si rifiuteranno di lasciarsi irretire dalle utopie "libertarie" dei politici, anche quelli che si definiscono "cattolici adulti"?

Questo non potrà avvenire se Cristo sarà stato soltanto un happening, un bel momento da vivere tutti insieme. La può esaltare, ma la forza cristiana viene da un rapporto personale, da una fede sempre approfondita, da un’appartenenza sempre più concreta.

Non vorrei avervi dato l’impressione di aver suggerito solo dei gesti polemici, “contro” qualcosa. Ricordiamoci che noi cristiani siamo per il mondo. Ma non per accodarci ai suoi criteri, bensì perché la realtà diventi abitabile, umana, ricca di speranza anche nel dolore, non quel deserto di desolazione, di abbandono e di capriccio individualistico che ora è diventata, grazie al laicismo e alla secolarizzazione.

Però, ragazzi, siete stati grandi! Per una volta, avete reso presente l’esistenza di un popolo cristiano normalmente ignorato o disprezzato da intellettuali e giornalisti à la page. Vi auguro di diventare fermento cristiano nel quotidiano, di cambiare la mentalità dal basso, come una vegetazione che s’infiltra nelle crepe del cemento e alla fine lo spacca, fa nascere nuova vita dove prima sembrava che ci fosse soltanto sterilità e polvere.

Giovanni Romano

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