Rileggendo vecchi post dell'agenzia ZENIT (www.zenit.org) mi sono imbattuto in un necrologio di Mons. Cesare Mazzolari, vescovo di Rumbek, nell'attuale stato indipendente del Sud Sudan, deceduto il 16 luglio scorso. “La morte del vescovo è avvenuta appena una settimana dopo la solenne cerimonia di proclamazione dell'indipendenza del Sud Sudan, alla quale aveva partecipato attivamente”, riferiva ZENIT.
È stato un vescovo di frontiera in tutti i sensi, perché ha vissuto di prima mano le angherie e le violenze praticate dal Nord islamico contro la comunità cristiane e animiste del Sud, fino al punto di ridurre interi villaggi in schiavitù. Proprio alcuni suoi giudizi sull'islam mi hanno particolarmente colpito, alla luce di quanto sta avvenendo a Lampedusa, con una “immigrazione” che, data la crisi, nulla ha ormai a che vedere con reali prospettive per chi arriva, e che ogni giorno di più svela il suo vero volto di invasione e di conquista. Ma lascio la parola a Mons. Mazzolari e ai suoi ammonimenti tanto lucidi quanto inascoltati:
Noto anche per aver ridonato la libertà a 150 schiavi - una coraggiosa iniziativa che non ha voluto continuare perché si era accorto che poteva diventare un circolo vizioso -, mons. Mazzolari "non era assolutamente un buonista, ma era una persona che aveva anche la capacità di saper leggere la realtà con molto realismo", come ha sottolineato padre Albanese nella sua intervista con la Radio Vaticana.
(...)
In tutti questi anni, mons. Mazzolari non ha smesso di richiamare l'attenzione sui rischi legati all'immigrazione di musulmani verso l'Europa. "Ovunque s'insediano, prima o poi diventano una forza politica egemone. Gli italiani intendono l'accoglienza da bonaccioni. Presto si accorgeranno che i musulmani hanno abusato di questa bontà, facendo arrivare un numero di persone dieci volte più alto di quello che gli era stato concesso. Sono molto più furbi di noi. A me buttano giù le scuole e voi gli spalancate le porte delle chiese", aveva detto il presule sempre nel 2004. (1)
Secondo Mazzolari, non ha alcun senso esportare il sistema occidentale in società agropastorali dominate dall'islam, che non fanno alcuna distinzione fra politica e religione. "E' da ignoranti", aveva avvertito nella stessa intervista. "Gli islamici basano le loro decisioni solo ed esclusivamente sulla umma. I diritti dell'individuo non sanno neppure che cosa siano. E' assurdo pretendere di inculcargli il primo emendamento della Costituzione americana, nel quale è previsto che il Congresso non potrà fare alcuna legge per proibire il libero culto, o per limitare la libertà di parola o di stampa. Non lo capiscono proprio".
In realtà siamo noi occidentali a non capire e a non voler capire. Altrimenti gli USA non avrebbero permesso mai di costruire un maxi centro islamico a pochi metri di distanza da Ground Zero.
Giovanni Romano
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(1) Il neretto è mio, N.d.R.
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