domenica 9 gennaio 2011

Una lezione di coraggio ai pacifisti

La strage dei cristiani copti ad Alessandria D'Egitto da un lato ha rivelato la situazione precaria e pericolosa di questa minoranza minacciata dal fondamentalismo islamico (e non solo in Egitto), ma dall'altro ha provocato una reazione che almeno qui in Occidente nessuno di aspettava e che è passata quasi sotto silenzio. Centinaia, se non proprio migliaia di musulmani si sono stretti intorno alle chieste cristiane formando una barriera di scudi umani. Un meraviglioso gesto di solidarietà che non può fare a meno d'interrogarci e ci costringe ad alcune considerazioni:
In primo luogo, i cristiani non sono estranei alla società egiziana. Al-Quaeda e i fondamentalisti possono fomentare tutto l'odio che vogliono, ma molti "uomini della strada" musulmani sentono ancora i cristiani come loro vicini e amici.
Secondo, i musulmani (sia i fondamentalisti che i moderati) a quanto pare non hanno paura di esporsi per una fede che va oltre questo mondo. Noi cristiani occidentali parliamo tanto di solidarietà, di giustizia sociale, di "ultimi", ma quanti di noi avrebbero il fegato di esporsi a un attentato tutt'altro che improbabile, sapendo che, se il nostro corpo sarà distrutto, la nostra anima sopravviverà?
Infine, questo gesto smentisce le affermazioni di quei laicisti secondo cui le religioni sono sempre e comunque portatrici d'intolleranza e di fanatismo. Chi ha accettato di esporsi gratuitamente alla morte per salvare quelli che sentiva i suoi fratelli lo ha fatto precisamente perché crede in Dio. Certo, ci sono e ci saranno sempre quelli che violeranno il secondo comandamento e faranno della religione uno strumento di morte e di oppressione, ma il loro sarà sempre un abuso e una mistificazione, mai fede autentica.
Non posso evitare di chiedermi in conclusione: non mi pare di aver visto vicino alle chiese copte, né in Egitto né in Europa, nemmeno uno di quei Parlatori di Pace che vediamo sventolare le Bandiere della Pace, cantare Canzoni della Pace e partecipare alle Marce della Pace. Che fine avete fatto, amici? Possibile che quando c'è da rischiare veramente la buccia vi squagliate tutti quanti? In realtà non dovrei rimproverarvi perché il pensiero di fare da scudo umano non mi passa nemmeno per la testa, neppure se ci fosse una chiesa copta nella via dove abito. Ma dobbiamo avere almeno la decenza di riconoscere che stavolta numerosi musulmani (non tutti, forse nemmeno la maggioranza, ma comunque in troppi per essere ignorati) ci hanno dato una lezione esemplare di fraternità e di coraggio.
Giovanni Romano

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