martedì 30 dicembre 2008

Il presidente ceco Vaclav Klaus: la UE mette in pericolo la democrazia e la libertà


Attraverso il sito Italianiliberi ho trovato la cronaca di un episodio che ha dell'incredibile: l'attacco senza precedenti al Presidente ceco Vaklav Klaus, nella sua residenza ufficiale, da parte di membri del Parlamento Europeo apertamente spalleggiati dal presidente Hans-Georg Poettering. Si è trattato di un dibattito molto teso e senza esclusione di colpi.

La colpa del Presidente? Quella di aver salutato il "no" del referendum irlandese al Trattato di Lisbona come una vittoria della democrazia e della libertà. Apriti cielo! Subito gli sono piovute addosso accuse violentissime di essere colluso con personaggi equivoci quali Declan Ganley, capo del fronte del "no" al referendum. Si sa, chi è contro l'iperburocazia UE è un delinquente per definizione...

E' una tattica ben collaudata da parte degli eurocrati: gettare fango addosso al beraglio di turno fino a confonderlo e a ridurlo al silenzio. Ma se la cosa funzionò con Buttiglione, messo al rogo per aver dubitato che l'omosessualità sia poi così "normale", non funzionò con Berlusconi, che appioppò giustamente il nomignolo di "Kapò" a Shulz (e mi auguro che quel nomignolo gli sia rimasto), e ha funzionato ancora meno con Klaus.

Il presidente Klaus, infatti, ha replicato colpo su colpo, come riporta qui sotto la mia traduzione di un estratto del dibattiuto riportata sul sito Brusselsjournal . Particolarmente degno di nota il fatto che il Presidente Klaus ha paragonato indirettamente ma chiaramente le tattiche intimidatorie e falsificatorie degli eurodeputati (e dello stesso presidente Poettering) a quelle dei comunisti, cosa che nella Repubblica Ceca è ancora vivamente risentita.

Ho riportato in neretto corsivo le frasi più significative di questo importantissimo dibattito. L'allusione di Daniel Cohn-Bendit alla bandiera UE si riferisce al fatto che nella Repubblica Ceca non è ancora obbligatoria sugli edifici pubblici; l'allusione alla "legge contro le discriminazioni" ri riferisce alla promozione attiva dell'omosessualismo sul quale il popolo ceco, probabilmente, ha molte riserve. Per quanto riguarda il referendum in Irlanda, è sotto gli occhi di tutti la decisione a dir poco scandalosa dell'Alta Corte irlandese che ha autorizzato un secondo referendum in aperto spregio della volontà popolare, e al solo scopo di creare un consenso manipolato.

Buona lettura, se vi sta a cuore la libertà.


Il presidente ceco: la democrazia e la libertà
stanno perdendo terreno in Europa

© The Brussels Journal, 12 dicembre 2008 05:16
Source URL: http://www.brusselsjournal.com/node/3682

Estratto dell'incontro tra Vaclav Klaus, Presidente della Repubblica Ceca, e i membri della Conferenza dei Presidenti del Parlamento Europeo, venerdì 5 dicembre 2008, Castello di Praga

Daniel Cohn-Bendit, MEP: Le ho portato una bandiera, che – a quanto ci vien detto – sventola dappertutto qui al Castello di Praga. E' la bandiera dell'Unione Europea, e la metterò qui davanti a lei. Sarà una presidenza difficile (...) il Trattato di Lisbona – non m'interessa quel che ne pensa lei. Io voglio sapere quel che lei ha intenzione di fare se la Camera dei Deputati Ceca e il Senato lo approveranno. Rispetterà la volontà dei rappresentanti del popolo? Lei avrà il dovere di firmarla.

Voglio che lei mi spieghi qual è il livello della sua amicizia con l'irlandese Mr Ganley. Come può incontrare una persona le cui fonti di finanziamento non sono trasparenti? Non è corretto da parte sua, nell'esercizio delle sue funzioni, incontrare una persona del genere. E' un uomo le cui risorse provengono da fonti dubbie, e che vuole usarle per finanziare la sua campagna elettorale al Parlamento Europeo.

Presidente Vaclav Klaus: Devo dire che nessuno mi ha parlato in un modo e su un tono simile in tutti i 6 anni scorsi. Voi qui non siete sulle barricate di Parigi. Pensavo che queste maniere fossero finite per noi 18 anni fa, ma vedo che mi ero sbagliato, io non mi azzarderei a chiedere come sono finanziate le attività dei verdi in Germania. Se a lei interessa una discussione razionale nella prossima mezz'ora che abbiamo a nostra disposizione, per favore ceda il posto a qualcun altro alla tribuna, Signor Presidente...

Hans-Georg Poettering, presidente del Parlamento Europeo: No, abbiamo tutto il tempo che vogliamo. Il mio collega continuerà, perché chiunque dei membri del Parlamento Europeo può chiederle qualunque cosa desideri, (A Cohn-Bendit) Prego, può continuare.

Presidente Vaclav Klaus: E' una cosa incredibile! Non avevo mai provato niente del genere prima d'ora!

Daniel Cohn-Bendit: Perché non aveva mai incontrato me...

Presidente Vaclav Klaus: E' una cosa incredibile!

Daniel Cohn-Bendit: Abbiamo sempre avuto un buon rapporto col Presidente Havel. E che cosa mi dice del suo atteggiamento verso la legge contro le discriminazioni? Sarò lieto d'informarla sulle nostre fonti di finanziamento.

Hans-Georg Poettering: Brian Crowley, per favore.

Brian Crowley, MEP: Vengo dall'Irlanda e sono membro di un partito al governo. Mio padre ha combattuto per tutta la vita contro il dominio britannico. Molti dei miei parenti sono stati uccisi. Ecco perché oso dire che gli Irlandesi desiderano il Trattato di Lisbona. E' stato un insulto, signor Presidente, per me e per il popolo irlandese, quello che lei ha detto durante la sua visita di stato in Irlanda. E' stato un insulto che lei abbia incontrato Declan Ganley, un uomo che non ha ricevuto alcun mandato elettorale. Quest'uomo non ha rivelato le fonti da cui provenivano i finanziamenti per la sua campagna elettorale. Voglio soltanto informarla di quel che pensano gli Irlandesi. Vorrei che lei metta in pratica il programma della sua presidenza e che metta in pratica quel che i cittadini europei vogliono vedere.

Presidente Vaclav Klaus: Grazie per l'esperienza che mi avete fatto fare con questo incontro. Non pensavo che una cosa del genere fosse possibile e non avevo mai visto niente del genere negli scorsi 19 anni. Pensavo che fosse una questione del passato e che vivessimo in una democrazia, ma è la post-democrazia, in realtà, che governa l'UE.

Voi avete menzionato i valori europei. I valori più importanti sono la libertà e la democrazia. I cittadini degli stati membri della UE hanno a cuore la libertà e la democrazia, soprattutto. Ma la democrazia e la libertà stanno perdendo terreno nella UE oggi. E' necessario darsi da fare per esse e lottare per esse.

Vorrei mettere in rilievo, soprattutto, quel che la maggioranza dei cittadini cechi sente, ossia che per noi l'appartenenza alla UE non ha alternative. Sono stato io a sottoporre la domanda di partecipazione alla UE nel 1996, sono stato io a firmare il trattato di accesso nel 2006. Ma gli accordi all'interno della UE hanno molte alternative. Prendere uno di loro come sacrosanto, intoccabile, sul quale non è possibile dubitare né formulare critiche, è contro la natura stessa dell'Europa.

Quanto al Trattato di Lisbona, vorrei far notare che non è stato ratificato neppure in Germania. Il Trattato Costituzionale, che era basilarmente lo stesso del Trattato di Lisbona, è stato rifiutato per referendum in altri due paesi. Se Mr. Crowley parla di un insulto al popolo irlandese, allora devo dire che l'insulto più grande al popolo irlandese è non accettare il risultato del referendum. In Irlanda ho incontrato qualcuno che rappresenta la maggioranza nel suo paese. Voi, Mr. Crowley, rappresentate un'opinione che in Irlanda è la minoranza. Questo è un risultato tangibile del referendum.

Brian Crowley, MEP: Con tutto il rispetto, signor Presidente, lei non può venire a dire a me cosa pensano gli Irlandesi. Come irlandese, lo conosco meglio io.

Presidente Vaclav Klaus: Io non sto a ricamare su quel che pensano gli Irlandesi. Io affermo solo gli unici dati misurabili che sono stati dimostrati dal referendum.

Nel nostro paese il Trattato di Lisbona non è stato ratificato perché il parlamento non si è ancora pronunciato. Non è colpa del Presidente. Stiamo aspettando la decisione di entrambe le camere del Parlamento, che è la fase corrente del processo di ratifica in cui il Presidente non gioca assolutamente nessun ruolo. Io non posso firmare il trattato oggi, non è sul mio tavolo, ora spetta al parlamento decidere cosa fare. Il mio ruolo verrà dopo l'eventuale approvazione del Trattato in Parlamento...

Hans-Georg Poettering: ... in conclusione – e vorrei lasciare questa stanza in buoni rapporti – vorrei dire che è più che inaccettabile che lei ci paragoni, che lei ci paragoni all'Unione Sovietica. Tutti noi siamo profondamente radicati nei nostri paesi e nei nostri elettorati. Tutti noi abbiamo a cuore la libertà e la riconciliazione in Europa, siamo gente di buona volontà, non degli ingenui.

Presidente Vaclav Klaus: Non vi ho paragonati all'Unione Sovietica, non ho pronunciato la parola “Unione Sovietica”. Ho detto soltanto che non avevo mai incontrato una simile atmosfera, un tale stile di dibattito nei passati 19 anni della Repubblica Ceca, davvero.

Traduzione di Giovanni Romano

P.S: Il Presidente Klaus è particolarmente inviso alla UE anche perché è uno dei pochi che osano opporsi all'isteria sul riscaldamento globale. Vedi questo link .

2 commenti:

josef ha detto...

Proprio lui, klaus, che parla di referendum. Se fosse stato indetto nel 1992, prima della spaccatura della Cecoslovacchia lui e il suo omologo Meciar avrebbero corso il rischio di una defenestrace, incruenta per fortuna.
PS. perchè non pubblicate anche le voci dissidenti. Pensare di essere girnalisti dell'ex-Rude Pravo ?

La voce dal vicolo ha detto...

Di tutte le accuse che ho ricevuto, questa è la più ridicola in assoluto. Ci mancherebbe che prendessi ordini dai comunisti, ex o attuali che siano!

Quanto ai "dissidenti", credo che siano rappresentati ben più che a sufficienza negli mass media "politicamente corretti" che diffondono il pensiero unico sulla UE.

Sono fiero di aver tradotto questo articolo.